24 Maggio 2016, 14.00
Gavardo
Presentazione libri

Il primo Talmud in italiano, il sapere antico degli ebrei

di Redazione

La presentazione questo giovedì a Gavardo a cura del Rav Luciano Caro, rabbino capo di Ferrara e delle Romagne, da sette anni conduttore con Flavio Casali del partecipato corso di lingua e cultura ebraica


È stato appena editato e già è un caso editoriale con copie andate presto esaurite. Stiamo parlando del primo libro del Talmud Babilonese, il Trattato di Rosh ha Shanà (il Capodanno ebraico), il primo tradotto in italiano.
Un’impresa titanica per un’opera che ha superato i millenni accompagnando le sorti degli ebrei.

Questo volume, che dopo la Torah, ovvero il Pentateuco, è la colonna portante, “fonte di acqua viva” della cultura ebraica, sarà presentato a Gavardo, questo giovedì 26 maggio alle ore 17.00, nella sala del Museo civico Archeologico in piazza De Medici, da Rav Luciano Caro, da sette anni ospite fisso, in combinata con il suo mentore bresciano, Flavio Casali, pubblicista, saggista e dirigente pubblico, del corso di lingua e cultura ebraica che attira sempre un numeroso pubblico pagante.

Stavolta l’ingresso sarà gratuito. Il tutto patrocinato e coordinato dall’assessorato alla Cultura, guidato da Daniele Comini, e dalla Pro Loco del Chiese, presieduta da Giuseppe Mazza.

Ma cos’è il Talmud? E’ il corpus di sapienza, leggi, usi e consuetudini ebraiche compilato in epoche diverse e in luoghi differenti.
E’ un testo sacro, secondo soltanto alla Torah e si divide nel Talmud di Gerusalemme, terminato alla fine del IV secolo e nel Talmud Babilonese, concluso un secolo più tardi.

E’ il primo libro di una serie che si svilupperà in oltre 30 tomi, tutti editi da Giuntina. Il Trattato di Rosh ha Shanà (Capodanno) conta 450 pagine, comprensive di note, indici e tabelle esplicative.

Un libro non alla portata di tutti. Ecco perché sarà presentato da Rav Luciano Caro, una delle voci più autorevoli dell’ebraismo italiano, rabbino capo di Ferrara e delle Romagne, che spiegherà le modalità più consone per approcciare il testo che nel mondo cristiano ha avuto una storia molto travagliata, oggetto di accuse, censure, sequestri e roghi. Togliere agli ebrei il loro principale strumento esegetico sembrava un efficace mezzo per spingerli al fonte battesimale.

La prima edizione a stampa fu pubblicata a Venezia nel 1523 dallo stampatore cristiano Daniel Bomberg.
Fu studiato anche a Brescia, grazie al talmudista e storico rav Elia Capsali da Candia (1490?-1555) che aprì una scuola di insegnamento in città e compose due raccolte su temi giuridici e due opere di storia sugli Ebrei di Venezia e sugli Ebrei di Turchia.

La tradizione italiana del Talmud è particolarmente importante perché riporta il testo alle sue origini.
L’ebraismo italiano infatti è stato la prima tappa dell’esilio dopo la conquista romana ed ha saputo, nei secoli, conservare e tramandare il Talmud anche quando ne era vietata la trasmissione.

La presentazione gode anche del patrocinio dell’Associazione Italia-Israele di Brescia.


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