15 Novembre 2016, 09.52
Gavardo Prevalle
Valsabbini

Dalla falegnameria agli arredamenti: Battista Leali e la sua bottega

di Federica Ciampone

Una storia di duro lavoro e di fatica, ma anche di grandi successi: ce la racconta suo figlio Antonio, che a sua volta ha tramandato ai figli la passione per questo lavoro


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Antonio Leali è proprietario di un’azienda che affonda le sue radici in territorio gavardese nel secondo dopoguerra. L’azienda si chiama “Arredamenti Leali” e attualmente è situata nella zona industriale di Prevalle, in via Campi Grandi. Si tratta di un negozio con una storia molto particolare: una storia che ha come protagonista principale proprio il papà di Antonio, il falegname Battista Leali. Antonio ce l’ha raccontata volentieri, aiutato dal cugino Francesco “Cecco” Massolini, che ricorda bene le vicende di Battista, avendole vissute in prima persona.

“Mio papà iniziò a lavorare giovanissimo da Manenti”, ci spiega Antonio, “all’altezza del ponte di Gavardo. L’azienda all’epoca lavorava per i tedeschi, e ben presto anche lui fu chiamato a partire per la Germania per lavoro. Quel giorno, mentre si dirigeva verso casa, incontrò dei tedeschi che gli chiesero dove abitasse; lui gli indicò dov’era la sua casa ma poi, quando fu fuori dal loro campo visivo, scappò su per i monti facendo perdere le sue tracce. Sua moglie Elisabetta fu portata in caserma per essere interrogata, e le difficoltà non mancarono di certo; fatto sta che, finita la guerra, Battista lavorava ancora da Manenti, portandosi via ogni sera i lavori da rifinire in una piccola cucina che diventò una sorta di minuscola bottega, in via Capoborgo.”

Alla fine degli anni ’40 Battista comprò un appezzamento di terreno e lì costruì, con l’aiuto dei suoi cugini Massolini, il primo rudimentale capannone dove iniziò la sua attività di falegname: “e non esistevano certo le ruspe a quei tempi”, aggiunge Antonio, “facevano tutto con i muli e l’aratro”.

Il secondo capannone, più grande e con una struttura in ferro, fu costruito da Battista con l’aiuto di Antonio – che nel frattempo aveva compiuto 14 anni – e di altri amici. A questo punto chiediamo ad Antonio di raccontarci com’era, all’epoca, il lavoro di falegname.

“Era un lavoro molto generico: costruivamo praticamente qualsiasi cosa potesse essere costruita utilizzando il legno. Più di una volta ho accompagnato mio padre a prendere le misure per costruire le bare, per esempio. Realizzavamo mobili, finestre e quant’altro: avere qualche giovane operaio che ci desse una mano non era un problema, dato che una volta bastava tenere i ragazzi lontani dalla strada e far sì che imparassero qualcosa, magari dandogli la mancia ogni sabato.”

Nel 1975, Battista e Antonio, avendo l’esigenza di allargare ulteriormente l’attività, provarono a trasferirsi in uno stabile nella zona industriale di Gavardo; purtroppo non riuscirono a concludere l’affare, e fu così che il destino li portò ad acquistare il terreno di Prevalle dove attualmente è situato il negozio.

“All’inizio degli anni ‘70”, prosegue Antonio, “abbiamo deciso di abbinare alla falegnameria il negozio di arredamento, che attualmente è portato avanti dai miei figli, Giorgio e Paolo, e da mia moglie Daniela. Mio figlio Marco gestisce la “Legnami Leali”, che si occupa più strettamente dei lavori di falegnameria.”

E i progetti per il futuro? Antonio sorride. “Se ne avremo la possibilità, il progetto sarebbe quello di tornare alle origini, trasferendo nuovamente la nostra attività a Gavardo. Vedremo che cosa ci riserverà il futuro.”

Ringraziamo Antonio per la bella storia che ci ha raccontato, la storia di una professione svolta per più di 70 anni e tramandata di padre in figlio per due generazioni. La storia di una piccola bottega di paese che è diventata una fiorente attività del settore terziario, portata avanti con dedizione dai nipoti di quel Battista che, in un’epoca di guerra e di miseria, riuscì a creare con le sue mani per sé e per i suoi discendenti un futuro diverso. 



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