08 Febbraio 2012, 07.29
Idro Bagolino Anfo Lavenone Val del Chiese
Lettere

Parola al Coordinamento

Anche il Coordinamento delle proloco di Anfo, Idro, Bondone-Baitoni ed il Comitato Difesa lago d'Idro dicono la loro sulle recenti vicende che riguarano l'Eridio.


Con decreto n. 488 del 27/01/2012, la Regione Lombardia nella figura del dirigente della struttura del sistema informativo por fesr e asse 4 por competitività 2007 – 2013, invia ai Comuni del Lago firmatari dell’accordo di programma, la comunicazione di ammissibilità al contributo del Pia del “Lago d’Idro, la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale” in attuazione all’accordo di programma sottoscritto da regione Lombardia e i Comuni del lago d’Idro in 05/08/2008.
 
Se il decreto si limitasse al finanziamento delle opere progettate dai Comuni sarebbe una giornata meravigliosa, in quanto finalmente, una volta tanto anche per questo territorio vi sarebbe un investimento per opere di riqualificazione, quale indennizzo per uno sfruttamento della risorsa idrica perpetuato da cento anni senza mai avere avuto la possibilità di un centesimo di ristorno.
Ma siccome le giornate soprattutto in questo periodo non possono mai essere cosi radiose, e tanto meno la Regione sembra cosi disponibile nei confronti del nostro territorio, ecco che si chiarisce l’arcano del vero contenuto del provvedimento; punto 3 del decreto n. 488 del 27/01/2012: “di stabilire al fine della verifica di coerenza e di compatibilità delle opere di valorizzazione ambientale con quelle di messa in sicurezza del Lago d’Idro, previste dall’accordo di Programma sottoscritto tra Regione Lombardia ed i Comune del Lago d’Idro il 05 agosto 2008, che l’erogazione dei contributi di cui al presente atto sarà disposta dal Responsabile del procedimento solo successivamente all’approvazione del progetto definitivo delle opere di messa in sicurezza del Lago”.
 
Se tutto questo non è un ricatto non è certamente possibile classificarlo in altro modo, ed ancora una volta si tenta di piegare la schiena al Lago al servizio dei poteri forti, (agricoltori, produttori idroelettrici ecc.)  il territorio deve soccombere, accettare supinamente le opere contestate a tutti i livelli, per poter beneficiare di un finanziamento istituito a priori per tale scopo.
L’anacronismo sta nel fatto poi che i soldi vengono messi a disposizione dalla Comunità Europea, per progetti di riqualificazione ambientale. Chissà poi se quando la grande nuova diga verrà realizzata, il nostro ambiente potrà essere così riqualificato, con escursione dei livelli del lago nell’ordine dei tre metri ed oltre, sarà  certamente un territorio di notevole interesse ambientale.
 
Ora è necessario risvegliare la coscienza della comunità del lago, coloro che si sono battuti sino ad ora devono nuovamente tenere alta l’attenzione nei confronti dei loro amministratori, se il decreto dovesse passare con l’avvallo dei Sindaci, la battaglia per la difesa del nostro lago sarebbe irrimediabilmente persa, senza più alcuna possibilità di una reale difesa del nostro territorio.
 
Noi siamo tuttora convinti che si può fare ancora molto, il cambio delle amministrazioni comunali ci ha dato garanzia di un serio impegno da parte di quei cittadini che si sono battuti e stanno lavorando ancora per da difesa del lago, in nostro compito è quello di motivare la comunità perché questa sostenga i propri amministratori in queste difficili scelte, il monito che ancora una volta ci sentiamo di dire è:  “Sindaci non firmate”.
Le motivazioni appaiono sicuramente ovvie, con la sottoscrizione dell’atto di accettazione dell’aiuto finanziario per la realizzazione del PIA Lago d’Idro da parte dei Comuni, corrisponde esattamente alla vendita del Lago.   
 
Aldo Armani e Franco Rovatti
 


Commenti:
ID16858 - 08/02/2012 08:57:46 - (Giacomino) - Quando il diavolo ti accarezza

é perché vuole l'anima.

ID16868 - 08/02/2012 14:37:56 - (Aldo Vaglia) -

Conosco Franco Rovatti e il suo competente impegno ultratrentennale per la difesa del lago d'Idro e considero le sue posizioni frutto di ponderato ragionamento e prive di qualsivoglia interesse personale. Ho tentato senza riuscirci di spiegare che la strada da loro intrapresa, ideologicamente giusta, avra' come risultato una sconfitta perche' e' metodologicamente sbagliata. Il problema e' politico e economico; tentare di risolverlo con artifici tecnici non puo' che portare a conclusioni deludenti. Il massimo del risultato raggiungibile e' che tutto rimanga come e' con la possibilita' di regolare il lago a proprio piacimento con le due gallerie esistenti da chi l'ha fatto fino ad ora. L'unica strada che puo' dare risultati concreti e' quella della gestione e del governo delle acque. Alla democrazia partecipativa spetta il compito di scelte politiche, non tecniche.

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