04 Dicembre 2013, 06.57
Idro Bagolino Anfo Lavenone Valsabbia
Lettere

«Pagati per essere messi in sicurezza?»

di Elena Bini

In merito alla "Nuova diga del lago d'Idro" e alla sicurezza idrogeologica dei valsabbini, prendendo spunto da un articolo da noi pubblicato, Elena Bini ci scrive. Pubblichiamo volentieri

 
Egregio Direttore Vallini,
chiedo ospitalità in questo spazio per condividere con Lei e con i suoi lettori un commento a quanto da lei scritto nell’articolo “Eridio, passo decisivo per l’appalto” apparso il 26 novembre sul Giornale di Brescia e ripreso in questo sito col titolo “Opere, si accelera”.

In entrambi gli articoli viene riportata la seguente dichiarazione dell’Assessore Viviana Beccalossi: “Quello che stiamo facendo oggi è intervenire nell’interesse della popolazione, sia che viva intorno al lago sia a valle del lago, alle prese con oggettivi rischi di natura idrogeologica”.
Come precisato negli articoli, l’Assessore Beccalossi ha inoltre reso ufficiale che il Comune di Anfo, avendo la scorsa primavera aderito all’accordo che si dichiara pubblicamente essere finalizzato alla messa in sicurezza idrogeologica, potrà ricevere 3,6 milioni di euro per mettere in sicurezza la Rocca d’Anfo e per opere di valorizzazione sul proprio territorio comunale.

Seguo la questione da molti anni, ma ancora mi stupisco quando leggo che per riuscire a mettere in sicurezza idrogeologica un territorio l’ente preposto, in questo caso Regione Lombardia, ritiene vincolante corrispondere ad un Comune con meno di 500 abitanti una cifra di denaro pubblico nazionale così importante, dopo aver già elargito più di 1 milione di euro al Comune di Lavenone (600 abitanti), 3 milioni di euro a Bagolino (4000 abitanti, di cui circa la metà lacustri) e promesso 2,6 milioni di euro a Idro (2000 abitanti) qualora si decidesse a sottoscrivere il progetto.
Pagati per essere messi in sicurezza?

Leggo inoltre negli articoli che Regione Lombardia intende mettere a disposizione del Comune di Idro suoi tecnici al fine di spiegare quali relazioni intercorrano tra il progetto - che Regione dichiara essere stato elaborato per migliorare la sicurezza idrogeologica - e le numerose prescrizioni evidenziate nel giugno scorso dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e dal Ministero delle Infrastrutture, tra le quali ricordo brevemente e testualmente le seguenti:
1) “le opere in progetto non dovranno porre a rischio il territorio di valle scaricando una portata incompatibile con le condizioni dell’alveo fluviale”;
2) “il comportamento sismico del terreno in cui è immersa la traversa è del tutto ignorato”;
3) “verificare l’idoneità alla permanente trattenuta dell’acqua in condizioni di sicurezza alla quota di massimo invaso”;
4) “l’attuale configurazione della nuova opera di sbarramento non garantisce un adeguato margine di sicurezza idraulica in termini di franco rispetto al coronamento; è pertanto necessaria una modifica delle opere in progetto ovvero delle condizioni di regolazione del lago.
 
” Pare di chiara evidenza che le opere in progetto non solo non abbiano come finalità la sicurezza idrogeologica, ma addirittura portino in seno situazioni di effettivo pericolo, in particolare – ma non solo - per gli abitati posti lungo l’asta del fiume Chiese, da Lavenone verso valle.

Che la reale finalità sia un’altra lo si evince poi anche dalla lettura degli obiettivi del progetto, da anni dichiarati per iscritto: “garantire la messa in sicurezza idraulica del lago d’Idro e garantire la possibilità di attuazione futura della politica di gestione dei livelli di cui al Regolamento di gestione del 2002”.
A tal proposito ricordo che è dal 1987 che si attende la definizione della nuova regola di gestione del lago d’Idro nel rispetto delle normative vigenti.
Nel frattempo, la regolazione del lago obbedisce ad un Regolamento di gestione transitorio, che prevede volumi d’acqua, portate ed escursioni del lago a fini irrigui ed idroelettrici che dal 2007 risultano inattuabili senza nuove opere di regolazione: esattamente le opere in progetto.

Fuga ogni residuo dubbio in merito alla reale finalità delle opere il nuovo titolo con cui nell’anno in corso il progetto è stato presentato ai Ministeri dei Lavori Pubblici e delle Infrastrutture.
Prima di svelarlo, per i non addetti ricordo i titoli precedenti: “Opere di valorizzazione del Lago d’Idro” (Accordo di Programma 5 agosto 2008), con il quale si era ottenuto il consenso dei Comuni lacustri; poi nel 2010 “Opere per la messa in sicurezza della traversa di regolazione”, con il quale si era avuto il parere favorevole da parte del Ministero dell’Ambiente, anche se con molte prescrizioni; ma come può l’Ambiente dire di no alla richiesta di messa in sicurezza?
Infine, nel 2013, davanti ai Ministeri dei Lavori Pubblici e delle Infrastrutture, ecco svelarsi - testuale - il terzo e ultimo titolo: “Nuova Diga di Lago d’Idro”.
 
Ma non doveva essere un progetto di messa in sicurezza idrogeologica del territorio?
Perché presentarlo con questo titolo? Che cos’è che non deve apparire davanti a questi Ministeri? Forse che esiste la paleofrana?
I documenti parlano chiaro: nel documento di questi Ministeri l’instabilità della paleofrana e la sua relazione con le opere in progetto svanisce nell’oblio. Le opere sono finalizzate alla costruzione della Nuova Diga di Lago d’Idro.

Sono conscia dello stupore che può suscitare in ogni cittadino una simile discrepanza tra ciò che ci si aspetterebbe da un ente pubblico e l’effettiva realtà, tuttavia non ce la sentiamo di tenere per pochi intimi le osservazioni che ho poc’anzi riassunto.
La lista delle tragedie italiane conseguenti ad un’errata gestione del territorio si allunga purtroppo ogni anno, ed in maniera angosciante, e non è possibile che ogni volta accada che le istituzioni promettano mari e monti e che ogni volta poi ricomincino a commettere ancora gli stessi errori.
 
Ormai sta emergendo la netta sensazione che l’obiettivo di un’Italia sana non sia più nelle mani di chi la amministra, ma sempre più in quelle di ogni singolo cittadino, che si deve far carico non solo di segnalare errori ed incongruenze commesse dalla pubblica amministrazione, ma deve pure trovare il coraggio, la forza, le competenze per confrontarsi con l’arroccamento, la chiusura al dialogo ed al confronto che “gli eletti” arrogano a difesa delle proprie intoccabili decisioni.

Nel caso specifico, mi pare corretto riferire che è seguendo, insieme ad altri cittadini valsabbini, dal 1987, il problema della nuova regola per l’utilizzo irriguo ed idroelettrico delle acque del lago d’Idro, che ci siamo imbattuti nella lettura di centinaia di pagine di documenti, da cui abbiamo tratto le conclusioni di cui sopra.
Abbiamo sempre scelto di condividere pubblicamente le osservazioni raccolte, sia con fogli informativi, sia con articoli, sia - io personalmente - disseminando di commenti molti degli articoli apparsi in merito alla questione lago d’Idro su questo sito.
 
Talora abbiamo invero percepito il timore di qualche lettore che le nostre conclusioni potessero essere strumentali, ovvero condizionate dalla nostra appartenenza ad un’associazione avente tra le proprie finalità statutarie il “tutelare e valorizzare la natura e l’ambiente” ed il “garantire un rapporto equilibrato tra l’attività umana e la natura”.

Posso comprendere questo timore, è lecito.
Posso solo replicare quel ho già scritto in qualche post: che ognuno decida per sé cosa ritenere vero e cosa ritenere strumentale, ma è corretto che venga informato.
Soprattutto davanti ad un problema di sicurezza civile, noi sentiamo il dovere morale di rendere pubblico ciò di cui siamo venuti a conoscenza, e riteniamo quindi doveroso informare i cittadini, in particolare i valsabbini, che quanto i documenti ufficiali riportano nel progetto “Nuova diga di Lago d’Idro” in merito alla sicurezza del loro territorio non corrisponde affatto a quanto pubblicamente dichiarato dall’ente pubblico proponente l’opera.
 
Per chi volesse cimentarsi di persona, segnalo che molti di questi documenti sono reperibili a questo link
Alcuni sono in evidenza, altri vanno cercati in sottocartelle.

Concludo assicurando che noi, come cittadini, come valsabbini e come associazione, continueremo a sollecitare i tecnici ed i politici regionali affinché rispondano sia della reale finalità di questo progetto sia dei documentati rischi idrogeologici che esso porta con sé.
E va detto che in questo ci sentiamo supportati dalla responsabile attenzione al problema dimostrata dall’amministrazione del Comune di Idro insediatasi nel 2009, la quale ha sempre preso posizione solo dopo aver attentamente letto e studiato tutti i documenti, rifiutandosi di barattare la sicurezza ed il futuro dei propri cittadini con i 2,6 milioni di euro promessi solo in cambio della firma in calce alle opere in progetto.
 
Continueremo quindi ad essere presenti ed attivi, e lo faremo non solo al fine di tutelare l’ambiente in cui viviamo, del quale ci sentiamo custodi, ma - alla luce di quanto Regione Lombardia ha deciso di realizzare sul territorio valsabbino - forti anche della convinzione che le purtroppo tragiche conseguenze delle piogge intense degli ultimi anni sul territorio nazionale non ci debbano solo far piangere i nostri morti a posteriori, ma devono anche finalmente far aprire gli occhi a tutti noi semplici cittadini sul fatto che non solo chi aveva l’impegno amministrativo di occuparsi di sicurezza del territorio ha commesso in passato delle gravi negligenze, ma che nulla fa pensare che il sistema amministrativo abbia imparato la lezione.
 
Può quindi ancor oggi accadere che sotto i nostri occhi, magari un po’ distratti, o magari purtroppo gravosamente impegnati a sbarcare il lunario, il sistema amministrativo arrivi a strumentalizzare quei morti, e sfrutti l’onda emotiva al fine di condizionare ad arte certe situazioni, e quindi a sperperare ulteriormente e senza freni denaro pubblico al solo fine di favorire interessi diversi dalla sicurezza idrogeologica del territorio.
Invito tutti i cittadini valsabbini ad informarsi, a riflettere, a cogliere l’occasione del momento, prima che sia troppo tardi, e a sollecitare a fare altrettanto quegli amministratori locali ancora liberi di scegliere: prevenire è meglio che piangere morte e distruzione. 

Grazie dello spazio. Cordiali saluti.

Elena Bini
Vicepresidente Amici della Terra – Lago d’Idro e Valle Sabbia

 


Commenti:
ID38604 - 04/12/2013 07:45:23 - (punto) - ..........non capisco........

Scusate,ma la vostra idea iniziale era di salvare il minimo vitale a una certa quota.....adesso se realizzano le opere temete che il livello si abbassi e che in caso di inondazioni i comuni a valle non siano in sicurezza.........?????? se il minimo vitale e' alto esonda prima, se e' basso esonda dopo.....(mia Teoria da ignorante...).Non pensa che con 2.6 milioni di euro un comune possa realizzare qualcosa di positivo per il proprio territorio magari creando lavoro a imprese locali? non sarebbe il primo passo per cercare di creare una localita' turistica come si deve? o le vs attivit locali navigano in una cosi' florea economia......????

ID38635 - 04/12/2013 19:10:20 - (Elena Bini) - Sig. punto, provo a spiegarmi meglio...

nel difendere il lago ci siamo purtroppo imbattuti in qualcosa di grave che non ci sentiamo di tacere. Anch io mi reputo come lei ignorante in fatto di opere (sono una biologa e lavoro come insegnante), cosi prima di esprimere pareri mi documento a fondo e quando ho spazio per farlo cito le fonti: alla sua prima osservazione cosi ha testualmente risposto (c e il video) l 8 novembre 2012 l ing. Carretta per Infrastrutture Lombarde, alla Commissione di VIA del Ministero dell Ambiente a Roma: "Se io devo parlare di sicurezza, dico, concordo che la savanella non e un opera di messa in sicurezza: e fatta per rispettare 3,25 m. Punto. Chiaro. Se i 3,25 m non sono 3,25m, sono 2e70, 2e45, 1e50, la savanella non serve. Ok? Pero c e un regolamento. Finche nessuno ci dice il regolamento non vale piu, noi dobbiamo tenerlo in considerazione." Quanto al denaro promesso in cambio della firma al progetto, credo di aver gia ampiamente risposto nella mia lettera:

ID38636 - 04/12/2013 19:16:06 - (Elena Bini) -

e immorale che la sicurezza di persone sia seconda al profitto di qualcuno. Quanto infine alla scelta che lei propone agli operatori turistici tra un lago ancora esposto a 3,25 m di escursione in verticale pur se abbellito con opere di "valorizzazione" ed il lago rinato che abbiamo dal 2007 grazie al DMV e all escursione contenuta, non sta a me rispondere, ma ne conosco molti e credo che anche per lei non sia difficile capire cosa sceglierebbero: il bene primario del turismo sul lago d Idro e "il lago". Ma forse lei non ricorda il lago e le sue rive prima del 2007.

ID38639 - 05/12/2013 07:41:15 - (punto) - rive.....

prima del 2007 c'erano le rive,adesso c'e' una ricca vegetazione in ammollo e me lo lasci dire molta sporcizia galleggiante,le poche spiagge praticabili sono situate in loc 'Vesta',le restanti sono l'habitat naturale per animali da palude (mancano castori e coccodrilli!!!!!!!).Recuperando prima le spiagge (pulizia)e poi innalzando il livello del lago unito a opere di pubblica utilita' (2.6 milioni di euro spesi bene) si potrebbe rilanciare il lago!!cmq la mia e' un idea da non residente quindi non me ne viene in tasca nulla,scegliere il lago d'idro o il lago di garda per me e' indifferente e alle condizioni attuali sceglierei il garda, tanti auguri per la vs battaglia!! saluti!

ID38642 - 05/12/2013 09:52:43 - (punto) - un ultima osservazione.......

da biologa penso che sapra' che un litro di sostanza inquinante sommata a nove litri di sostanza di diluizione (tot 10l,t) danno una percentuale del 10%,raddoppiando il liquido di diluizione si ha una percentuale del 5%circa....... il problema di fondo,secondo lei,e' la quantita' di liquido di diluizione o la percentuale di inquinante?la soluzione del problema secondo lei e' l'inquinamento, il livello del lago,le trote delle pescicolture, le opere o la sicurezza dei comuni a valle della foce? secondo me riducendo l'inquinamento dei reflui (umani non animali) con adeguati depuratori si prendono 'due piccioni con una fava' (si potevano sfruttare i 2.6 milioni di euro) oppure continuiamo a raccontarci le favole e il problema resta senza capo ne coda e ognuno resta con la propria idea che non porta a nessuna soluzione! Saluti di nuovo!!

ID38646 - 05/12/2013 12:18:28 - (Elena Bini) - Sig. punto, lei solleva molte interessanti

questioni. Qualita acque: il collettore che e stato costruito in questi anni sulle rive sud del lago non riguarda l AdP2008. Purtroppo non raggiunge Ponte Caffaro e non raccoglie neppure i reflui di Bagolino che entrano nel torrente Caffaro e quindi direttamente a lago e qui le do ragione: i 3 milioni di euro gia appaltati da Bagolino potevano prevedere qualcosa a riguardo. Spiagge, rive e turismo: con 3,25 m si avra il lago a 370 m a giugno (zero spiagge) e poi a scendere nei 3 mesi successivi lasciando melma e vegetazione in decomposizione per decine di metri. E sicuro che solo allora verra a trovarci? Certo, oggi non tutto e risolto sul lago, ci mancherebbe, problemi da risolvere ce ne sono molti. Ma una cosa e certa: per i residenti, i turisti e i sublacuali queste opere non solo non li risolvono, ma ne creano molti altri. Queste opere di problemi ne risolvono uno solo, che non e affatto a favore dei locali: prelevare acqua per l utilizzo irriguo ed idroelettrico. Ricambio i

ID38647 - 05/12/2013 12:18:54 - (Elena Bini) -

saluti

ID38656 - 05/12/2013 17:53:17 - (Capitano) - sollevo io 2 questioni che ho già ribadito in passato..

1. Lago al colmo nel periodo primaverile... Con una settimana di giorni di pioggia ed un evento eccezionale van sott'acqua metà dei paesi lacuali (sacrificati per non rischiare il sublacuale).. Chi paga i danni in quel caso? 2. Le zanzare. Pregate perche non arrivi la zanzara tigre.. Qualcuno ha considerato il caso che si crei habitat favorevole all'introdizione di questa specie? Vi posso garantire che 2,6 milioni li paghereste di tasca vostra per non averci niente a che fare a casa vostra. Ringrazio ancora Elena Bini che mantiene vivo il dibattito sulla questione.

ID38661 - 05/12/2013 22:02:39 - (Elena Bini) - Sig. Capitano,

la ringrazio per l attenzione e raccolgo i suoi spunti. Mi permetto di precisare che nel caso da lei descritto, con il lago a 370 (massima regolazione) esposto a piogge intense, si avrebbe si l allagamento dei lacustri, ma anche danni al sublacuale, poiche il lago scolmerebbe da sopra la traversa, e da Lavenone in giu alle piogge dovrebbero aggiungere anche il lago. E proprio il problema esposto nella prescrizione che ho citato al punto 4): il progetto non prevede franco. E assurdo, SE la finalita e la sicurezza... non trova? Il Ministero precisa che o si cambia la regola e si abbassa il livello di massima regolazione per es. a 369 m, o si alzano la traversa e il gia previsto muro di contenimento del lago in zona Pieve in modo che il lago possa arrivare per es. a 371 m. Cosa prevedera il progetto? Attendiamo a giorni di saperlo. Quanto alla zanzara, ogni lago regolato, con qualsiasi regolazione, crea rive con ristagni d acqua e quindi un habitat adatto a questo insetto.

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