17 Settembre 2012, 07.41
Punti di Vista

Furbi e fessi

di Aldo Vaglia

Mario Monti al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini lancia un monito alla Rai: non si chiamino, nei telegiornali, «furbi» gli evasori.


Giovanni Prezzolini, giornalista e scrittore, nel 1921 così raccontava nel suo “Codice della vita italianaâ€.
“L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi, che non fanno nulla spendono e se la godonoâ€.
Sono passati novant’anni, ma poco è cambiato.
 
Ancora oggi “gli sciacalli e gli avvoltoi stanno divorando il nostro paese, politici e amministratori, corrotti e collusi, a destra a sinistra al centro sotto e sopra, sono solo lo specchio di un paese che purtroppo appare nella sua devastazione antropologica nel crepuscolo di un impero che non è solo locale ma mondialeâ€.
Le terribili analisi dello scrittore sappiamo quanto erano giuste e a quali conseguenze hanno portato l’Europa e il mondo.

Perché allora nonostante i catastrofici risultati dei furbi questi continuano sempre a comandare?
La risposta ce la dà ancora Prezzolini: “L’intelligente è un fesso anche lui; il furbo non usa mai parole chiare e comanda non per la sua capacità ma per l’abilità di fingersi capace; i fessi hanno dei principi i furbi soltanto dei fini; ci sono dei fessi intelligenti e colti che vorrebbero mandare via i furbi, ma non possono, perché gli altri fessi sono stupidi e non li capiscono."
 
Sebbene  il vocabolo “ furbo†derivi da “forbireâ€, ripulire le tasche altrui, l’italiano ha un tale culto della furbizia che arriva all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno.

Certo ci sono anche furbizie nobilitate dalla storia: Hermes ancora fanciullo ruba le mandrie di buoi ad Apollo tirandoli per la coda e facendoli camminare all’indietro per confondere le tracce.
Ulisse  usa il cavallo per vincere la guerra contro i troiani.
Anche Gesù dice ai suoi discepoli di essere astuti come i serpenti e candidi come le colombe.
Machiavelli sa che il principe non governa con i paternoster e Cavour spedisce a Parigi la bellissima cugina contessa di Castiglione per sedurre Napoleone III e indurlo ad una politica filo piemontese .
Queste sono furbizie, ma di alta strategia.
C’è anche la furbizia per necessità degli umili, la furbizia contadina di Bertoldo che non ha altro mezzo per sopravvivere in un mondo ostile in mano ai ricchi.

Ma la furbizia di cui parla Monti non è  né  per autodifesa né per questioni storiche, è più semplicemente quella di chi si pone obiettivi, più terra a terra, di lucro personale.
È l’Italia del familismo amorale, dell’evasione fiscale, della corruzione, degli amici degli amici, di chi scavalca la fila, di chi copia i compiti, di chi si vende anima e corpo per far carriera, di chi diventa dirigente di regione, provincia e comune senza averne titolo, di chi percepisce pensioni di invalidità fasulle, di chi viene promosso prima di andare in pensione, di chi accumula depredando il pubblico, di chi si arricchisce facendo solo politica.
È l’Italia di tutti i furbetti che vivono attorno al denaro pubblico rubato.
 
Troppi e troppo incrociati gli interessi, il tentativo di chi catapultato dal di fuori anche se senza esito è ammirevole.
L’autocritica di stampa e televisione tardiva e nella maggior parte dei casi auto-assolutoria non aiuta certo Monti nella sua missione.
La lotta ai “furbi†che per definizione sono disonesti andrà a finire come quella ai cretini di De Gaulle:
“Mio generale, morte ai cretini†.
“Caro amico, il suo programma è troppo ambiziosoâ€.

 


Commenti:
ID23055 - 17/09/2012 12:13:46 - (pierdo53) - D'accordo

Non posso che essere d'accordo con te, ed in questo caso anche con Monti. Complimenti per i tuoi interventi, sempre "puntuali".

ID23057 - 17/09/2012 13:39:58 - (bob63) -

Non credo che Monti si rivolgesse ai furbi, mi sembra pi logico pensasse ai fessi, e quale arma migliore se non la delazione, la guerra tra poveri, denunciando il vicino di casa, sicuramente creare il dubbio; se ha comprato la macchina , avr evaso.Forse Monti dovrebbe guardare nelle aule dove esercita il suo mandato, dovrebbe pensare ai tagli alle spese,tagliare gli sprechi,tagliare quei 3.200 enti riconosciuti inutili,rivedere lo statuto delle regioni speciali, rilanciare l'economia reale, eliminare poltrone spesso mal occupate, eliminare privilegi assurdi, rivedere tutto l'apparato burocratico, abbassare le tasse, investire nella meritocrazia, nella ricerca, praticamente tutto quello che non ha fatto.Fatto ci parli pure di evasione, ma prima tagli le tasse.

ID23061 - 17/09/2012 14:09:54 - (Leretico) - Il punto di partenza

I furbi vincono nei paesi dei fessi quando il diritto è solo carta straccia, per non dire un surrogato igienico delle bucoliche foglie di fico. Tutti vedono che l'economia è in recessione per effetto della manovra fiscale in corso, ma nessuno dice che è solo un palliativo, ancorché apprezzato dall'Europa che diffidava moltissimo della capacità del governo precedente a Monti riguardo alle sue capacità di far fronte politicamente ad una stretta fiscale come quella che stiamo subendo. È qui il punto vero. Se le uscite dello stato superano le entrate non si può sperare di rimediare neanche con ulteriori aumenti. In questa luce devono essere intese le mosse del governo. Loro furbi ci trattano da fessi e ci propagandano la loro scure con l'edulcurazione di una moralistica lotta all'evasione, che pure esiste e va combattuta. Il dramma è che ci sentiamo proprio dei fessi quando paghiamo e vediamo questo spettacolo, queste prediche

ID23062 - 17/09/2012 14:19:59 - (Leretico) - Continua

che vengono da chi è il primo che in nome del fare cassa calpesta il diritto del cittadino a non vedersi privato molto, troppo, spesso ingiustamente per un paese civile, del proprio diritto di difendersi dall'esosità di un'amministrazione che a tutto pensa tranne che ai servizi che il cittadino chiede in contropartità delle tasse. L'agenzia delle entrate e la sua controllata Equitalia non dicono mai come rimborsano i cittadini innocenti che sono caduti ingiustamente nelle loro mani essendone stritolati. Queste sono storie che non interessano. Prima di fare prediche agli italiani e trattarli da fessi stupidi, mettano a posto in casa loro e ripristinino il diritto che dalla Costituzione promana, piuttosto che profanarlo ogni giorno in nome della riscossione a tutti i costi. Non possiamo credere a uno stato che fa le leggi (come lo statuto del contribuente) e il giorno dopo, non un anno dopo, è il primo che lo contravviene.

ID23065 - 17/09/2012 14:40:10 - (Dru) - dice Gesù ai farisei

"chi è cieco non porta peccato..." , che tradotto significa che per fare il male è necessario vederlo e riconoscerlo prima e scegliere poi di farne , ma è vero questo ? Socrate nel Protagora di Platone risponderebbe , potendo nascere dopo Cristo , esattamente il contrario e cioè " chi è cieco porta peccato...." rispondendo ad un modo di vedere il male che da Aristotele in poi muta nel senso cristiano che al male si darà. Per farla breve Socrate direbbe il contrario sul male poichè , potendo rispondere a Cristo egli osserverebbe che quel vedere il limite che gli fa riconoscere il bene dal male è un vedere pieno di incognite e di nebbie e di scuri , non è un vero vedere , impossibile all'uomo che vede la verità di non perseguirla come a colui che del male prevede tutta la sua distruzione dopo un effimero piacere portatogli dall'azione compiuta perseguisse comunque di portarla a termine.

ID23068 - 17/09/2012 14:53:40 - (Dru) - Aristotele e Socrate

Aristotele opponeva a Socrate questo motivo, che conoscere la virtù non significa per forza essere virtuoso , inserendo ed opponendo al lato razionare dell’anima quello irrazionale che influisce sulle azioni portate dall’uomo che riconosce il limite fra bene e male ma poi , per impulso persegue il male. Ma a chi sembrasse facile portare battaglia al concetto socratico del male , e almeno negli ultimi 2000 anni abbiamo dato retta al senso cristiano del male , per coloro che vogliono ragionare il senso radicale del male portato da Socrate le cose non si mettono poi così facilmente abbattibili. Socrate dice "so di non sapere" e conduce questa tesi fino al fondo della sua teoria indicando il senso di questa frase nel modo che segue : " se sapessi come coloro che credono di sapere non sapendo mi porrei come coloro che credono di fare del bene non facendolo".

ID23069 - 17/09/2012 15:24:07 - (Dru) - Chiedendo scusa agli dei per le banalizzazioni con cui procedo...

Questa mia tesi sopra per significare che la coscienza determina le azioni degli uomini e se del male abbiamo una coscienza socratica allora ci porremmo sempre in senso critico ad esso portandoci alla ricerca del bene come sua soluzione tramite lo studio e la conoscenza specificamente razionale , poichè l'uomo che riconosce più male che bene nell'azione che porta mai si appropinquerebbe ad agire per il male: "intellettualismo etico". A differenza di ciò che oggi si dice del male che lo si fa anche se lo si riconosce. Per Aristotele e Cristo Hitler ed i suoi erano consapevoli carnefici , per Socrate solo degli inconsapevoli stupidi , sempre rispetto alla determinazione a cui diamo della cosa "male".

ID23070 - 17/09/2012 15:33:20 - (Dru) - Ecco

Io questo discorso non l'ho portato a caso , il mio discorso è una grande metafora dei termini adoperati da Aldo : Furbo e Fesso ( Male e Bene) e per dare corpo e significato a qualche cosa che non deve essere ridotto e semplificato , per spirito critico. Se poi mi chiedete in specifico cosa volessi significare , beh vi dico che questa volta sono stato talmente contorto che ancora adesso sto ricercandone sbrogliarne la matassa per trovarne il bandolo... il vostro amico senochè pantagruelico Dru.

ID23076 - 18/09/2012 06:10:49 - (Dru) - Il bandolo

facciamo un esempio di pura invenzione ma che badi al concreto come piace ad Aldo: un direttore di banca decide un bel giorno di investire i risparmi dei suoi clienti in SWAP perchè ha conosciuto una persona che gli pare affidabile nel settore della finanza e questo direttore li investe i risparmi della gente della sua banca e fa quasi fallire la banca con questa operazione .Si istituisce il processo intentato dalla banca che gli subentra nella conduzione della banca quasi fallita e questo processo finisce con un cospicuo risarcimento nei confronti del direttore poichè offeso nella sua onorabilità. Per i clienti della banca quel direttore è il loro male e se la cosa la guardano socraticamente un furbo e quindi da condannare mentre se la guardano cristianamente , come il giudice che lo ha assolto poichè ha reputato involontaria la sua azione ,un fesso da compatire.

ID23077 - 18/09/2012 06:13:48 - (Dru) -

Quello che resta , al dunque , a parte il fatto che sia fesso piuttosto che furbo , è un pugno di mosche per coloro che hanno subito il danno , resta cioè e comunque la beffa.Una società sorretta Socraticamente , sul concetto che Socrate ha del male , è una società con un profondo senso critico nei confronti di tutti , una società che si fonda sulle virtù viste come fini da perseguire ad ogni mezzo : lo stato si comporta socraticamente con chi gli deve pecunia , non ammette ignoranza appunto. Una società sorretta cristianamente , sul concetto che Aristotele/Cristo ha del male , è una società che giustifica il male poiché nutre la convinzione che esso può essere fatto involontariamente, meno critica in questo di quella socratica e più aperta ai furbi.

ID23078 - 18/09/2012 06:42:26 - (Dru) - a proposito

io , il Dru , sono Alessandro Vaglia , questo poichè quando parlo di persone e giudico , anche di persone di pura fantasia, mi piace levarla la maschera.

ID23082 - 18/09/2012 08:59:14 - (Aldo Vaglia) - Per Dru

L'esempio che tu proponi e' quello di un furbo. Anche il vittimismo fa parte del bagaglio nostrano dei furbi.

ID23083 - 18/09/2012 09:49:38 - (Dru) - Si

Ma Socrate ti avrebbe risposto che di fronte alla verità , di fronte all'episteme della virtù , essere furbi a questa maniera , conduce ad essere fessi (credono di sapere non sapendo, io so di non sapere- Socrate). Metretiche episteme , diceva Platone della misura che calcola quanto male porta un bene , o quanta infelicità si porta dietro un azione portata per essere felici , se al dunque misuriamo che l'infelicità è superiore alla felicità , allora , al dunque , non sei un furbo se prima non ti sei fermato , ma , poi, risulti un fesso. Vedi caro Aldo , io credo nella forza della verità , e vi credo a tal punto che ogni altra cosa mi sfiora appena.

ID23084 - 18/09/2012 10:33:56 - (Dru) - il tuo messaggio in questo è solo socratico

e l'intelligenza ponila come la verità , tu stesso equipari i cretini ai furbi e i fessi agli intelligenti . Quindi non vedere i miei ma... come obiezioni , vedili come conferma a quello che tu stesso riporti nel solco della tradizione e dei suoi di valori. Un tempo , caro Aldo i valori erano la conoscenza e l'episteme , oggi sempre di più sono iil "devo farcela a tutti i costi", per forza l'intelligente se non furbo , risulta fesso e perdente e il furbo non intelligente è vincente, è vincente secondo questi nuovi valori.

ID23091 - 18/09/2012 19:28:32 - (Aldo Vaglia) -

Purtroppo e' come la racconti tu e c'e' poco da fare. C'e' solo da ridere a vedere come la gente si affanni per metterlo in quel posto al prossimo. Noi poveri "cipputi" ci dobbiamo abituare all'uso improprio dell'ombrello.

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