In manette lo stalker di Olsano

 
Considerandolo un individuo pericoloso, si sono appostati con circospezione attorno all’aziendina nella quale lavora come pulitore metalli.
Poi, senza troppi problemi, l’hanno bloccato e hanno fatto scattare le manette ai suoi polsi.

E’ finito nuovamente in carcere A.E., noto pregiudicato residente a Mura, frazione Olsano, ad un tiro di schioppo dall’azienda che l’aveva assunto.

Questa volta non per i trascorsi malavitosi per i quali anni fa era anche stato coinvolto in una sparatoria.
A suo carico infatti, i carabinieri di Vestone al comando del maresciallo Agostino Procopio, hanno messo in fila una serie di ipotesi di reato che vanno dalla violenza privata agli atti persecutori, anche contro minorenni.
E poi ancora danneggiamento aggravato di beni pubblici e privati, perfino sequestro di persona.

Serie di soprusi nei confronti dei vicini di casa che sarebbero andati avanti per almeno un anno, senza che le vittime avessero il coraggio di formalizzare una denuncia.
Fino a quando i reati sono diventati di gravità tale da diventare perseguibili d’ufficio.

A quel punto, su segnalazione dei carabinieri vestonesi, il pm Barbara Benzi ha chiesto al gip Carlo Bianchetti l’avallo per disporre la misura cautelare dell’arresto e della permanenza in carcere.
Ci rimarrà, almeno fino al processo.

«Peccato. Dopo le brutte vicende che l’avevano coinvolto in passato si era messo a posto, era tranquillo e lavorava. O almeno così pareva. Solo ultimamente andava fuori di matto, colpa di quella robaccia che non aveva mai smesso di prendere» riferiscono in paese.

Da poco più di un anno si era trasferito in quella palazzina di nove appartamenti, di proprietà comunale.
Prima stava nella frazione vicina, dove si lamentava per la presenza in casa dei topi. Una mania che l’aveva accompagnato anche nella nuova abitazione, dove aveva anche cominciato a prendersela coi vicini.

Diceva che questi picchiavano col martello sul pavimento di proposito, per disturbarlo.
E diventava violento: minacce, aggressioni fisiche e psicologiche, danneggiamenti.
Se si convinceva che nel garage si nascondeva un disturbatore, forzava l’ingresso, entrava e distruggeva.

I condomini erano diventati ostaggio nelle loro stesse case: vivevano tranquilli solo quando era via o al lavoro, altrimenti se ne stavano rintanati, fermi e zitti per paura di reazioni inconsulte.

L’episodio forse il più grave quando ha trascinato un vicino in un garage, l’ha malmenato e rinchiuso.
Tre le famiglie che col passare dei mesi hanno deciso di andarsene altrove, per ricominciare a vivere.

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