Prevalle celebra un’antica devozione

Anche quest’anno, la seconda domenica di luglio, a partire dalla contrada di Baderniga alle 4.30 di mattina, si rinnoverà l’antico voto fatto dagli abitanti di questa frazione di Prevalle, nei confronti del piccolo ma amato santuario dedicato alla Madonna del Carrozzone per scongiurare la fine di una epidemia di colera che falcidiava la popolazione.

Si tratta di una processione tradizionale e originale sia per l’orario decisamente inusuale che per la curiosa storia che porta con sé il venerato santuario, posto in territorio di Prevalle al limitare con Gavardo lontano dai centri abitati e in piena area campestre. A partire dalle 4 di mattina saranno, come da tradizione, alcune donne a risvegliare la contrada al suono di pentole e latte, per poi guidare il corteo lungo tutto il paese fino al Santuario e alla Messa celebrata dal parroco don Vittorio Bonetti.

A testimoniare il voto vi è una lapide sulla porta principale del piccolo santuario che dice: “Nel 1836 dopo una processione a questo Santuario diretta dall'Economio Spirituale don Antonio Fusi cessò il colera”, mentre nel santuario si ritrova un significativo ex voto che ricorda l'evento con il seguente cartiglio: “Voto fatto dagli abitanti di Goglione della Contrada di Baderniga il 10 luglio 1836 alla immagine della B.V.M.D.G. della sua contrada mentre il Chollera morbus desolava il paese”.

In realtà, anche se meno noti, vi sono altri felici ricorsi all’intercessione della Madonna del Carrozzone da parte della popolazione locale. Nel 1828, ad esempio, in occasione di una tremenda siccità. Il parroco dell’epoca, don Zanaglio, nelle sue memorie così ricorda l’avvenimento: “il dì 6 luglio 1828 si fece una processione di penitenza all’immagine della Beata Vergine così detta del Carozzone, cui si porta da molte persone gran divozione col beneplacito di quel parroco di Gavardo dovvendo scorrere porzion di terra di quella giurisdizione onde ottenere la pioggia in una fierissima e ostinata siccità, e nel giorno medesimo, sebben stato sempre sereno, si ebbe un prodigioso refrigerio”.

Nel corso di un’ulteriore epidemia di colera scoppiato nel 1867 la popolazione della Parrocchia di San Michele implorò solennemente l’aiuto della Beata Vergine del Carrozzone. Ma, ad intrigare, contribuisce anche il nome particolare del Carrozzone che trova forza anche in uno straordinario episodio avvenuto nel 1923 che sopravvive nel ricordo lontano di alcuni anziani e nell’epigrafe sul portale. In occasione della Prima Comunione per i bambini della parrocchia di San Michele, come da tradizione, questi erano portati in chiesa tutti insieme su un carro trainato da un cavallo. Avvenne che il cavallo si imbizzarrì partendo in una folle corsa e capovolgendo il carro carico di bambini sotto la vista del parroco don Giovanni Beccalossi. Al parroco venne spontaneo rivolgere una pietosa invocazione alla Madonna del Carrozzone e tutti i bambini uscirono incolumi dal drammatico ribaltamento.

In realtà, tuttavia, l’origine del nome del luogo e del Santuario, non deriva da questo episodio del ribaltamento del carro ma da un antico appellativo “Carezono o contrata Carezarum” attestato già nel Medioevo per tutta la località, allora era adibita a frutteti, che deriva da “carice”, pianta palustre assai diffusa.

Per ritornare alle origini del santuario, che sorge in un’area isolata, e verso il quale si originò una spiccata devozione popolare, si pensa ad un luogo di sepoltura, probabilmente una fossa comune, nella quale furono seppelliti i soldati francesi caduti in occasione della cruenta battaglia svoltasi tra nella notte di Pentecoste del 1705 presso la vicinissima Cascina Bolina, tra le truppe francesi e quelle imperiali nell’ambito della guerra per la successione al trono di Spagna. Quella notte diverse centinaia di soldati rimasero sul terreno della cascina, nel vicino Naviglio e nei campi circostanti la Bolina.

Una ultima annotazione: l’immagine tradizionale della Madonna del Carrozzone ritratta nella piccola pala di autore ignoto risulta essere una copia della Madonna in Trono presente nel Duomo di Castelfranco Veneto, capolavoro del Giorgione.

Paolo Catterina

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