11 Dicembre 2013, 07.00
Punti di vista

Kazzenger e la Scienza

di Aldo Vaglia

Le gazzarre in Senato, che si ripetono da più legislature, contro i Nobel e le Eccellenze nazionali, sono la cartina di tornasole del nostro livello di analfabetismo culturale e scientifico


La scienza e le arti rimangono le Cenerentole nella scuola, nella società e nella politica italiana
Già all’inizio del secolo scorso F. T. Marinetti pensava che la malattia dell’Italia fossero i professori e gli avvocati.
Ci si doveva aprire alla rivoluzione industriale e all’avvento delle macchine.
Chi abbia raccolto il vessillo di queste ‘futuristiche visioni’ e come sia andata a finire, è Storia.

Allora come ora le classi dirigenti per conservare una vecchia e stagnante economia agricola appoggiarono la nascita del fascismo; e si dovette attendere oltre vent’anni e una sanguinosa guerra mondiale, per dare inizio all’industrializzazione della nazione.
In quei favolosi anni, del ‘Boom Economico’ l’alleanza di pubblico e privato con l’intelligenza di imprenditori illuminati diedero, alle scienze, alla ricerca, all’innovazione, alla scuola, il ruolo decisivo per il proprio sviluppo.
È dalla fine degli anni ’70 da quando la politica è ritornata a difendere rendite, parassitismi, disuguaglianze che è iniziata l’inesorabile crisi che oggi si manifesta in tutta la sua gravità.

Ciò che non si è fatto per le riforme è anche quello che non si è fatto per la scuola dove ogni tentativo è abortito anche per la visione della cultura che non va mai oltre la distinzione tra classico e scientifico.
Certo la chiesa e le filosofie, con i loro assolutismi difficilmente si accordano col sistema rovesciato delle piccole verità transitorie. Il metodo sperimentale e il controllo dei risultati è antitetico alla politica.
I sogni, i sentimenti, le anime, fanno a pugni con la dura realtà della materia. È anche per questo che milioni di italiani si rovinano con il gioco, con maghi e fattucchiere; e che i Populismi e gli Slogan semplicistici raggiungono più facilmente l’elettore che profonde analisi.

Quotidiani e settimanali relegano le notizie scientifiche in pagine specializzate, come se fossero corpi estranei. La scienza non fa ‘audience’, scienziati e ricercatori parlano poco, i chiacchieroni stanno da un’altra parte. 
Un tracollo, un calo disastroso che non riguarda solo l’Italia è quello degli iscritti a facoltà scientifiche. Gli Stati Uniti non stanno meglio di noi dice Odifreddi in un’intervista al Mattino. “Anche lì la maggior parte, allettata anche dai guadagni, preferisce studiare Legge piuttosto che Matematica. Solo che in America le facoltà scientifiche restano piene, perché gli americani sono rimpiazzati da studenti indiani e cinesi, mentre da noi si svuotano inesorabilmente.
Di questo passo ritorneremo ad accendere il fuoco con la pietra focaiaâ€.

Il fatto che da dieci anni sulla rete nazionale venga trasmesso un programma come ‘Voyager’, che l’intelligenza satirica di Crozza ha subito denominato Kazzenger, la dice lunga di quali siano i meriti scientifici che piacciono a tanti nostri politici. Ed è anche il motivo che ci condanna alla crisi che stiamo vivendo. Un paese che umilia la cultura scientifica come il nostro è destinato a diventare un paese –cameriere.


Commenti:
ID38832 - 11/12/2013 08:54:45 - (fp300958) -

La terza rivoluzione industriale ha contribuito a creare un nuovo forte clima di fiducia intorno alla scienza e alla tecnica, dopo la cruda parentesi delle guerre mondiali, alimentando nuove forme di positivismo, ma anche aspre critiche da parte di pensatori di stampo esistenzialista e riflessioni di tipo etico.Anche la narrativa e la cinematografia, attraverso il filone della fantascienza ha incarnato questo nuovo clima culturale di fiducia neopositivista nelle possibilita' della scienza e della tecnica di provvedere al benessere materiale dell'umanita' dando ampio spazio all'immaginazione futura della societa', non senza pero' uno spaesamento di fondo, un'incertezza sul futuro e una nostalgia del passato dovuti ai rapidi quanto inevitabili e irreversibili cambiamenti negli stili di vita, fino a vere e proprie forme di distopia.

ID38833 - 11/12/2013 09:04:39 - (Leretico) - La scienza nemica

Con l'Umanesimo e poi con il rinascimento del Cinquecento, il metodo sperimentale divenne il modo con cui conoscere il mondo e il cosmo. L'aristotelismo imperante si scontrò in quel periodo con la nuova lettura di Platone. La nascita dell'individualità, la critica all'olismo aristotelico, le dispute sul "sinolo" misero in moto un meccanismo che dall'Italia di Pico della Mirandola e di Marsilio Ficino si irradiarono in tutta Europa, da Galileo arrivarono a Copernico e a Keplero. Ma il potere religioso non poteva certo stare a guardare. Penso bene che servisse una controriforma e che si dovesse accentuare l'impegno dell'Inquisizione. Vi ricordate la fine di Giordano Bruno? La filosofia della natura cinquecentesca inaugurò un periodo di applicazione matematica di soluzioni pratiche che portò una grande ricchezza all'Italia. Nel Seicento tutto finì. L'ascesa delle potenze di Inghilterra, Olanda e Francia spinsero l'Italia verso l'agricoltura.

ID38834 - 11/12/2013 09:13:33 - (Leretico) - continua

proprio la scienza umanistica nata in Italia con Galileo fece grandi i paesi stranieri che furono capaci di farne uso. I paesi come l'Italia, divisa politicamente e dominata dalla Chiesa, rimasero fatalmente indietro. Tutti i grandi pensatori della filosofia moderna, come Cartesio o Leibniz, nascono in altre terre. A noi non rimane che l'idealismo antiscientifico alla Gentile, l'eredità della controriforma e della Santissima Inquisizione. Forse sia l'idealismo che l'Inquisizione esistono ancora oggi, non hanno smesso di fare danni, alimentano quella diffidenza verso il progresso materiale che deriva dalla mentalità scientifica. Pensate a quante opere pubbliche vengono bloccate a causa di tale diffidenza. Pensate quante occasioni di sviluppo abbiamo perso e quanto stiamo pagando oggi per colpa di questa impostazione.

ID38836 - 11/12/2013 10:08:46 - (Aldo Vaglia) - Per fp e Leretico

E' un finale senza l'ottimismo della speranza perche' pervaso dal pessimismo della ragione il nostro. Eppure qualcosa di nuovo sotto il sole si muove. La destra prende alcune distanze dal fondatore. Il grillismo mette in movimento una gioventu' entusiasta e vogliosa di partecipazione. Renzi sotterra una nomenclatura brezneviana che ha partecipato della stagnazione italiana degli ultimi vent'anni. Il caos e' pero' assoluto e i protagonisti non hanno uno straccio di novita' da presentare. Il verdismo di Grillo e' ideologico russoviano e blocca qualsiasi attivita', lo sposare la decrescita felice lo pone anche a difesa delle elite grastronomiche e garantite. Sulla destra italiana non si possono riporre speranze vanno sempre a finire in un ritorno nostalgico per l'uomo forte che in Italia e' sempre una barzelletta che diventa dramma. Il neoliberismo popolar sorridente di Renzi pur ricalcando i democristiani e senza alcuna idea di come uscire dalla crisi, avrebbe qualche carta da

ID38837 - 11/12/2013 10:11:50 - (Aldo Vaglia) - continua

giocare. Tutto dipende dalle alleanze e da come se ne esce dal caos.

ID38838 - 11/12/2013 11:44:54 - (Dru) - carissimi

Io ora mi trovo sopra il Groste accarezzato e cullato da caldi raggi e riflessi sulla neve.

ID38839 - 11/12/2013 11:47:45 - (Leretico) - Fermento positivo

Concordo sulla positività del fermento. Conosco però la dinamica dei sistemi complessi e so che le leve da usare per il reale cambiamento sono poche e impervie. Il sistema così com'è oggi fa resistenza al cambiamento. La storia dei segretari PD dalla sua fondazione sembra un tiro al piccione da parte della struttura verso i fautori del cambiamento. Vedremo se Renzi diventerà piccione come gli altri, oppure saprà presto e bene usare le leve necessarie: le risorse innanzi tutto e la rottamazione dei burocrati per secondo, quest'ultimi i veri detentori di potere nei territori. La macchina della burocrazia è la prima nemica dei politici a lei ostili. Nessuna azione politica può sperare di essere praticata senza il consenso della burocrazia. Smantellare quel potere attraverso l'uso delle risorse e la decapitazione di alcune teste è la via da percorrere. Forse sull'onda della protesta popolare qualcosa in questo senso si

ID38840 - 11/12/2013 11:48:17 - (Leretico) - continua

muoverà.

ID38844 - 11/12/2013 14:11:09 - (Dru) - a fp300958 che ha mostrato l'impotenza della potenza

L'analisi di fp300958, sebbene solo storica, e quindi di superficie, mostra, della scienza e della tecnica, quali siano gli aspetti della contemporaneità, di una scienza che non vuole essere definitiva, esaustiva, totalizzante, ma che vuole controllare i fenomeni attraverso la tecnica, controllandone anche, con l'anticipazione teoretica dei fenomeni, le possibili configurazioni e ,se il caso, se l'esperienza lo dimostra, aperta all'errore. Ecco, quest'apertura all'errore è l'impotenza della potentissima Tecnica suffragata dalla scienza. A fp300958 dico solo di non confondere lo sbaglio e l'errore, insiti nella Tecnica guidata dalla Scienza (insiti in quanto la Tecnica non vuole conoscere la Verità ma vuole dominare i fatti, gli eventi, gli accadimenti storicamente avvenuti),con la distopia.

ID38845 - 11/12/2013 14:15:12 - (Dru) - cioè, voglio dirle...

...di non pensare che vi sia qualche cosa nella società umana possa attualmente dire di condizionare la scienza, nemmeno la filosofia può tanto, qui però dovremmo aprire un capitolo a parte. Che la scienza sia relegata alla 32esima pagina dei quotidiani in Italia, significa solo, e fa bene Aldo a sottolinearlo, che noi siamo nella decadenza, non che la scienza lo sia.

ID38846 - 11/12/2013 14:18:13 - (Dru) - la scienza e la Tecnica...

...sono i padroni incondizionati del mondo, per come lo vediamo e per come lo vogliamo, chi si oppone a questo è stupido, nei migliori dei casi, e pericoloso se invece vuole contrastarne il dominio, questo è impossibile.

ID38851 - 11/12/2013 15:41:48 - (Dolcestilnovo) - Dru non sono del tutto d'accordo...

scienza e tecnica sono il divenire a mio modo di vedere. Esempio banale da uomo della strada: una volta si pensava che la molecola fosse la parte piu' piccola dei corpi, poi si e' scoperto l'atomo, poi si sono scoperti gli elettroni e i neutroni, poi i neutrini, poi (credo) il bosone e chi mi dice che non vi sia qualcosa di ancora piu' piccolo? Non lo posso escludere se credo nella teoria del continuo. Quindi, tornando a bomba, quello che oggi e', domani potrebbe non essere: come puo' il mondo avere un padrone cosi' malfermo sulle gambe? Credo che bisogna salire al piano di sopra: scienza e tecnica sono figlie del pensiero, il nostro vero padrone.

ID38853 - 11/12/2013 16:09:25 - (Dru) - Quello che hai appena detto è il lato dell'impotenza

che solo chi vede la Verità può pensare. Se la potenza della scienza è il manipolare o dominare gli eventi storici, la sua impotenza è proprio l'incertezza dovuta alla sempre possibile nullità del suo pensiero.

ID38854 - 11/12/2013 16:11:41 - (Dru) - nullità del pensiero

è la contraddizione, o dell'affermazione ciò che nega il suo affermare. Noi possiamo pensare da mortali ad allungare la vita più che possiamo ma siamo sempre aperti alla morte.

ID38856 - 11/12/2013 16:18:54 - (Dru) - comunque quello che hai scritto...

...è corretto, ma come dissi ad Aldo una volta, non basta iniziare con il segno meno per pensare di riuscire per davvero a negare ciò che è, dell'affermazione che si vuole negare, detto... non basta dire appunto che non si è d'accordo, infatti io sono d'accordo con te. Come la mettiamo? Io, in quanto affermazione, sono d'accordo a ciò che la negazione vuole negare in quanto negazione dell'affermato.

ID38858 - 11/12/2013 17:03:23 - (Dru) - nella verità non vi sono nè servi nè padroni

"il pensiero è l'immediato o anche: " Tutto ciò che nel modo che gli conviene, è immediatamente noto, è l'immediato". Col termine pensiero si intende qui l'attualità o la presenza immediata dell'essere. A siffatta attualità è possibile riservare anche il nome di "esperienza, l'esperienza è immediatamente presente al pensiero". Si noti che se il pensiero si realizzasse mediamente tramite strutture che ne consentirebbero la realizzazione, tali strutturesarebbero comunque un contenuto del pensiero, e perciò sarebbero anch'esse immediate."

ID38859 - 11/12/2013 17:18:58 - (Dolcestilnovo) -

...come vedi stiamo parlando di pensiero e non di scienza o di tecnica che da esso derivano. questo mi premeva dire. e mi preme anche dire che nulla, creato dalla scienza o dalla tecnica, e' immortale, proprio perche' puo' essere smentito dagli sviluppi successivi. Forse l'ho gia' detto, in questo caso scusatemi (invecchiando succede), ma le uniche opere immortali sono le opere NON guidate dallo scopo di lucro: letteratura, architettura, scultura eccetera. quella roba di cui l'Italia abbonda e su cui non viene investito un tolino dai nostri governi lungimiranti. D'altronde cosa si puo' pretendere da una classe politica che ha avuto la sfacciataggine di nominare ministro della scuola una come la Gelmini e ministro dei beni culturali uno come il servo bondi?

ID38860 - 11/12/2013 18:32:57 - (Dru) - Ars e tecnèo Ars è tecne.di Varrone

il sacro, il bello, il bene e il vero sono modi specifici di “impadronirsi” delle cose. Per ciò che riguarda l’argumentum va ricordata la sua vicinanza con α̉ρ-γόν, ciò che è luminoso, splendente. Ma è proprio ciò che è luminoso, visibile, quindi non nascosto, che è dominabile. In sostanza, il linguaggio premetafisico avverte la luminosità (lu-x, lu-men, λευ-κόν) delle cose come la loro disponibilità al dominio. Se quindi arguere significa porre in chiara luce, significa più in profondità impadronirsi con lo sguardo e con la mente di ciò che è α̉ργόν. A sua volta, ciò che è così disponibile allo sguardo lo è altrettanto all’ε̉́ργον del mortale, al suo agire. Alla sua ars.

ID38861 - 11/12/2013 18:39:49 - (Dru) -

Nella lingua greca, esser mortale significa essere artifex, δημι-ουργός (ε̉́ργον). Il “mortale” è la volontà di dominio».Una volontà di potenza che però presenta un limite estremo, quello del θάνατος, della morte. L’ars del mortale entra così in connessione con il suo limite estremo, ossia con ciò che nega la volontà di dominio. Con il pensiero metafisico dell’ε̉̉πάμφοτέρίζειν dell’ente si ha l’estensione del limite dell’ars del mortale – θάνατος – su tutto l’ente. L’ente è cioè dominabile dall’ars del mortale, ma è anche ciò che può sfuggire al dominio perché

ID38862 - 11/12/2013 18:41:51 - (Dru) -

nientificabile: questa la struttura della τέχνη ( tecnica appunto).

ID38863 - 11/12/2013 18:51:18 - (Dru) - A proposito signori

Qui non siamo su Kazzenger...;-)

ID38871 - 12/12/2013 07:45:02 - (Dru) - In parole povere

Il dominio o volontà di potenza, l'agire, ogni agire del mortale, quello del letterato, come quello dello scultore, quello dell'artista, proprio perchè non è vera potenza ma è fede o volontà, è credere il possibile dell'impossibile, è credere che l'ente può essere niente. Questo credere, questa fede del mortale, fede che riposa nel suo subconscio, fede che dal mortale stesso è vista come contraddicentesi, in quanto il mortale non ammetterebbe mai che l'ente possa essere niente, trasforma ogni sua potenza in impotenza, perchè l'impossibile è proprio che l'ente sia niente.

ID38872 - 12/12/2013 08:51:01 - (Dru) - Quindi a dolcestilnovo rispondo che...

... rilevando lui che vi siano opere eterne del mortale, rileva che vi sia contraddizione fra questi enti eterni e l'ente supremo del nichilista, il divenire altro di tutte le cose, che riduce ogni essente in niente, anche quegli enti da lui voluti eterni, altrimenti mi deve spiegare come concilia appunto il divenire di ogni cosa con i suddetti eterni esposti, la letteratura, l'arte, la scultura, ecc... continuando sulla strada della sua argomentazione, dolcestilnovo si risponde da sè, come ogni mortale fa, magari lo fa disponendosi per negare l'inevitabile e inesorabile tramonto di tutte le cose, da mortale, cercando di dare un senso diverso al suo di senso, il senso della morte appunto, ma èimlresa impossibile, poichè l'impossibile è il contraddittorio, mentre il reale, dolcestilnovo, può contraddirsi.

ID38874 - 12/12/2013 10:02:09 - (Dru) - spiego l'ultima mia frase in modo da non sembrare troppo oscuro

"l'impossibile è il contraddittorio" significa, nel contesto sopra, ciò che ( dolcestilnovo ,schierandosi come mortale, è per il divenire, il diveniente, cosa per il mortale ovvia e a cui tutti ormai, chi coscientemente chi inevitabilmente vi si corrisponde) si oppone all'ente eterno.Se dico il rosso è verde, dico l'impossibile, indico il contraddittorio appunto, se dico che gli enti divenienti l'altro da sé possono essere eterni, dico l'impossibile, indico il contraddittorio appunto: l'impossibile è appunto il contraddittorio; ma poi concludo dicendo che il reale può contraddirsi, il che significa ciò che il mortale, colui che ha come evidente l'ente diveniente, vuole eternizzare, ma non può eternizzare, come mortale. Cioè dico che il reale può dire il rosso è il verde, il reale è contraddicentesi, ciò che è impossibile è il contenuto di quel reale.Impossibile è che

ID38875 - 12/12/2013 10:02:49 - (Dru) -

le cose divengano altro da sé, questo è il contraddittorio inesistente.

ID38876 - 12/12/2013 10:10:06 - (Aldo Vaglia) - Per Dru

Scienza e filosofia con Galileo e Newton seguono strade diverse. La scienza si occupa prevalentemente dei , elementi misurabili che possono essere riportati a numeri, lasciando i

ID38877 - 12/12/2013 10:17:18 - (Aldo Vaglia) - Per Dru

Qualche mago mi ha tagliato il commento. Forse il paranormale vuol prendersi la rivincita. Completo il ragionamento piu' tardi.

ID38878 - 12/12/2013 10:22:11 - (Dru) - ma è questo...

...ciò che il mortale e in primis la Scienza e la Tecnica credono.Marx venne contestato e abiurato dai suoi stessi compagni di viaggio per un simile malinteso: se l'economia di mercato e il capitalismo come realtà è contraddittoria, questo è il malinteso, allora, siccome la realtà è suprema e superirore ad ogni pensiero, questo è il marxismo, Marx, seguendo le categorie Hegeliane, teorizza l'impossibile, il contraddittorio, cioè indica come contraddittorio ciò che non può esserlo, la realtà e come superamento del contraddittorio la lotta di classe che, da coloro che malintendono, non può invece pretendere di indicare come contraddittorio ciò che è reale, il suo fondamento. Si rilegga quanto ho specificato sulla contraddizione e sul contraddittorio e si capirà che il malinteso sta nel confondere appunto i due termini.La realtà capitalistica si contraddice, questo è il

ID38879 - 12/12/2013 10:28:10 - (Dru) -

contraddice, questo è il reale marxista, Marx non si sogna lontanamente di dire che la realtà è contraddittoria. Estrapolato da un articolo di Emanuele Severino : "senza le «astrazioni» della filosofia la «concretezza» dell’agire politico, economico, ecc. rimane alla superficie, cioè si muove in un mondo illusorio, da cui l’inesorabilità degli eventi continua a risvegliarla bruscamente. E quale astrazione è maggiore di quella espressa dal concetto di «contraddizione»? Anche oggi - soprattutto oggi - il capitalismo è costretto a ripensare se stesso. La globalizzazione capitalistica è un’azione a cui non può non corrispondere una reazione, ossia la crescente pressione dei popoli poveri su quelli ricchi, che oggi si manifesta soprattutto nelle forme del fondamentalismo terroristico islamico.

ID38880 - 12/12/2013 10:30:24 - (Dru) -

Si crede che, oltre alle forze politiche direttamente impegnate, debbano essere innanzitutto le scienze sociali ad affrontare il problema. Ma esistono problemi là dove non ci sono contraddizioni? Il rapporto di azione-reazione di cui abbiamo parlato qui sopra non è forse una contraddizione? E come è possibile affrontare autenticamente i problemi, se non si sa che cosa sia la contraddizione, o, peggio ancora, si crede che il suo significato sia ovvio e quindi non valga la pena di perder tempo per essa?" questa parte per rispondere alla volontà che vuole isolate la scienza dalla coscienza.Non c'è Galileo che tenga di fronte al pensiero.

ID38881 - 12/12/2013 11:06:08 - (Dru) - Signori

queste cose che vi scrivo non le potete trovare ne in La Repubblica ne sul Corriere e sono la dolcissima potenza del pensiero, come non assuefarsene ? certo, ci vuole un poco di fatica e di comprendonio, ma fatto il salto poi ci si sente più al riparo da quegli eventi che continuamente ci risvegliano bruscamente e ci trasmettono quel senso di nausea dello "sfuggevole". Come voler capire la concretezza se non si capisce l'astrattezza? come capire la scienza senza la coscienza?

ID38882 - 12/12/2013 11:06:35 - (Dru) - e gli accenti

vanno a farsi benedire.

ID38883 - 12/12/2013 15:20:57 - (Dru) - Ora possiamo concentrarti sul concreto.

Ma Renzi assomiglia più a Berlusconi o a Bersani? Siamo davvero usciti dal berlusconismo o il berlusconismo è entrato nel partito democratico? Chi vince chi.

ID38884 - 12/12/2013 15:28:57 - (Dru) - Concentrarti

È concentrarci, ma il correttore diabolico ha cercato nuovamente il suo trasformismo, anche questo è il segno della potenza della tecnica che vuole far diventare altro da sé le parole.

ID38885 - 12/12/2013 15:53:48 - (Aldo Vaglia) - Riprendo il commento troncato

Dopo Galileo e Newton filosofia e scienza divaricano le loro strade. Questo non perche' l'una sia in contrapposizione all'altra, ma perche' si occupano in modo diverso del sapere e dello scopo che ad esso attribuiscono. Il tentativo di volerle costringere in ambiti non propri crea confusione e sbatte contro un muro d'incomprensioni. Alla critica che una fa all'altra di occuparsi di quantita' e di perche' e non del come e delle qualita', la scienza risponde che solo i primi sono misurabili e pertanto verificabili. Al concetto di oggettivita' scientifica la filosofia contrappone l'oggettivita' filosofica creando quel circolo vizioso e quella confusione che solo una loro separazione puo' mitigare. Filosofia e scienza rimangono prodotti dell'uomo che pensa, se ne impossibile una netta separazione indispensabile almeno una mediazione. Gli sviluppi scientifici che dovrebbero confermare la predominanza degli assoluti filosofici con la relativita' diventano speculari se la fisica

ID38886 - 12/12/2013 16:02:08 - (Aldo Vaglia) -

gli contrappone i suoi assoluti quali lo zero assoluto o la velocita' della luce. Distinguere e' percio' necessario non perche' si possa completamente eliminare il caos, ma per uscire dal circolo vizioso e parlare con la stessa lingua.

ID38887 - 12/12/2013 16:32:26 - (Dolcestilnovo) -

Alzi la mano che crede davvero che Renzi sia il nuovo che avanza. A me sembra l'imbonitore della canzone Sugar Mountain di Neil Young.

ID38889 - 12/12/2013 19:20:26 - (Dru) - riconosci dolcestilnovo

che l'uomo nuovo Berlusconi a fatto scuola ?

ID38890 - 12/12/2013 19:27:33 - (sonia.c) - i danni ..

dei cattivi maestri. Renzi ,figlio di un craxiano..meglio neil young!ha un curriculum di tutto rispetto:tre anni immobile e DUE figli cerebrolesi oltre,a tutto il resto...

ID38891 - 12/12/2013 19:30:17 - (sonia.c) - ma a questo punto..

è meglio provare ad essere ottimisti..e aspettare...

ID38892 - 12/12/2013 19:52:56 - (Dru) - Doveva Renzi rottamare ?

Come presidente del suo partito Renzi vuole Cuperlo, che rappresenta la dirigenza che a parole voleva rottamare, ma con i fatti non può che volere come alleati. Pensare, poi, che le maggioranze siano le minoranze, perché questo è quello che vuole la coscienza infelice, vuole che l'ente sia altro da sé, vuole che la maggioranza sia la minoranza, coloro che si attendono l'inattendibile, è pensare l'impossibile. Anche desiderare è pensare l'impossibile quando è pensare l'altro delle cose.

ID38894 - 12/12/2013 21:25:49 - (Dru) - Ad Aldo

La visione della scienza per necessità si costringe, volendolo, sulla parte. Questo movimento della coscienza scientifica , che dal tutto riduce la visione della scienza sulla parte, non è un voluto di un gruppo di uomini ma necessaria conseguenza dell'essenza del nichilismo che, come realtà di ogni ente diveniente, è volontà di potenza sull'ente, su ogni ente diveniente appunto. Ogni teoria anticipatrice la realtà totalizzante degli enti divenienti è invece il luogo della metafisica che a sua volta è volontà di potenza sull'ente in quanto diveniente. Il divenire dell'ente è il comun denominatore sia della scienza che della coscienza filosofica che si esprime in metafisica, metafisica che appunto significa oltre la fisica, ecome l'altro, come fisica, è il divenire, l'evidenza originaria del nichilismo nel divenire l'ente niente, nell'essere niente dell'ente.

ID38895 - 12/12/2013 21:51:33 - (Dru) -

Ogni teoria totalizzante, ogni principio o legge immutabile, che anticipa l'ente, blocca lo stesso, impedendogli quel movimento che è l'evidenza originaria del divenire altro di ogni ente. In questa forma la scienza sembra vincere sulla coscienza filosofica tradizionale che per prima tramonta nell'evidenza dell'essenza nichilista: la scienza ha "abbandonato", come prima coscienza, la volontà di potenza sul tutto diveniente, che impediva all'ente di esprimere la propria essenza coerente il nichilismo; consumando il suo volere sulle parti,la scienza è specializzazione, diventando, con Newton e oltre, le scienze borghesi. Dico, sembra che vi sia come fondamento la coscienza scientifica, perché è questa, per chi è nichilista, l'evidenza: mentre le filosofie si producevano in leggi sull'esaustivo, mentre la parte si misurava al tutto sincronico, questo il pensiero dialettico che da Hegel si perpetua con Marx, è del pensiero analitico

ID38896 - 12/12/2013 22:04:58 - (Dru) -

il rifiuto del sincronismo della parte al tutto sincronico, questo il pensiero analitico, rifiuto che è espressione vera in direzione del coerentismo nichilista che come ente diveniente, come ente che diviene l'altro da sé, il niente, si libera di ogni vincolo che gli impedisce il movimento dell'ente dall'essere al niente, cancella ogni teoria anticipatrice che entifica, anticipandolo, il niente, costringendo ogni novità ad essere una finta novità, perché solo il niente rende davvero imprevedibile e incalcolabile l'ente che esce dal niente. Si tratta ora di criticare questo presunto movimento, questa presunta fisica degli enti.

ID38897 - 12/12/2013 22:59:42 - (Dru) - L'errore è fede nel divenire l'altro da sé dell'essente

Fin da principio, fin dai primi filosofi, il calcolo(i principi, le leggi, i postulati, le teorie, le dottrine) è sul divenire del mondo, quel divenire delle cose che si trasformano e trasformano il mondo, il calcolo è per misurarlo, per conoscerlo se possibile tutto, altrimenti nelle sue parti: la misura è il calcolo della conoscenza del mondo e delle cose che gli appartengono fisicamente. Ma questo è anche il principio dell'errore del pensiero che pensa la contraddizione, la contraddizione tra ciò che è e ciò che diviene, tra il calcolo e il mondo. Il calcolo, come dicevo sopra,corre appresso al mondo che coerentemente il suo spirito di libertà dell'ente di oscillare tra l'essere e il niente, lo vuole ipotetico deduttivo e, come scienza, scienza sperimentale.

ID38898 - 12/12/2013 23:03:55 - (Dru) -

L'essenziale non è il calcolo, che è il mezzo per conoscere il mondo, ma il mondo stesso, il suo fine, il suo senso appunto e il mondo ci racconta di continue trasformazioni e di eventi che sono tra sé casualmente corrispondenti, eventi che vogliono libera ogni teoria su di loro.ma questo racconto di sé , questo racconto del mondo diveniente è un vero racconto o noi siamo persuasi di un errore originario ? Lascio che qualcuno provi a rispondermi, ormai sono diverse le volte che affronto il nocciolo di ogni problematica.

ID38899 - 12/12/2013 23:37:24 - (Dru) - Il calcolo vuole essere eterno (volontà, fede), il mondo vuole divenire (potenza).

Entrambi sono volontà di potenza, entrambi sono volontà di potere sul vero significato (= essere) delle cose,sul "destino della necessità". Perché? Perché entrambi vogliono che l'impossibile sia possibile, entrambi vogliono che il falso sia il vero. Come calcolo è quell'eterno che non riesce a stare perché viene travolto dagli eventi storici,dall'unica verità possibile il mondo diveniente; come mondo diveniente non è (=non diviene) niente,perché se lo fosse (= se lo divenisse) sarebbe (= diverrebbe) contraddicentesi ed il suo contenuto sarebbe(=diverrebbe) quel contraddittorio, quell'altro che dell'essente è il niente, rispetto il principio fondante ogni scienza,il principio di non contraddizione.

ID38900 - 13/12/2013 08:20:50 - (Dolcestilnovo) -

Per Sonia: quanto meno Nello Giovane ha spesso sconfinato nell'Immortale con la sua musica.Renzi mi sa che sconfini nell'immorale...Per Dru: uomo nuovo Berlusconi? Che abbia fatto scuola non c'e' dubbio ahime', basta guardarsi attorno

ID38901 - 13/12/2013 09:27:04 - (sonia.c) - nello giovane....hihihi vero!

Auguri a Dolcestilnovo..(bel nik!)

ID38902 - 13/12/2013 09:56:53 - (Dru) - Perché il nichilismo dell'ente rende impossibile il divenire

L'ente che diviene è, ma non era e non sarà, questa l'evidenza del mortale, questo è il divenire che d'altra parte sarebbe impedito se l'ente fosse eterno, come potrebbe infatti cominciare ciò che è eterno? L'ente diviene in quanto comincia ad essere ma non era e non sarà, questa l'innovazione. L'ente è ogni cosa che diviene , non solo la morte degli uomini e la loro nascita ma ogni gesto, ogni batter di ciglia è questo movimento, il divenire. La scienza lo definisce "cambio" di stato riguardo al quale non si azzarda nella ricerca dell'essenza, l'ontologia lo definisce differenza onotologica e studia il suo essere. L'ambiente in cui siamo ora è il nulla come demiurgo dell'ente che è quando è e non-è quando non-è, il suo fondamento, il fondamento del divenire, che per i motivi sopraddetti, è sempre un divenire altro da sè, dell'ente è il divenire e venire dal niente.

ID38903 - 13/12/2013 10:42:06 - (Dru) - L'ente dive-niente come nichilismo

L'ente dive-niente è ogni cosa che da un certo stato si trasforma (diviene) in un altro stato: anche il bicchier d'acqua che semplicemente portiamo dal tavolo alla nostra bocca è quel bicchiere che sul tavolo era un ente che, dive-niente il bicchiere portato alla bocca, cade nel nulla, che ne è del bicchiere sul tavolo? poiché ogni trasformazione è distruzione, dice la scienza, due protoni si scontrano ed uno si "annienta" e l'altro diventa un neutrone e un pione positivo, senonché ciò che diventa nulla è l'"essere-nulla" di quell'ente, la massima contraddizione, perché l'ente non può essere nulla, ecco l'impossibilità del divenire nichilista. a questo proposito vi invito a leggere il mio articolo "Poiane e Kite Surf" dove vi è un'analisi tecnica del problema trattato.

ID38904 - 13/12/2013 10:50:38 - (Dru) - L'ente diveniente come verità

l'ente diviene nel segno dell'apparire dell'essere sé dell'essente e del suo non esser altro da sé, questo è il de-stino della necessità, quindi l'ente eterno che appare è una successione o il sopraqggiungente di enti eterni che appaiono nel cerchio dell'apparire. Quel bicchiere sul tavolo non si annienta ma scompare dal cerchio dell'apparire e appare quell'ente eterno che è il bicchiere portato alla bocca. Ogni ente è eterno anche quell'ente che è il sopraggiungere, anche quell'ente che è l'apparire di quell'ente, o di ogni ente. per farvi un parallelo, immaginatevi una pellicola con tutti i suoi fotogrammi, la pellicola riavolgibile è la memoria, un altro eterno.

ID38913 - 14/12/2013 21:18:18 - (bernardofreddi) -

Ci dev'essere un rubinetto che perde ...

ID38966 - 15/12/2013 12:35:14 - (Dru) -

Del tutto la parte è la sua parte ma della parte il tutto non è il suo tutto. E' la parte che si crede d'esser il tutto che è contraddizione e quello che crede non esiste esiste la fede in cui la parte si pensa di essere il tutto.Che il matematico creda che i numeri esistano indipendentemente le barbabietole da zucchero è credere la contraddizione , credere che sussista la parte, in questo specifico esempio sono i numeri, indipendentemente il tutto, quando d'altra parte il tutto è la parte e il suo contraddittorio e quindi i numeri e insieme al tutto anche le barbabietole da zucchero, un'altra parte del tutto. Quando il matematico lavora sui numeri fa scienza nel momento in cui vuole i numeri indipendentemente le barbabietole da zucchero, ma mostra coscienza filosofica nel momento in cui vede che essi sono parte del tutto.

ID38967 - 15/12/2013 12:35:48 - (Dru) -

La scienza è specializzazione in questo specifico senso, il senso della parte che si vede come tutto e agisce su quella parte che per lei è tutto.. Hegel sapeva benissimo che la scienza è Versand o intelletto astratto, il primo momento di ogni nostro pensiero, il primo momento dialettico, e come tale la scienza si comporta come se la parte fosse il tutto, Hybris dice Eraclito è prevaricazione, è la parte che si crede di essere il tutto, l'intelletto astratto che compie l'operazione di isolare la parte è riduzione del tutto alla parte così isolata. L'intelletto quando astrae la determinazione, così pensata, crede di agire sul tutto concreto, crede alla contraddizione perché la parte vista come il tutto non è la parte come parte , ma il suo contraddittorio e come tale non esiste.

ID38984 - 15/12/2013 13:31:54 - (Dru) - bernardofreddi

non è sempre necessario evidenziare la propria ignoranza.

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