Litigiosi si nasce

“Stai perdendo una partita? Aggredisci l’arbitro e falla sospendere, così te la fanno rigiocare e avrai una possibilità in più. Ma è sport questo?”.
Nello sfogo di Simone Leali, dirigente dell’Ac Odolo, tutto il rammarico per gli esiti di una vicenda maturata nelle scorse settimane sul campo di calcio del centro valsabbino e che ha richiesto l’intervento della giustizia sportiva.

Questi i fatti: Partita di calcio a fine ottobre, Terza categoria, Odolo contro Toscolano. Due squadre che fino a quel momento occupavano i primi posti della classifica. “La partita è stata bella, vibrante, maschia, e scorreva via su binari di sport genuino e non violento – ricorda Leali -. E così sarebbe finita se non fosse stato per l’intervento di un accompagnatore della squadra ospite (Toscolano), in quel momento indicato come massaggiatore, che tentava l’aggressione nei confronti del direttore di gara, di fatto intimidito a tal punto da terminare il 1° tempo e di non essere in grado di terminare la partita”.
“In poche parole, l’arbitro ha avuto paura – aggiunge Leali – e cosa c’è di strano? Avete mai provato ad essere aggrediti con minacce di morte del tipo “io ti strozzo, io ti uccido” da un personaggio imbizzarrito e fuori di sé? Tra l’altro conosciuto in Valle con soprannomi del tutto originali fuorchè rassicuranti?”. Dopo la solidarietà all’arbitro da parte di tutti ecco cosa decide il Giudice sportivo: “partita da rifare”.

La società odolese però non ci sta e fa ricorso: “Stavamo vincendo la partita per 3 a 1 ed è stata interrotta a causa dell’aggressione all’arbitro e a ripetute minacce da parte della squadra ospite. Perché dobbiamo essere penalizzati noi?”. A parere degli odolesi la risposta della Commissione Disciplinare Territoriale ha dell’incredibile e allo stesso tempo rivela i retroscena del profondo malessere che attraversa il mondo del calcio, a questo punto ad ogni livello: “Tenuto conto che lo stesso autore del tentativo di aggressione è poi stato correttamente allontanato a seguito dell’intervento fattivo e collaborativo di alcuni calciatori, l’analisi obbiettiva della vicenda porta a concludere che la gara poteva essere proseguita e che il direttore di gara ha errato nella sua decisione.

Tali conclusioni impongono, nel rispetto dell’art.17, comma 4, lett. c del nuovo CGS, di disporre la ripetizione della gara, come è stato correttamente deciso dal GS”. Colpa dell’arbitro insomma, avrebbe dovuto avere maggior sangue freddo e tirare dritto. “Pensavo e speravo che, nel dilettantismo, lo sport fosse considerato quale valore inattaccabile.
Peccato, mi sbagliavo – è l’amara constatazione finale del dirigente odolese -. Con questa decisione è stata persa un’altra occasione per dimostrare alle generazioni future che il calcio dilettantistico è onesto e genuino, che colpisce chi lo vuole sporcare”.

Per la cronaca, il massaggiatore in questione è stato squalificato fino al 30 marzo 2008 e che nulla è stato contestato alla Società di cui fa parte. La partita potrà essere presto rigiocata per intero e senza tenere conto del vantaggio che l’Odolo aveva accumulato al momento della sospensione.

Fra le lettere al direttore lo sfogo, integrale, di Simone Leali.

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