Siderurgia, 2009 “annus horribilis”

Dati con pesanti segni meno quelli illustrati da Siderweb nel corso del convegno “Bilancio d’acciaio”, tenutosi giovedì a Brescia. Il 2009 è stato l’ “annus horribilis” per la siderurgia italiana e quindi anche per il comparto bresciano che ne rappresenta una larga fetta. Dopo una fase di crescita dal 2004 al 2008, lo scorso anno il settore ha fatto segnare dati preoccupanti.

Il consumo mondiale dell’acciaio è crollato del 22,8%; la produzione mondiale di acciaio, grazie alla tenuta dei Paesi asiatici, è diminuita soltanto dell’8,2%, ma in Italia la flessione è stata del 35,5%, per effetto della stagnazione della domanda interna e del calo delle esportazioni, riflettendosi pesantemente sui bilanci delle nostre imprese. Il fatturato si è ridotto mediamente del 47%, quindi più della produzione in quantità a causa del contemporaneo cedimento dei prezzi.

All’interno della filiera i risultati peggiori in termini di calo del fatturato sono stati registrati dalle acciaierie (-49,7%), dai centri servizio (-48,4%), dalle trafilerie (-47%) e dai commercianti di rottame (-46,3%).
Per quanto riguarda la redditività, i centri servizio hanno riportato il calo più consistente (-705,7%), seguiti dalle acciaierie (-285,6%), dai distributori (-222,4%) e dalle trafilerie (-155,3%).

Claudio Teodori, preside della Facoltà di Economia di Brescia, ha illustrato i risultati dell’analisi commissionata da Siderweb di 500 bilanci della filiera dell’acciaio. «Nel 2009 si rileva una situazione preoccupante per la redditività - ha spiegato il professore -, che porta ad un incremento della rischiosità operativa soprattutto per i centri servizio e i commercianti di acciaio. Per le acciaierie la situazione è migliore, mentre i commercianti di rottame hanno una rischiosità limitata».

Dal punto di vista strategico questa situazione richiede un intervento: Rino Ferrata (Università degli Studi di Brescia) propone per le produzioni tipiche bresciane, tondo e vergella, di puntare «sia ad una specializzazione di prodotto sia a mercati di respiro internazionale, gli unici in grado di garantire volumi anche in una congiuntura difficile come l’attuale».

Una mossa necessaria anche perché, come ha spiegato Gianfranco Tosini (Siderweb) «nei prossimi anni i prodotti piani andranno meglio dei prodotti lunghi (tra i quali il tondo), che dovranno far fronte ad una limitata domanda italiana dell’edilizia».

Fonte Giornale di Brescia

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