20 Marzo 2017, 13.02
Genitori & Figli

I ritirati

di Giuseppe Maiolo

Li riconosci perché non li vedi. O meglio, sono quei ragazzi che si isolano per paura del mondo che in alcuni casi diventa vero proprio panico


Si nascondono e si ritirano. Sono adolescenti tra i 14 e 18 anni, a volte anche più giovani, che sfuggono dai contatti sociali e temono le relazioni con i pari, il confronto, la scuola.

Timidezza e insicurezza? Si ma troppa, acuta, irriducibile.
Non di rado angoscia pura per le relazioni sociali che li spinge a isolarsi dagli altri e a scappare dalla vita reale.
Lo si definisce isolamento sociale ed è la manifestazione di un profondo disagio.

In Giappone, il fenomeno conosciuto con il nome Hikikomori che significa ritirarsi, è esteso. Allarmante.
Ma anche in Italia preoccupa perché sta diffondendosi e, perché in alcuni casi, è ritiro totale. 
Sembra infatti che siano in aumento quei teenager, soprattutto maschi, che ad un certo punto della loro crescita avvertono sempre più chiaramente una sensazione forte di disagio e paura, acuta, della scuola e del confronto con i compagni.
Allora gradualmente ma con sempre maggiore determinazione si chiudono in casa, nella loro stanza, al riparo da tutti e da tutto.
Unica finestra aperta sul mondo: un PC e il collegamento internet.

Il ritiro dalla scuola e il rifiuto dei contatti con il gruppo non sono cosa nuova in adolescenza.
Sono comportamenti che vanno sotto il nome di fobia scolare. E Non si tratta di un disagio prodotto esclusivamente da Internet e dalle tecnologie digitali.
La rete in cui cui questi ragazzi si rifugiano chiudendosi nella loro camera, sono una sorta di rifugio protettivo, un ritiro rassicurante. Certamente una fuga.

La scuola non c'entra. Tantomeno il rendimento scolastico. Anzi solitamente si tratta di adolescenti ben attrezzati da un punto di vista intellettivo.
È invece la paura o la vergogna sociale che attiva in loro il bisogno di richiudersi in una stanza e separarsi dalla vita reale, annullare l’immagine fisica del proprio corpo e il confronto con i pari. Il fenomeno del ritiro sociale, pertanto, ha una forte valenza simbolica che va colta è trasformata perché l’illusione del rifugio non si trasformi in prigionia totale.

Su questo aspetto è necessario riflettere.
Il problema sta nel fatto che questo nostro tempo digitale fornisce ai minori l’idea che l’amicizia e i contatti virtuali possano essere sempre meno relazioni reali.

Per una serie di circostanze sociali oggi le relazioni umane sono critiche, difficili, frustranti e insoddisfacenti.
I contatti e gli incontri sempre più dominati dalla competizione e dalla prevaricazione. La famiglia, a volte assente, viene percepita dai ragazzi come distante e concentrata più sui risultati e sulle prestazioni scolastiche che sulle loro esigenze.
La scuola lontana, lontanissima dai loro interessi e dal loro mondo, parla un’altra lingu e dispensa “saperi” con strumenti invecchiati: non affascina più.

Meglio allontanarsi o estraniarsi da questo mondo reale e proteggersi immergendosi nel virtuale.
In altri termini un simile comportamento può essere letto sia come protesta che come grido di aiuto. Soprattutto è un messaggio di dolore quello dei ritirati che richiede dagli adulti un intervento urgente perché la dimensione autoprotettiva, per certi versi funzionale al processo di crescita, non richiuda per sempre chi sta aprendosi alla vita. 
 
Giuseppe Maiolo
 


Aggiungi commento:

Vedi anche
18/10/2019 09:26

Hikikomori. Quei ragazzi ritirati in casa “A casa mia sto bene, ho la mia camera, il mio pc, il mio mondo!”. Così dicono quelli che piano piano se ne vanno da scuola e dalla vita di tutti i giorni richiudendosi in casa. Via da tutto

22/07/2018 09:30

Sempre connessi ma fuggiaschi Li puoi chiamare fuggiaschi ma sono teenager isolati dal mondo che non vedi perché si nascondono, si ritirano in casa e rifiutano i contatti reali

28/12/2020 11:10

Un lungo anno di paura e la strada che cura Un lungo anno di paura, verrebbe da dire. O meglio, un interminabile tempo di angoscia che non si è ancora concluso. Perché non si tratta solo di paura, che è reazione di difesa a qualcosa di conosciuto, ma di fare i conti con l’indeterminato e l’invisibile

16/11/2015 07:51

Terrorismo: proteggiamo i bambini Ogni attacco terroristico ha come obiettivo esclusivo quello di seminare il panico. La paura che si sviluppa nella gente è collegata al timore di un altro attacco e all’incapacità di poterlo prevedere

16/03/2022 08:00

Il Covid e la guerra: paura dopo paura Dalla paura alla paura. Dal timore di un nemico invisibile e sconosciuto nel giro di qualche giorno siamo passati a quella verso un nemico conosciuto che invade e distrugge.




Altre da Genitori e Figli
24/03/2024

Le risse dei giovani e la platea degli indifferenti

I violenti fatti verificatisi alla fermata dell’autobus a Tormini richiedono una profonda riflessione. Una ce la offre il prof. Giuseppe Maiolo

11/03/2024

Stalking, quando l'amore è persecuzione

Le radici di questo comportamento stanno nell’incapacità relazionale e nella difficoltà di quei maschi che non riescono a gestire un rapporto affettivo

04/03/2024

Selfie, una mania comune

Il selfie sembra diventato una “mania”, intesa non come disturbo mentale ma come comportamento comune, di tendenza

26/02/2024

Sessualità, educare alle relazioni

Nel terzo millennio il sesso, non più tabù, sembra essere esperienza carica di ansia da prestazione e non per mancanza di educazione sessuale

19/02/2024

San Valentino è ancora il giorno dell'amore?

L’ultimo Report di Save the Children “Le ragazze stanno bene?” diffuso proprio nel giorno di San Valentino, ci invita a riflettere sulle relazioni amorose dei giovani e sul come vivono la sessualità al tempo dei social

06/02/2024

Safer Internet Day, per pensare alla prevenzione

La giornata mondiale per la sicurezza in Rete è un’occasione di riflessione per la diffusione della cultura della cyber sicurezza, della consapevolezza e sull’uso sicuro del digitale

27/01/2024

Narrare la memoria contro la banalità del male

La memoria è l’esistenza stessa e da sempre sappiamo che non è solamente il ricordare qualcosa. Senza la memoria non c’è storia, non esiste il tempo, tantomeno lo sviluppo e il cambiamento

15/01/2024

I social, demoni o strumenti per chi educa?

I social media, come dice la parola, sono strumenti per la socialità pensati per tutti. Ma spesso l’utilizzo che ne fanno le nuove generazioni, viene vissuto dagli adulti in maniera conflittuale.

09/01/2024

Le aspettative: utilità e limiti

All’inizio di un nuovo anno e in un tempo di poche certezze, di solito crescono le aspettative che, come dice la parola stessa, sono cose che ti aspetti.

31/12/2023

La cura. È pre-occuparsi dell'altro, ovvero esserci

Da analista la parola “cura” mi appartiene perché nella stanza delle parole sta sempre lì a fianco, vive della relazione con il paziente, anzi la “cura”, la riempie di significato. Che è quello necessario a costruire una nuova narrazione, il rinnovamento o il cambiamento, anche se non la guarigione