09 Aprile 2017, 10.57
Prevalle
Maestro John

Il Gatto e la Volpe

di John Comini

Nella mia lunga vita di maestro ho conosciuto centinaia di bambini. Ce ne sono di tutti i tipi (e di tutti i colori)...


Nella mia lunga vita di maestro ho conosciuto centinaia di bambini. Ce ne sono di tutti i tipi (e di tutti i colori):
bambini tranquilli e diligenti, seduti composti al proprio banco
bambini perennemente agitati, iperattivi, con il banco che pare un mercatino
bambini che vogliono sempre essere al centro dell’attenzione
bambini sempre attenti, concentrati, con gli occhi puntati sui maestri
bambini che vogliono far bella figura
bambini timidi o chiusi, che dopo 5 di scuola anni fatichi a sentire la loro voce
bambini che a scuola sono tranquilli e a casa si scatenano
bambini che a scuola si scatenano e a casa…si scatenano
bambini che dimenticano di fare i compiti e dimenticano la giustifica
bambini che rispettano le regole
bambini che non rispettano le regole ma se gliele chiedi le sanno a menadito
bambini che fanno i capricci dal primo giorno di scuola
bambini che fan finta di avere il mal di pancia ma scopri che hanno la verifica
bambini che ogni due secondi devono andare in bagno
bambini che portano la bottiglia di acqua che poi si rovescia e allora la cartella diventa un acquario e i quaderni sono pesci da mettere sul calorifero
bambini che amano i gatti, che amano i cani
bambini che basta una mosca per volare via col pensiero
bambini che mirano al ruolo di capoclasse
bambini innamorati della bambina dell’altra sezione
bambini che il lunedì sembrano attenti ma in realtà dormono seduti
bambini che si sentono incompresi
bambini che stanno sempre in disparte
bambini leader e bambini gregari
bambini che hanno cento amici
bambini che fanno la festa di compleanno ad inviti
bambini che appena leggono una frase la memorizzano subito
bambini che “i se recorda mia dal nas ala boca”
bambini che si atteggiano a primi della classe
bambini silenziosi e dolcissimi
bambini che piangono il primo giorno di scuola, e anche il primo anno
bambini che se c’è sciopero sono felici perché vanno nelle altre classi
bambini che non hanno mai il fazzoletto
bambini che la mamma ha detto di andare a scuola anche se hanno la febbre
bambini che hanno la cartella strapiena di libri (paura di dimenticare qualcosa?)
bambini che a ricreazione divorano pani enormi (suscitando l’invidia del maestro)
bambini che non hanno fatto colazione
bambini che sono ordinatissimi e pulitissimi
bambini che hanno nomi strani che fatichi a memorizzare
bambini che piangono a dirotto se han preso la nota
bambini che ti guardano con occhi furbetti
bambini che litigano e poi arrivano gli altri bambini a dirti i gossip
bambini che chiedono scusa
bambini che hanno un sacco di fratelli e sorelle
bambini figli unici
bambini che hanno problemi a casa e si legge la loro tristezza sul viso
bambini che sono felici di partire per un viaggio con i propri cari
bambini che sono dei veri tesori e ti chiedi come farai senza di loro
bambini che sorridono anche senza motivo, perché sono loro la speranza
bambini meravigliosi… e meravigliose bambine!!!

E siccome i bambini sono creature splendide ma a volte “rompono”, mi viene in mente una barzelletta che girava all’Oratorio. Gesù sta predicando, un gruppo di bambini (bulletti palestinesi?) gli lancia un sasso. San Pietro arrabbiatissimo sta per reagire ma Gesù lo ferma: “Calma, Pietro, lascia che i fanciulli vengano a me.” Dopo un po' un'altra sassata colpisce Gesù. San Pietro vuole intervenire ma Gesù lo ferma di nuovo: “Calma, Pietro, lascia che i fanciulli vengano a me.” Ma pochi minuti dopo ancora una sassata colpisce di nuovo il Salvatore. San Pietro è su tutte le furie, ma Gesù: “Calma, Pietro, lascia che i fanciulli vengano a me, che “s’en ciape gì ghé fò un cò isè!”

Ci sono i diritti dei bambini nella natura:
1) il diritto a sporcarsi, a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti
2) il diritto agli odori ed ai rumori a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura, ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua
3) il diritto all’uso delle mani, di raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde
4) il diritto di respirare aria pulita, di bere acqua pulita
5) il diritto di giocare, di correre in piazza liberamente, di camminare per le strade
6) il diritto al “selvaggio”, a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi sui cui arrampicarsi
7) il diritto all’ozio, a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti
8) il diritto alla fantasia, di poter sognare ad occhi aperti, inventare, fantasticare con quello che ci da la natura
9) il diritto alle sfumature, a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto e ad ammirare la notte, la luna e le stelle
10) il diritto a sudare, potersi divertire senza preoccuparsi di sudare troppo o di sciupare i vestiti
Scrivo queste cose e penso ai bambini vittime della violenza e della sopraffazione dei grandi, penso ai bambini a cui è stata strappata l’infanzia, penso ai bambini a cui è stato spento il sorriso, penso ai bambini a cui è stata sottratta l’innocenza, penso alla canzone di Paola Turci…
“Bambino armato e disarmato in una foto senza felicità
sfogliato e impaginato in questa vita sola che non ti guarirà
Crescerò e sarò un po’ più uomo ancora, un’altra guerra mi cullerà…
Milioni sono i bambini stanchi e soli in una notte di macchine
milioni tirano bombe a mano ai loro cuori ma senza piangere…”

È celebre un brano di Gibran
dedicato ai genitori. “I vostri figli non sono figli vostri...sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee. Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni. Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri. Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti. L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane. Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.” 
I genitori sono i responsabili dell’educazione dei propri figli, noi maestri siamo solo i loro “collaboratori”, che accompagnano i bambini nel percorso della crescita armonica della loro personalità. Tutti (compresi Comune, Oratorio, Servizi Sociali, Associazioni sportive e culturali…) siamo impegnati ad educarli attraverso il rispetto delle regole, lo studio, l’impegno, la cura di se stessi e degli altri, la condivisione, la ricerca di un mondo più giusto.
E quando i genitori si mettono di buona lena, ecco che accadono cose bellissime, come l’iniziativa “Torta di primavera” a Prevalle, che potremmo chiamarla “Torta d’aprile!” essendosi svolta Sabato 1 aprile. In occasione dei colloqui generali si è tenuta una bancarella delle torte il cui ricavato è servito per raccogliere fondi per l’Istituto Comprensivo. Alle mamme è stato dato un biglietto da restituire alle rappresentanti del Consiglio di Interclasse, compilando: nome della torta, nome dello “chef” e ingredienti della torta (vietate creme varie, panna e uovo crudo). L’atrio della scuola è stato invaso da un mare di torte, tutte bellissime e buonissime, almeno penso, perché il sottoscritto non ne ha assaggiata nemmeno una…Infatti alla fine dei colloqui era tutto “sold out”, non c’era più nemmeno una briciola, e per la prima volta nella mia vita sono rimasto a bocca asciutta e a pancia vuota, ma contento! Il ricavato verrà utilizzato per acquistare materiale tecnologico/informatico da utilizzare nei vari plessi. Brave mamme!...e bravi anche i papà, che hanno “sganciato”!

“Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
se ci ascolti per un momento, capirai
lui è il gatto ed io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidare…”

Giovedì scorso i miei bambini di classe quarta
hanno rappresentato uno spettacolo ispirato a Pinocchio. Con le mie colleghe Vanna Ferraboli, Silvia Pintossi, Sara Prandini ed Elisabetta Zambon, abbiamo collegato la storia di Carlo Collodi (italiano), le musiche (musica), i costumi (arte e immagine, tecnologia) e le canzoni in inglese per rappresentare lo spettacolo aperto ai genitori ed alla cittadinanza. Da sempre ho creduto nel valoro educativo del teatro, che affina la capacità di collaborazione all’interno di gruppi di lavoro, le capacità di espressione, migliora le relazioni fra scuola e famiglia. Attraverso il lavoro collettivo l’apporto di ciascuno favorisce il lavoro di tutti e fa vivere agli alunni un momento di socializzazione insieme ad altri bambini, nella dimensione dell’integrazione e della convivenza democratica.

Ho sempre amato la storia di Pinocchio, fin da quando avevo visto lo stupendo sceneggiato diretto dal compaesano Luigi Comencini, in cui c’era quel bravissimo bambino (Andrea Balestri) e Geppetto era un commovente Nino Manfredi. La Fata Turchina recitata da Gina Lollobrigida non mi era molto simpatica, invece Franco Franchi e Ciccio Ingrassia nei panni del Gatto e della Volpe mi facevano sganasciare. Le musiche poi mi sono entrate indelebilmente nella memoria. Son sincero: il cartone animato di Walt Disney non mi aveva entusiasmato, e ancor meno il film di Benigni (a parte le stupende scenografie e la colonna sonora di Nicola Piovani). Ma de gustibus…In compenso c’è il libro di Collodi, ormai un classico della letteratura non solo per ragazzi. C’è un particolare interessante che mi ha sempre affascinato: Collodi (nel 1881, un secolo prima che nascesse il mio Andrea…) iniziò la pubblicazione a puntate, quasi per caso e senza troppa voglia, pur di guadagnare “qualche zecchino”. Il titolo era “Storia di un burattino” e finiva con Pinocchio impiccato alla quercia grande. Ma Collodi fu costretto a riprendere la storia, per le proteste dei piccoli lettori! Grazie, bambini del passato!

La storia del burattino l’ho rappresentata con il Gruppo Teatrale Gavardese (Pinocchio era un bravissimo Germano Filippini, il Gatto e la Volpe erano Alex Savoldi e l’ormai rock star Paola Rizzi), l’ho fatta recitare dai bambini di Mocasina (utilizzando una cascina) e perfino dai seminaristi di Brescia, con la guida sapiente di don Alessandro Tuccinardi. Lo spettacolo delle classi quarte, intitolato “All’occhio, Pinocchio!” iniziava con la canzone scritta dall’amico Gianantonio Giustacchini…
“Il giorno era freddo ma tu non lo sai, sei solo un bambino però imparerai
che un pezzo di legno si trasformò in corse e risate, paura e allegria
in fate e briganti, in qualche bugia…
Pinocchio dove sei? Pinocchio cosa fai? Pinocchio Pinocchio…
Un pezzo di legno che ora è un bambino, col naso un po’ lungo più del camino
e mille avventure ti racconterà  e tu ascolterai fino a quando la luna
assieme a Pinocchio ti porterà fortuna…
Pinocchio dove sei? Pinocchio cosa fai? Pinocchio Pinocchio…”

Le due elegantissime narratrici
Clara Mora e Iris Rexhepi hanno letto il filo della storia, che partiva dalla costruzione di Pinocchio (lo straordinario Davide Catterina) da parte del babbo Geppetto (il maestro Angelo Mora). Pinocchio scappa tra la folla
(recitata da Fatima Mehboob, Angelica Paris, Rossella Maiuolo, Daniel Bainson, Iqra Kauser, Melissa Corsini, Maddalena Fynn, Mattia Zecchi e Daniel Malagnini) e fa arrestare il babbo da due simpatici carabinieri (Soufiane Marbouh e Robert Morosanu), ma ha fame e un esilarante vecchietto (Joel Mikael dai mille capelli) anziché dargli da mangiare gli versa addosso un vaso da notte. Appare il saggio Grillo Parlante (Cristian Caldera) ma rimane stecchito per il martello lanciatogli dal burattino. Il buon papà Geppetto vende la giacca per regalare al figlio un abbecedario per andare a scuola, ma un Pazzariello (Leonardo Fiumini) annuncia l’arrivo del Gran Teatro dei Burattini. Pinocchio vende l’abbecedario a un furbo monello (Daniel Prroska) ed assiste allo spettacolo delle marionette (Serena Filisina, Tecla Silvestri, Charifatou Compaore, Manila Fantini, Melissa Ambrosi, Melissa Corsini, Carolina Goffi, Rossella Maiuolo, Angelica Paris). Queste riconoscono il fratello di legno, arriva arrabbiatissimo Mangiafuoco (Elia  Saleri con gran voce e gran barba finta) che però si impietosisce e gli regala 5 zecchini d’oro. Ed ecco arrivare i due imbroglioni, il  Gatto e la Volpe (i simpaticissimi André Gallina e Matteo Rabak) che lo convincono a piantare gli zecchini nel Campo dei Miracoli per avere una pianta piena d’oro. Si fermano all’Osteria del Gambero Rosso (con i camerieri Andra Onu, Thoma Bonometti, Chiara Saponi, Christian Scalfi,  Paolo Maffioli, Luca Landi e Aisha Kauser). Ma la notte nel bosco Pinocchio viene inseguito dagli assassini (il Gatto e la Volpe travestiti da fantasmi) che lo impiccano alla Quercia Grande. Per fortuna ci sono la Fatina e la lumachina (le bellissime e bravissime Giulia  Filippini e Martina Biemmi), che chiamano i sapienti dottori, il corvo (Cristian Rosca) e la civetta (Sofia Roncadori). Poi invitano a bere la medicina, amarissima, e poiché Pinocchio non vuole berla, ecco comparire 4 conigli neri (Klevis Gjoni, Yam Waheed, Gabriele  Micali e Chiara Saponi) con la cassa da morto. Pinocchio beve subito la medicina, promette mari e monti (le famose bugie di Pinocchio…) ma poi incontra il Gatto e la Volpe che lo derubano nel Campo dei Miracoli. Disperato, si rivolge alla giustizia, ma il giudice (Alessia  Pasini) proclama: “Qui bisogna arrestare i colpevoli! Beh, intanto prendete lui e portatelo in prigione!” Povero Pinocchio, vittima della giustizia ingiusta! Ma per fortuna c’è un’amnistia e viene liberato. La notizia viene annunciata da Sofhy Abeni, una bella venditrice di giornali. Pinocchio ha fame, ruba l’uva, ma un contadinaccio (l’ho recitato io, in dialetto…) lo costringe a fare il cane da guardia, ma poi lo libera perché ha abbaiato all’arrivo delle faine (Klevis Gjoni, Daniel Malagnini, Mattia Zecchi, Marco Ogna, Pietro Bresciani). Il burattino promette di andare a scuola, ma una sera incontra  Lucignolo (il simpatico Manuel Fasoli) che lo convince ad andare al Paese dei Balocchi, che “è il più bel paese di questo mondo: una vera cuccagna! In quel paese non ci sono scuole. Le vacanze cominciano col primo di gennaio e finiscono con l’ultimo di dicembre. Si passano le giornate divertendosi dalla mattina alla sera.” Partono sopra un carro trainato da due asinelli (Francesco Angellotti e Yam Waheed). Arriva una stupenda bambola meccanica (Miriam Chiodi) che esclama: “Nel paese dei balocchi/siamo tutti un poco sciocchi/ Ma importanza ciò non ha! Siamo sciocchi/ siamo allocchi/ siam ferlocchi! ma che fa?/ Qui sia grandi che piccini/ siamo tutti burattini, senza limiti di età/ Burattini/ Burattini burattini in libertà!” Ma poi, dopo tante feste, i nostri si ritrovano con le orecchie d’asino. Pinocchio finisce a fare la stella del circo, diretto dal bravissimo Enea Begoviq. Qui ci sono i pagliacci e gli acrobati (Daniel Prroska e Cristian Rosca), le stupende ballerine (Miriam Chiodi, Martina Biemmi, Elisa Fraboni, Andra Onu, Giulia Filippini, Sofhy Abeni, Stella Rexhepi e Alessia Pasini). Pinocchio si fa male e viene venduto. Ci troviamo in riva al mare, dove ci sono i bagnanti  (Ismail Guene, Charifatou Compaore, Sofia Roncadori ed un pesce rosso guidato da Fatima), arriva una balena (ma non era un pescecane?) che inghiotte Pinocchio. Il burattino incontra Geppetto nella pancia della balena (ma non era un pescecane?) che gli dice “Ti ho cercato per tutto il mondo, sai? Fino ad ora ho potuto campare con i viveri di una nave che la balena aveva inghiottito. Ma adesso non è rimasto più nulla, e questa candela è l’ultima che mi è rimasta. E dopo, caro mio, resteremo tutti e due al buio.” Ma questa volta tocca a Pinocchio aiutare il babbo a salvarsi, a non aver paura… I due si tuffano, escono dalla bocca della balena  (ma non era un pescecane?) e poi nuotano. Finalmente raggiungono la spiaggia, Geppetto non trova il suo bambino, pensa sia annegato: “Pinocchio! Dove sei? Oh, no, deve essere annegato, e adesso cosa faccio qua solo senza il mio bambino? Pinocchio mio, bambino mio…” Ma giunge Pinocchio “Mi avete chiamato, babbo?” e i due si abbracciano. E così termina la storia di un burattino di nome Pinocchio e del suo padre Geppetto.

Tutti i bambini si sono impegnati, dagli attori ai Porta- Cartelli delle varie scene (Francesco Angellotti, Carolina Goffi e Stella Rexhepi), dai tecnici del microfono (Ilenia Acampora e Simone Chiodi) alle coreografe dei balletti (le amiche per la pelle Alessia Pasini ed Elisa Fraboni). La mattina le prove sembravano un disastro, la sera lo spettacolo è stato un trionfo. Questo anche grazie alla collaborazione tecnica di Riccardo Landi e dei suoi figli Emilio e Fausto (tutti juventini…), del maestro Luca Lombardi alle musiche, della signora Tedoldi Alessandra e del marito Annibale, della Parrocchia (che ha concesso il teatro Paolo VI), della Direzione Didattica, del personale ATA (sempre gentile e disponibile), dei nonni vigile (con il grande milanista e simpatico Baffo). Un grazie particolare alle rappresentanti dell’interclasse Maccarinelli Lara, Zanetti Mariuccia e Biasiotti Sonia, oltre ad alcune mamme truccatrici e costumiste, che hanno corso entusiaste per rendere il tutto bello ed emozionante…Una mamma è rimasta dietro il palco per spostare alcune scenografie… non ha visto niente, ma le garantisco che è stato tutto bellissimo.

E permettetemi di ringraziare la Dirigente prof.ssa Maria Vittoria Papa, che si è congratulata personalmente con i bambini ed ha scritto: “Lo spettacolo è stato commovente nella sua freschezza. Tutti i bambini sono stati protagonisti e questa è La buonissima scuola”.

PS.- Ricordo che lunedì 10, martedì 11 e mercoledì 12 aprile
gli alunni e le insegnanti delle classi quinte della Scuola Primaria di Villanuova presso la Sala del Centro San Francesco rappresenteranno “Momo”, “Giole e Natalia” e “Leggende di Lago e di terra” (guidati da Grazioli Mattia e Belli Diego). In bocca al lupo, ragazzi! E… W il teatro!

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
                                                                                                       
maestro John Comini

Nelle foto, di Antenore Taraborelli:
. Il Gatto e la Volpe
. Geppetto e Pinocchio
. Lucignolo
. Tutti insieme appassionatamente!


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