08 Gennaio 2014, 08.16
Paitone
Presepi

Un presepe con l'anima

di Marisa Viviani

C'è tempo fino a domenica (dalle 14 alle 19) per visitare il grande presepe di Paitone. Realizzato dal Gruppo San Rocco, "fotografa" la Paitone della prima metà del Novecento


Se i presepi hanno un'anima, quello di Paitone non è certo da meno, e la sua è antica.
Non paia una provocazione blasfema, ma non tutti i presepi sanno trasmettere quel messaggio di fede, di pace e di fratellanza che gli è proprio; alcuni sono grandiosi, di straordinario effetto scenografico, perfetti nei loro meccanismi che li movimentano, ingegnosi e originali, e attirano folle di visitatori per la loro consolidata notorietà.
 
Tutti sono frutto di lavoro, di impegno e di collaborazione da parte di volontari, che per mesi si ritrovano a progettare, costruire, organizzare, ma non tutti comunicano quel messaggio, sia esso di fede o di solidarietà umana, etico o sociale che è insito nell'idea stessa di natività e di presepe.
 
Davanti a certi capolavori di creatività si resta sbalorditi e ammirati, ma non colpiti da emozioni che muovono corde profonde del nostro sentire religioso, morale, civile, o culturale, sia che apparteniamo alla schiera dei credenti o dei laici; l'opera, seppur stupefacente pare formale, senz'anima.
Non è il caso però del piccolo presepe di Paitone, che la sua anima la mostra tutta nella rappresentazione bonaria e gioiosa della sua comunità, fatta di case, strade, orti, chiese, monumenti e di genti che danno loro vita e storia, e significato; in questo contesto di realtà e vita vissuta si colloca la raffigurazione della Natività, simbolo di devozione per i fedeli, di fratellanza e pace per tutti gli altri.
 
La rappresentazione del paese di Paitone è storica, antecedente la seconda guerra mondiale, e individua gli elementi significativi e identitari della comunità, riproducendoli in una raffigurazione famigliare e affettuosa che trae spunto da documenti e dalla testimonianza degli anziani.
Vediamo così il paese con i suoi edifici più significativi, la Chiesa Parrocchiale di Santa Giulia innanzitutto, che domina l'abitato dalle pendici della collina su cui sorge; una scalinata a due rampe la collega al centro del paese come nella realtà, l'orologio del campanile segna l'ora esatta e dal portale principale si vede il dipinto che sovrasta l'altare maggiore.
 
Dal lato opposto del presepe si staglia sempre in posizione elevata il Santuario della Madonna di Paitone, dove si trova un quadro del Moretto, nascosto dalla popolazione per sottrarlo alla razzia nazista delle opere d'arte; e poi la Chiesa di San Rocco, dalla cui manutenzione da parte di volontari partì l'idea di costituire un'associazione no profit di impegno sociale.
 
Ai piedi delle colline si presenta così il paese, con le sue case, i palazzi storici, le ville, le strade, gli orti, la campagna, la vecchia linea tranviaria che da Porta Venezia a Brescia portava viaggiatori e merci fino a Gargnano e Idro, in una rivisitazione che pare più di riappropriazione della propria storia e identità che un'operazione di nostalgia; interpretazione che la vasta partecipazione al lavoro di allestimento sembrerebbe confermare.
 
Osservando la minuziosa ricostruzione infatti non sfugge l'attenzione riservata a tanti particolari che trovano corrispondenza nella realtà del paese; una nutrita squadra di falegnami, muratori, elettricisti, fabbri, marmisti, imbianchini, hanno costruito e predisposto le casette in legno intonacate, la linea elettrica munita di lampioni stradali, gli steccati, gli attrezzi da lavoro, le cancellate, 15.000 coppi miniaturizzati di copertura ai tetti delle costruzioni, i gradini in marmo delle scalinate, delle panchine, dei pilastri, del monumento ai caduti della Grande Guerra, l'esatta riproduzione in rame del lampadario appeso sotto il portico del santuario (fatto dallo stesso fabbro che aveva costruito l'originale in ferro battuto).
 
Una squadra di donne e bambini ha poi completato l'arredamento delle strutture, delle case, degli orti con oggetti vari e ortaggi riprodotti con la creta e li ha popolati di gente reale e personaggi da presepe.
La Sacra famiglia infine è stata posta all'interno di uno specchio d'acqua che rappresenta la vita.
 
Il Gruppo San Rocco che ha allestito il presepio si è costituito otto anni fa e da sette anni partecipa al concorso organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) di Brescia; già classificatosi al primo posto per la Categoria Gruppi nel 2010 e nel 2011, ha ricevuto anche un riconoscimento nel 2011 da parte della Comunità Montana di Valle Sabbia per le attività manuali nell'ambito del concorso per i presepi; il gruppo è ben affiatato e conta oggi quasi duecento associati, impegnati anche in attività teatrali e di animazione con i bambini.
 
Il Presepio resterà aperto anche domenica 12 gennaio dalle ore 14,30 alle 19; per arrivarci basta seguire le indicazioni poste sulla strada, dalla rotonda di Paitone sulla statale del Caffaro alle vie interne al paese, che vi condurranno a pie' della collina fino al cascinale in cui è allestito.
Affrettatevi dunque a visitarlo in quest'ultima domenica, sarete accolti cordialmente dagli organizzatori, che sono  simpatici e vi offriranno una bevanda calda. Anche l'accoglienza fa parte dell'anima della comunità.

Foto di Luciano Saia
 


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