02 Novembre 2016, 09.52
Pertica Alta Valsabbia
Personaggi

Perticarolo per amore

di Giancarlo Marchesi

Alle Marche, profondamente segnate in questi giorni da ripetute scosse di terremoto, Vallesabbianews vuole esprimere la propria vicinanza rendendo omaggio alla figura e all’opera di Renzo Paci (1928-2007)


Renzo Paci (1928-2007), fu un impareggiabile studioso della storia di quella regione e grande amico delle nostre Pertiche.
Se come professore di storia Moderna presso la prestigiosa Università di Macerata, nel corso della sua lunga attività accademica, Paci seppe percorre innovative piste di ricerca approfondendo tematiche e argomenti che hanno gettato nuova luce sulla storia marchigiana, i legami familiari lo portarono a frequentare con assiduità Livemmo, terra d’origine della famiglia dell’amata moglie.

L’opera di Renzo Paci è stata di fondamentale importanza per le Marche non solo per le ricerche da lui effettuate in prima persona ma anche per il contributo che, assieme a figure di spicco come Alberto Caracciolo e Sergio Anselmi, seppe fornire al rinnovamento della storiografia italiana.

La “scuola marchigiana” – così chiamata da Augusta Palombarini – diede vita sia alla rivista “Quaderni storici delle Marche”, poi “Quaderni storici”, sia al periodico “Proposte e ricerche”, che portarono all’attenzione del mondo scientifico nazionale un nuovo modo di avvicinarsi alla storia.

L’esperienza di Renzo Paci non si è, tuttavia, limitata al solo ambito scientifico ma ha abbracciato anche l’attività politico-amministrativa.
Nel servizio alla comunità marchigiana, Paci ebbe una particolare attenzione per i temi legati alla salvaguardia del paesaggio e della natura. Da una sua brillante intuizione nacquero le proposte portarono all’istituzione dei parchi del Conero e dei monti Sibillini.

Per lunghi anni, Renzo Paci trascorse il suo riposo estivo a Livemmo, ritemprandosi dall’impegnativa attività accademica, nella casa che nei primi del Novecento aveva ospitato l’albergo “Prealpi”, voluto dal cavalier Angelo Piccini, figura di spicco della Valle nel Novecento.
Nella piccola comunità livemmese, Paci diede vita, con i cugini Maria Leali ed Ernesto Mascitelli, all’Associazione culturale AZ che sulla fine del secolo scorso promosse iniziative culturali e musicali di indubbio valore.

Lui stesso nell’agosto del 1997 tenne, nei locali dell’ex scuola Elementare di Livemmo, una magistrale relazione dal titolo: “La lavorazione del ferro tra Valtrompia e Valsabbia: una lunga storia” e partecipò, negli anni successivi, in qualità di moderatore, ai cicli d’incontri denominati “L’antica terra delle Pertiche”, organizzati da chi scrive per conto dell’amministrazione comunale guidata all’epoca da Denis Zanolini.

Non solo, ma seguì con fattiva partecipazione la ricerca che portò al ritrovamento del Forno fusorio di Livemmo, individuato, in località Granolze, proprio grazie a quel Catasto napoleonico che aveva occupato tanta parte dei suoi studi.

L’importanza e i valore dell’opera di Renzo sono stati suggellati dall’intitolazione alla figura di Renzo Paci sia dell’archivio storico del Comune di Senigallia sia di un’aula dell’Università di Macerata.

Ma c’è di più: proprio alcuni mesi fa, il Consiglio regionale delle Marche ha riservato uno dei suoi quaderni a questo protagonista della storiografia marchigiana del secondo Novecento: il volume dal titolo “Le Marche tra Medioevo e contemporaneità. Studi in memoria di Renzo Paci”, a cura di Carlo Vernelli, raccoglie quattordici saggi realizzati da amici e colleghi di Renzo che ripercorrono i temi a lui cari, delineando i principi della sua personale lezione storica, i caratteri del suo modo di fare storia che si richiamano ai grandi filoni innovatori della storiografia novecentesca.

Ai propri lettori, Vallesabbianews dà l’opportunità di approfondire la storia delle Marche grazie al volume edito dal Consiglio regionale di quella regione scaricabile qui.
 


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