20 Luglio 2018, 10.00
Clima

Caldo, è il quarto anno più bollente del pianeta

di Redazione

Il primo semestre del 2018 – sottolinea la Coldiretti – non fa che confermare il cambiamento climatico in atto, che con gli sfasamenti stagionali sta danneggiando seriamente anche le coltivazioni 


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Il 2018 si classifica fino ad ora al quarto posto tra gli anni più bollenti del pianeta, facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti relativa al primo semestre dell'anno sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880. Tra i diversi continenti in Europa, Africa e Oceania il primo semestre dell'anno – sottolinea la Coldiretti - ha fatto registrare un temperatura che si classifica al quinto posto tra le più elevate da quando sono iniziate le rilevazioni continentali.
 
Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una conferma del cambiamento climatico che si avverte anche in Italia, dove il primo semestre 2018 è stato il terzo più caldo dal 1800 secondo Isac Cnr che ha rilevato una temperatura superiore di 1,40 gradi rispetto alla media storica.

E' evidente anche in Italia – sottolinea la Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento, dopo che il 2017 si era classificato al sesto posto tra gli anni più caldi da 218 anni, con una temperatura che era risultata di 1,16 gradi superiore alla media del periodo di riferimento. Peraltro nella classifica degli anni interi più caldi ci sono nell'ordine – precisa la Coldiretti – il 2015, il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2017, il 2012, il 2001, poi il 1994, il 2009, il 2011 e il 2000.
 
Ma il 2018 è stato segnato in Italia anche – sottolinea la Coldiretti – da intense precipitazioni con nubifragi, trombe d'aria, bombe d'acqua e grandinate che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola durante il semestre. L'estate è infatti iniziata – precisa la Coldiretti – con la caduta del 124% di pioggia in più a giugno, dopo che la primavera ha fatto segnare un’anomalia del +21% rispetto alla media storica, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr.

Sono gli effetti – sottolinea la Coldiretti – dei cambiamenti climatici in atto, che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. Uno sconvolgimento che impatta duramente sull'attività agricola. Dall'inizio dell'anno – conclude la Coldiretti – sono oltre mezzo miliardo i danni provocati dal maltempo all'agricoltura con coltivazioni distrutte, alberi abbattuti e aziende allagate, ma anche corsi d'acqua esondati, frane e smottamenti che fanno salire ad oltre mezzo miliardo il conto dei danni provocati all'agricoltura italiana dall'inizio dell'anno.
 
 
 



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