È stata in una mattina piovosa di maggio del 1974 che ci fu la bomba fascista in Piazza della Loggia, con le 8 vittime: Alberto Trebeschi di 37 anni, Clementina Calzari Trebeschi di 31 anni (sua moglie), Giulietta Banzi Bazoli di anni 34, Livia Bottardi Milani di anni 32, Luigi Pinto di anni 25. A queste persone, tutte insegnanti impegnati nel cambiamento della scuola, si aggiungono Euplo Natali di 69 anni, (operaio in pensione dell’Atb), Bartolomeo Talenti di 56 anni (operaio) ed il salodiano Vittorio Zambarda di anni 60, operaio.
È stato in una sera di maggio del 1992 che il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta morirono su un’autostrada siciliana in un attentato mafioso.
È in questi giorni (ma succede in ogni mese dell’anno) che quasi con rassegnazione sappiamo di bambini africani annegati nel tentativo di raggiungere le nostre coste.
Eraldo Affinati ha scritto su Avvenire: «"I bambini moriranno sempre ingiustamente, anche in una società perfetta" scriveva Albert Camus.
Eppure tutte le volte che questo accade noi ci sentiamo tirati in campo da una forza misteriosa che ci trascende.
Pare che quelli affogati ieri l’altro al largo della costa libica abbiano lottato a lungo prima di cedere.
Anche chi non sapeva nuotare, presumibilmente quasi tutti, avrà cercato in ogni modo di sopravvivere, magari sognando di potersi trasformare in una medusa capace di sfidare la tempesta. Nel delfino che salta felice sulla schiuma. In un uccello pronto a prendere il volo.
Ma le onde del Mediterraneo, sebbene non altissime, sono state sufficienti a travolgerli: con la rigorosa intransigenza che le contraddistingue, hanno eseguito il loro compito secolare…»
È stata in una sera di pochi giorni fa, al termine di un concerto di Ariana Grande, in una Manchester Arena stracolma di giovani e giovanissimi, che un kamikaze si è fatto saltare uccidendo anche molti bambini.
C’è un bellissimo articolo di Mario Calabresi, dal titolo “Proteggere il futuro”:
«Si diceva che ci stavamo abituando agli attentati, grazie a un misto di rassegnazione e assuefazione, invece la strage di Manchester ci lascia senza parole, ci trascina nel campo dell'inimmaginabile…
Una festa di bambini e adolescenti. Lo scoppio è avvenuto quando tutto era finito e le luci si erano riaccese. Mentre il sonno spingeva verso casa. Esplosivo e chiodi. La malignità assoluta del gesto. La folla impazzita dal terrore che scappa calpestando chi è più fragile e piccolo. Restiamo muti e pieni di rabbia….
E in questa tragica incertezza abbiamo il diritto e il dovere di crescere i nostri figli, le nuove generazioni, alla voglia di vivere. Dobbiamo avere il coraggio di non chiuderli in casa, di garantirgli un futuro….
Oggi abbiamo bisogno di coraggio, di spirito di sacrificio, di cooperazione, di fermezza e intelligenza. Ma dobbiamo sapere che la partita è più grande, che siamo uniti nella sorte a tutti gli altri europei e che le comunità musulmane devono fare la loro parte, in modo convinto e deciso. Solamente tutti insieme ci salveremo.”
E penso alla bellissime parole della stupenda canzone di Simon & Garfunkel “Sound Of Silence”
“Salve oscurità, mia vecchia amica
ho ripreso a parlarti ancora
perché una visione che fa dolcemente rabbrividire
ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo
e la visione che è stata piantata nel mio cervello
ancora persiste nel suono del silenzio
Nei sogni agitati io camminavo solo
attraverso strade strette e ciottolose
nell’alone della luce dei lampioni
sollevando il bavero contro il freddo e l'umidità
quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon
che attraversò la notte... e toccò il suono del silenzio
E nella luce pura vidi migliaia di persone, o forse più
persone che parlavano senza emettere suoni
persone che ascoltavano senza udire
persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato
e nessuno osava, disturbare il suono del silenzio
"Stupidi" io dissi, "voi non sapete
che il silenzio cresce come un cancro
ascoltate le mie parole che io posso insegnarvi,
aggrappatevi alle mie braccia che io posso raggiungervi"
Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia,
e riecheggiarono, nei pozzi del silenzio
e la gente si inchinava e pregava
al Dio neon che avevano creato
e l'insegna proiettò il suo avvertimento,
tra le parole che stava delineando
e l'insegna disse "le parole dei profeti
sono scritte sui muri delle metropolitane
e sui muri delle case popolari."
E sussurrò nel suono del silenzio…”
Penso alla straziante lettera che ha scritto il figlio del giudice Borsellino a suo padre, ucciso in un attentato.
Si conclude così: “Mi piace pensare che oggi sono quello che sono, ossia un dirigente di polizia appassionato del suo lavoro che nel suo piccolo serve lo Stato ed i propri concittadini come, in una dimensione ben più grande ed importante, faceva suo padre, indipendentemente dall’evento drammatico che mi sono trovato a vivere.
D’altra parte è certo quello che non sarei mai voluto diventare dopo la morte di mio padre, una persona che in un modo o nell’altro avrebbe “sfruttato” questo rapporto di sangue, avrebbe “cavalcato” l’evento traendone vantaggi personali non dovuti, avrebbe ricoperto cariche o assunto incarichi in quanto figlio di …. o perché di cognome fa Borsellino. A tal proposito ho ben presente l’insegnamento di mio padre, per il quale nulla si doveva chiedere che non fosse già dovuto o che non si potesse ottenere con le sole proprie forze. Diceva mio padre che chiedere un favore o una raccomandazione significa mettersi nelle condizioni di dovere essere debitore nei riguardi di chi elargisce il favore o la raccomandazione, quindi non essere più liberi ma condizionati, sotto il ricatto, fino a quando non si restituisce il favore o la raccomandazione ricevuta.
Ai miei figli, ancora troppo piccoli perché possa iniziare a parlargli del nonno, vorrei farglielo conoscere proprio tramite i suoi insegnamenti, raccontandogli piccoli ma significativi episodi tramite i quali trasmettergli i valori portanti della sua vita.
Caro papà, ogni sera prima di addormentarci ti ringraziamo per il dono più grande, il modo in cui ci hai insegnato a vivere.”
Certo, delle volte ti viene addosso lo smarrimento, un senso di disperazione…e ricordi la canzone Di Eugenio Finardi…
C'era un tipo che viveva in un abbaino
per avere il cielo sempre vicino
voleva passare sulla vita come un aeroplano
perché a lui non importava niente
di quello che faceva la gente
solo una cosa per lui era importante
e si esercitava continuamente
per sviluppare quel talento latente
che è nascosto tra le pieghe della mente
e la notte sdraiato sul letto, guardando le stelle
dalla finestra nel tetto con un messaggio
voleva prendere contatto, diceva:
"Extraterrestre portami via
voglio una stella che sia tutta mia
extraterrestre vienimi a cercare
voglio un pianeta su cui ricominciare”
Ma dopo un po' di tempo la sua sicurezza
comincia a dare segni di incertezza
si sente crescere dentro l'amarezza
perché adesso che il suo scopo è stato realizzato
si sente ancora vuoto
si accorge che in lui niente è cambiato
che le sue paure non se ne sono andate
anzi che semmai sono aumentate
dalla solitudine amplificate
e adesso passa la vita a cercare
ancora di comunicare
con qualcuno che lo possa far tornare, dice:
"Extraterrestre portami via
voglio tornare indietro a casa mia
extraterrestre vienimi a cercare
voglio tornare per ricominciare!”
C’è un bellissimo episodio dei Simpson (ok, lo confesso, adoro i Simpson) che racconta dell’insegnante di Lisa che si ammala e allora arriva un supplente.
Giunge con una chitarra ed ha una simpatia travolgente. Lisa si innamora di questo affascinante supplente, ma quando la maestra titolare rientra, Lisa è tristissima, perché il supplente se ne deve andare.
Lisa va alla stazione per salutarlo, è disperata, ma lui la rincuora dicendole che un giorno incontrerà qualcuno che la apprezzerà veramente per quello che è.
E infatti non le fa tanti discorsi o prediche, le consegna un biglietto con scritte queste semplicissime ma profonde parole: “TU SEI LISA SIMPSON.”
Questa cosa mi ha fatto molto pensare (non sembra, ma a volte penso…) e infine ho pensato: se tutti fossimo davvero noi stessi, forse le cose cambierebbero…o no?
Per fortuna che ci sono i bambini…E per fortuna che ci sono tante maestre che si impegnano a rendere la scuola accogliente, in tutti i sensi. Domenica 28 maggio
l’Istituto Comprensivo di Prevalle con tutti i suoi docenti e collaboratori è lieto di invitare i genitori e gli alunni alla “Scuola in mostra” che ha per tema “Seminiamo il rispetto”.
La manifestazione avrà luogo presso le Scuole Primaria e Secondaria di Prevalle, con ingresso dalla scuola secondaria, dalle ore 14:30 alle ore 18:00.
Vi attendono cose meravigliose, dai canti ai balli, dalle gallerie fotografiche allo spettacolo dei burattini e tanto, tanto altro ancora…
Al termine delle attività a scuola i genitori e gli alunni sono invitati ad un momento di convivialità presso il Brolo del Comune a partire dalle ore 18, dove avrà luogo un rinfresco (con cibi e bevande portate dai genitori!) e una sottoscrizione a premi finalizzata all’acquisto di beni per le nostre scuole!
I genitori possono portare cibi e bevande da condividere presso il Brolo del Comune dalle ore 14.00 dove un collaboratore scolastico e alcuni genitori volontari si preoccuperanno di predisporre per la serata.
Genitori Scuola infanzia: snack, salato e bibite varie
Genitori scuola primaria: dolci, biscotti, torte…
Genitori scuola secondaria: torte, patatine e bibite
Il programma della giornata è il seguente
ore 14,30 Portico scuola secondaria: presentazione ed accoglienza della DS, prof.ssa Maria Vittoria Papa
ore 14,40 Portico scuola secondaria: Diplomi semiseri per i ragazzi di Terza media
ore 15,20 Portico scuola secondaria: Premiazione Giochi Matematici primaria e secondaria
ore 16,00 Laboratorio Arte scuola secondaria: Video secondaria
ore 16,30 Portico scuola secondaria: Coro con prof.ssa Goffi - ragazzi scuola secondaria
ore 17,00 Portico scuola secondaria: Consegna diplomi e canzoni infanzia con Prof.ssa Goffi
ore 18,00 chiusura e trasferimento al Brolo.
Insomma, sarà un momento di festa gratificante per tutti coloro che vi collaborano, poiché la numerosa presenza dei genitori è segno di un apprezzamento per il proficuo lavoro che i docenti fanno quotidianamente e che emerge in tutta la sua complessità, ma anche nella freschezza della sua creatività.
E ringraziando tutti i colleghi permettetemi di salutare la maestra Vanna Ferraboli, una persona meravigliosa che ho avuto la stragrande fortuna di incontrare nella mia vita, che tra mille difficoltà è riuscita a far da “motore” a tutta l’esposizione della Scuola Primaria.
Le classi metteranno in bella mostra i vari progetti, dall’accoglienza alla giornata degli Insuperabili, dall’educazione stradale, alle uscite didattiche, dai viaggi d’istruzione ai giochi matematici, dalla continuità con la scuola dell’infanzia e con la scuola secondaria al Theatrino in inglese fino al progetto sulla Grande Guerra…e chi più ne ha più ne metta. I bambini con la maestra Vanna hanno creato la filastrocca del rispetto…
Filastrocca del rispetto chi la segue è perfetto
A - Amici noi siamo, da tanti paesi proveniamo, veniamo a scuola insieme e ci vogliamo bene.
B - Beviamo e mangiamo cose sane e buone, a pranzo, a cena e pure a colazione.
C - Camminiamo sui marciapiedi, sulle strisce attraversiamo, le regole della strada rispettiamo.
D - Dove possiamo disturbare, a bassa voce cerchiamo di parlare.
E - Evitiamo di sporcare e pure di danneggiare.
F - Fitti boschi di alberi sappiamo che non si devono tagliare, perché puliscono l’aria che dobbiamo respirare.
G - Giorni felici insieme passiamo, se non litighiamo.
H - Hai salvato un gattino! Bravo, meriti un bacino.
I - Ieri in macchina siamo andati e la cintura ci siamo allacciati. Anche oggi lo facciamo, così pericolo non corriamo.
L - L’acqua non sprechiamo quando i denti ci laviamo.
M - Ma se un compagno è in difficoltà? Non preoccupatevi, noi siamo qua!
N - Nonni e nonne aiutiamo perché ben educati siamo.
O - Ogni mattina con un sorriso salutiamo e così pure facciamo quando ce ne andiamo.
P - Per favore, grazie, scusa noi diciamo e spesso queste parole usiamo.
Q - Quando a tavola ci sediamo, in modo educato ci comportiamo.
R - Raccogliamo vetro, carta, plastica e così li ricicliamo.
S - Sport insieme, senza arrabbiarci, noi facciamo e più felici ci sentiamo.
T - Trombe, trombette, tromboni suoniamo piano e le orecchie non danneggiamo.
U - Un bambino che va a scuola sa che la regola non è una sola.
V - Videogiochi, playstation, tv non usarli troppo pure tu.
Z - zzzzz fa la mosca sulla sporcizia, non lasciare in giro l’immondizia!
Questa è la nostra filastrocca, rispettala, non essere sciocco o sciocca!
“La felicità tenuta per sé è un seme
la felicità condivisa è il fiore.” (frase scritta dalle classi prime)
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John Comini