Leali Steel, concordato impraticabile

La Leali Steel torna «in bonis». Il giudice di Trento, che il 17 febbraio aveva depositato il provvedimento di apertura della procedura di revoca del concordato, come ricostruito da Siderweb, ha deciso che la strada concordataria è «improcedibile». Una decisione che di fatto riporta l'azienda «in bonis», anche se insolvente.

Una situazione probabilmente solo transitoria, secondo quanto appreso dal commissario giudiziale Pasquale Mazza: ora è possibile per i creditori, ma non solo, presentare l'istanza di fallimento per l'azienda. Uno scenario che aprirebbe una nuova fase per la crisi Leali Steel che oggi vede 132 lavoratori in solidarietà a Odolo e 106 in cassa straordinaria a Trento.

Una fase in cui si tratterà di capire se saranno o meno confermate le tre offerte di acquisto arrivate per i vari siti dell'azienda da Acciaierie Venete, Ori Martin e MoSteel.

In pole position - in termini di valore economico dell'offerta e dell'interesse verso tutti gli asset - vi era la proposta da 43 milioni di euro del gruppo siderurgico padovano, seguita da quella da 39 milioni di euro per il solo laminatoio di Odolo di Ori Martin e da quella da 2,5 milioni di euro della romana Mosteel per l'acciaieria di Borgo Valsugana.

È da precisare che l'offerta della Ori Martin è vincolata all'acquisto diretto. In caso di gara con più operatori l'offerta sarebbe scesa a 32 milioni di euro: un fattore che insiste anche su quanto proposto da Acciaierie Venete che, in caso di riduzione dell'offerta del competitor, adeguerebbe di conseguenza anche la propria.