05 Dicembre 2015, 11.46
Gavardo
Ricorrenze

Con Santa Barbara al Budellone

di Redazione

Per il secondo anno consecutivo, i cavatori del lapideo di Gavardo hanno celebrato la ricorrenza di Santa Barbara con una breve quanto suggestiva cerimonia


La giornata è iniziata con la visita e benedizione delle cave di pietra ornamentale situate in località monte Budellone, dei macchinari, addetti, dirigenti e titolari a cura del parroco di Gavardo, mons. Italo Gorni.

Poi la messa nella galleria di estrazione dei materiali che fa parte della vicina cava di calcare, alla quale hanno partecipato, oltre a tutti gli operatori locali del settore, i funzionari dell'ufficio apposito dell'Amministrazione Provinciale ed il Sindaco di Gavardo.
Nella breve funzione sono stati ricordati i caduti sul lavoro e benedetta la statua della Santa stabilmente posizionata in una nicchia rivestita dalla preziosa "Breccia Aurora" estratta in loco.

Significativo anche il breve pensiero espresso dal parroco nell'omelia, che ha richiamato l'attenzione di tutti sull'unicità del Creato, dono di Dio all'uomo per migliorarne le condizioni di vita.
Un bene prezioso che deve però essere custodito e valorizzato con sapienza e anche lasciato in disponibilità alle future generazioni.

Approfittiamone per capire quale mateirale viene estratto nelle cave gavardesi e quale è il suo utilizzo.
Per farlo abbiamo chiesto lumi a chi in queste cave ci lavora, affrontandone così gli aspetti tecnici, commerciali... ed ecologici

Il materiale da taglio è riconducibile alla Breccia variegata (o Breccia aurora) caratterizzata da diversi litotipi calcarei, generalmente ben cementati, che si possono distinguere in:
- Calcilutite color avorio: E’ il litotipo dominante, analogo al Botticino. Le dimensioni della matrice sono inferiori al .

- Stromatoliti: Questi orizzonti si presentano spesso sotto forma di grossi clasti immersi all’interno della porzione dominante e talvolta le une parallele alle altre.

- Porzioni di riempimento delle fratture: Dolomite (la porzione di color verde), calcilutite con dolomite e minerali argillosi (la porzione grigio-bluastra).
Trattasi di breccia calcarea e calcareo dolomitica policroma con distribuzione irregolare e caotica di clasti inclusi.

Per quanto concerne l'utilizzazione, distribuzione e destinazione del materiale, non si puo' fare un quadro esatto della situazione, in quanto vi sono troppe variabili dipendenti dal mercato.
E' possibile però fornire un quadro indicativo.

Il materiale da taglio viene utilizzato:

1) Per la produzione di lastre aventi spessore variabile dai 2 agli 8/10 cm.,
2) Per la produzione di scale gradini, davanzali, masselli per colonne, pilastri e lavorati ornati ed altri prodotti destinati all'edilizia.,
3)Per la produzione di marmette per pavimento aventi spessore 1,5 - 2/3 cm.,
4) Per la produzione di modulmarmo, le marmettine per rivestimento aventi spessore di 8 mm. destinate ai mercati americani, giapponesi e nord europei.
5) Per la produzione di zoccolini.

Chi estrae generalmente conferisce il materiale grezzo agli stabilimenti che a loro volta lo lavorano e lo trasformano nel proprio cantiere.

Le segherie dispongono generalmente di uno o piu' telai monolama per la riquadratura dei blocchi, semiblocchi ed informi, operazione necessaria per mettere a telaio o alla tagliablocchi solo la parte di materiale utile e ridurre cosi' i costi del taglio con i telai plurilame o con le tagliablocchi a dischi diamantati.

I blocchi ed i semiblocchi vengono tagliati utilizzando telai multilame installati in segheria, per la produzione di lastre .

Le lastre così ricavate possono essere commercializzate grezze o lucidate.

Dagli informi vengono invece ricavate marmettine per pavimenti e/o rivestimenti, in spessori variabili da 0,8 a 4 cm tramite il taglio degli informi in filagne con l'utilizzo delle tagliablocchi e successivamente attraverso le tagliatrici e/o le frese, per delimitare la lunghezza della marmetta.

Anche le marmette possono essere commercializzate grezze o lucide.

Oggi è molto florido il commercio del blocco con l'estero in quanto i nostri costi di lavorazione subiscono la concorrenza degli stati esteri, cosa che non avviene invece per la materia prima in quanto unica (e questo potrebbe inorgoglire non poco il nostro territorio)

Il processo produttivo legato alla valorizzazione dei pietrischi
, la cui composizione è costituita da carbonato di calcio frammisto a sostanze magnesiache e residui argillosi, assume invece una dimensione nuova quanto diversa, infatti, il mercato è completamente differente rispetto al precedente ed il materiale viene impiegato per:

1) difese spondali, arginature e scogliere di vario genere,
2) rilevati stradali e riempimenti di vario tipo,
3) edilizia in genere anche come parte costituente il calcestruzzo,
4) asfalti soprattutto di tipo ecologico,
5) pietrischi o pietrischetti vari,
6) calcare da cementeria, zuccherificio, fornace, ecc,
7) additivo nelle sostanze farmaceutiche, mangimi, collanti,
8) base per pigmentazioni varie,
9) intonaci premiscelati,
e moltissimi altri usi.

L'aspetto importante è che nell'estrazione della pietra ornamentale il pietrisco calcareo è un secondo prodotto che può essere immesso sul mercato ad un costo ambientale pressoché nullo.
Quest'aspetto, se attentamente considerato, permetterebbe una maggior salvaguardia del territorio per quanto soprattutto attiene gli ambiti di pianura in relazione sia alla la fase estrattiva sia al successivo riutilizzo della cava dismessa, molto spesso recentemente come discarica.

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Su quest'ultimo argomento ovvero l'utilisso dei risultati di lavorazione invece che l'apertura di nuove cave di ghiaia alluvionale in pianura, molto si è detto e scritto in tempi anche recenti.
A pronunciarsi ora dovrebbero essere piuttosto i legislatori, a cominciare da quelli della Regione Lombardia.




Commenti:
ID62967 - 05/12/2015 15:42:32 - (turk182) - generazioni future..

In accordo con il pensiero espresso da Don Italo mi piacerebbe sapere cosa viene lasciato alle generazioni future una volta finito lo scempio che si sta consumando al Budellone ed in altre parti della provincia, tipo a Botticino che sembra ormai un girone dantesco.La storia insegna, anche in questi giorni, che i tanti, troppi buchi aperti poi vengono riempiti di immondizia. Meglio pensarci subito, dalle cave di Soprazocco a queste del Budellone o del Tesio prima che qualcuno cominci a pensare che riempirle di rifiuti potrebbe essere un bel bussines..

ID62970 - 05/12/2015 16:59:11 - (Tc) - turk182

condivido il tuo pensiero...pero' purtroppo c'e' anche l'altro verso della medaglia...se si smette di cavare,cosa faranno tutti i cavatori? Si sa che dove si toglie non crescera' piu' nulla...ma e' ora che qualcuno cominci a pensarci seriamente...non si puo' continuare a fare prelievi in questa maniera pensando che siano risorse illimitate e poi tutto l'indotto che ci lavora dentro come lo sistemiamo...il problema e' che si porranno certe domande quando ormai sara' troppo tardi...

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