04 Novembre 2015, 15.05
Val del Chiese
Crisi aziendali

Chiude Legno Case, 30 dipendenti senza lavoro

di Aldo Pasquazzo

L’azienda di Condino, specializzata nella costruzione di case prefabbricate e coperture in legno, ha chiuso i battenti a fine ottobre, lasciando a casa una trentina di lavoratori


Dal 31 di ottobre scorso la Legno Case  di Condino ha chiuso la propria attività.  Era da tempo che si prospettava tale soluzione  seppur i Paternò, referenti ultimi, ci avevano provato a ristrutturare e investire.
L'azienda, che da tre  anni a questa parte era riconducibile al Gruppo di Castelnuovo - Valsugana, aveva ultimamente in carico una trentina di dipendenti che a sua volta sono stati messi in mobilità. Contrariamente alla  capofila  di Castelnuovo, a Condino si producevano case prefabbricate e anche coperture.    

"Quest'altra sfoltita di manodopera rende ancora più pesante la situazione occupazionale nell'ambito del Chiese anche dal fatto che non molto distante, a Tiarno, anche la Mariani  se ne sta  andando", riferisce Maurizio Zabbeni della  Filem - Cgil.
Zabbeni, pure lui originario di Condino anche se vive a Vezzano, ha cercato in mille modi di rincorrere soluzioni.
"Sia a livello provinciale che locale solo promesse e null'altro. Era un'azienda che poteva continuare dal fatto che in anni di lavoro si era  fatta delle basi. I modi in cui intervenire andavano ricercati e solo così facendo  si sarebbe  potuta non solo salvare, ma renderla competitiva".  
Dalla Legno Case  i Paternò  finora non hanno prelevato nulla. All'interno sono rimasti i macchinari quasi come si dovesse trattare di una momentanea  sospensione lavorativa.

"Sapevamo qual era il nostro destino ma noi dipendenti abbiamo  sperato sino all'ultimo che si  potesse giungere ad una soluzione "  fa sapere uno dei lavoratori che adesso prospetta di finire in ambito agricolo.
La Legno Case era stata fondata da Lino e Marco Pelanda e  successivamente  rilevata dai Paternò. Inizialmente, si chiamava Fin - Com e poi Legno Più ed era stata  sistemata  originariamente  dalle parti della Carpenteria Beschi e poi  in zona Giùlis, prima di insediarsi alla ex Rivadossi, ma sempre in territorio di Condino.

I due fratelli di Brione ci avevano messo il cuore sia agli inizi ma anche dopo. Probabilmente non avevano alle spalle garanzie e liquidità  tali per continuare onde poter  far fronte alla concorrenza.
Al momento per il personale della Legno Case  non  si profilano soluzioni  anche  dal fatto che da queste parti alternative proprio non se ne intravvedono.

Cartiera, Isaf e Gruppo Sapes sono al massimo della capienza ma le Officine  Sawam - Giudicariensi di Condino e Storo sembrano aver molta più convenienza nel continuare ad assumere manodopera straniera.


Commenti:
ID62340 - 04/11/2015 20:48:08 - (GGA) - speriamo ci sia una uscita da questo tunnel...

Le nostre aziende devono recuperare competitibilità, ma non succederà nulla finchè dobbiamo mantenre lo stato dal buco profondo....mha..........Auguri per i dipendenti.

ID62343 - 05/11/2015 00:38:54 - (Tc) - ...

altre 30 famiglie per strada...non e' possibile...un forte abbraccio per quel che puo' servire a tutti voi cari operai...e lo dico da cassaintegrato...e non si sa fino a quando...

ID62348 - 05/11/2015 08:15:41 - (Ernesto) - nes

e gli imprenditori locali invece di aiutare i propri paesani,assumono stranieri???,,,bravi,,,il dio soldooo

ID62350 - 05/11/2015 08:58:10 - (snaf) -

niente da fare, ci vuole una legge che così come prevede che se hai più di tot dipendenti ne devi avere almeno un tot appartenenti alle categoria speciali, dica anche che non puoi superare il tot% di dipendenti stranieri. Altrimenti prima o poi di italiani a lavorare in valsabbia, tra chi chiude e chi non assume se non giargia, non ce ne saranno quasi più

ID62362 - 06/11/2015 09:34:46 - (savanella) -

Agli stranieri viene applicato lo stesso contratto che si applica agli italiani. Sia per quanto riguarda le tutele che i minimi contrattuali. Percio' la mia domanda e': perche' han convenienza ad assumere stranieri? Forse perche' a differenza degli italiani sono disposti a lavorare piu' ore ad un livello retributivo piu' basso? Ricordiamoci pero' retribuzione sempre stabilita dal contratto firmato dalle organizzazioni sindacali...

ID62373 - 06/11/2015 18:54:27 - (Tc) - savanella...

...fidati i sindacati sono proprio gli ultimi a parlare,chi decide quanto e come pagare e' sempre il datore,e quindi nasce cio' che si chiama sfruttamento...e se per caso alzi la testa e chiedi aumenti o diritti,hai un bel cancello dove uscire...se ti voglion sfruttare ti sfruttano senza ma e senza come...il bello e' che quando si e' stufi di prenderlo in quel posto e lo fai notare...prima non ti ascoltavano proprio,ora se rompi le pa@@e ti accompagnano candidamente all'uscio e possono farlo ora...grazie a certi sindacati e all'art.18 morto...

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