Un «preservativo» in plexiglass per il forno

A Livemmo di Pertica Alta si fanno progetti sul futuro del forno fusorio. «Pensiamo ad una struttura in plexiglas sagomata sul forno stesso, per proteggerlo ma, allo stesso tempo, renderlo visibile».
L’idea è del sindaco Denis Zanolini, che sta vagliando con gli esperti la concreta applicazione della struttura: «Se ci saranno altre campagne di scavi nel sito? Probabilmente c’è ancora tanto da scoprire, ma oggi la vera preoccupazione dell’amministrazione comunale - spiega Zanolini - è consolidare il forno ed i reperti fin qui ritrovati, per salvaguardarli dai danni atmosferici, ora che sono stati riportati alla luce».

Al mantenimento del sito ed al suo possibile sviluppo sono molto interessati anche Provincia e Comunità montana, che quest’estate, col vicepresidente provinciale Aristide Peli e col presidente comunitario Ermano Pasini, sono saliti a vedere il sito da vicino: «Ci appoggiano appieno nell’idea del consolidamento». Intanto proseguono i contatti col dottor Gianpietro Brogiolo dell’Università di Padova, ordinario di Archeologia Medievale e direttore scientifico delle campagne di scavo condotte al forno fusorio di Livemmo. «Ora il forno, tesoro di grande valore - spiega Zanolini - è puntellato.
Ma per non perderlo, serve intervenire in fretta per la salvaguardia. Solo dopo sarà possibile avere una maggior fruizione del sito a livello turistico, con prima un occhio di riguardo alle scuole per una fruizione da attuare con visite mirate ma poi, da una fruizione di nicchia si passerà a una fruizione allargata».
Ora ci si sta muovendo con tecnici ed esperti per capire qual è il modo migliore per intervenire. Ma poi, presa la decisione, qualcuno dovrà dare finanziariamente una mano: il Comune non può fare da solo.
Spento ormai dal 1848, il forno non riprenderà a produrre ghisa. Ma, difeso e protetto, potrà raccontare la sua storia e quella le fatiche della lavorazione del ferro in Valsabbia.

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

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