Prevalle dedica un nuovo monumento agli Artiglieri e una lapide alla Medaglia d’Argento Giacomo Bresciani. Si completa cosě nel centro del paese la zona monumenti delle varie associazioni d’arma.
Domenica 25 maggio ha avuto luogo l’inaugurazione del monumento dedicato agli Artiglieri collocato nella zona centrale del paese, a fianco della via dedicata agli Alpini e degli spazi dedicati rispettivamente ai Fanti e ai Marinai. Si è completata, in questo modo, la zona “monumenti” che arricchisce il centro del paese in testa alla Piazza del Comune.
Il monumento, ricavato in uno spazio di forma ovale disegnato da Matteo Podavini, ospita un cannone 115/22 proveniente da un deposito del Lazio, ed è stato realizzato con il concorso degli artiglieri prevallesi guidati da Giovanni Giacomini, e dal presidente della sezione gavardese Vittorino Abastanotti.
Voluto come luogo distintivo per il sodalizio degli artiglieri prevallesi, che negli ultimi anni si è arricchito di nuove presenze, particolarmente attivo nell’ambito delle attività e delle iniziative sociali nel paese, il monumento è stato inaugurato alla presenza del generale Luigino Gottardi, del sindaco di Gavardo, Giambattista Tonni, e del vicesindaco di Prevalle, Paolo Catterina.
La presenza del pezzo d’artiglieria, è stato sottolineato, rappresenta un segno di pace conquistata ricordando come ormai da almeno tre generazioni l’artiglieria in Italia non abbia più visto cannoni sparare. Un monumento come segno di operosità e di impegno sociale nonchè di collaborazione tra sezioni e tra diverse associazioni d’arma che a Prevalle operano in piena sintonia.
Nel monumento ha trovato, altresì, giusto spazio con una bella lapide, la memoria di un valoroso soldato prevallese, Giacomo Bresciani, artigliere premiato con la medaglia d’argento al valor militare sul campo nel corso della campagna di Russia.
Figlio di Agostino e di Teresa Scalfi, Giacomo Bresciani, nato il 14 giugno 1921 fu chiamato alle armi il 4 gennaio 1941 e inquadrato nel 3° Reggimento Artiglieria Celere a Milano passò successivamente a Pordenone nel marzo del 1942 da dove, incorporato nel Corpo di Spedizione Italiano in Russia, partì per le steppe del Don nel giugno 1942 in servizio presso il 201° Reggimento Artiglieria Motorizzata.
Ed è appunto in occasione di questa terribile vicenda che si distinse con generosità e con coraggio tali da meritargli il prestigioso riconoscimento.
Questa la motivazioni ripresa dal Decreto del Presidente della Repubblica datato 19 maggio 1951 con il quale gli si riconosceva la concessione fatta “sul campo” della Medaglia d’Argento al Valor Militare: “artigliere ed attendente durante precedenti combattimenti; si era sempre distinto per azioni che comportavano un alto pericolo. Accerchiata la batteria contribuiva con le proprie armi alla difesa della linea-pezzi incitando i compagni con l’esempio e con la parola. Investito da un carro armato nemico si arrampicava fin sopra la torretta tentando di annientarlo con bombe a mano. Altissimo esempio di indomito coraggio e di dedizione al dovere. Fiume Don Orobinskij (fronte russo) 17 dicembre 1942.”
La dolorosa esperienza del fronte russo se gli meritò gli encomi, purtroppo assai formali e poco sostanziali, gli lasciò impressi i gravi postumi di un congelamento al piede sinistro sicchè fu rimpatriato nel febbraio 1943. Iniziò una lunga sequela di permanenze nei vari ospedali militari da Bologna, a Roma fino a Brescia.
Gli eventi sopravvenuti dopo l’8 settembre lo videro meritare anche il Certificato di Patriota che ne attesta la militanza “nei ranghi dei patrioti tra quegli uomini che hanno portato le armi per il trionfo della libertà ”.
Giacomo Bresciani morì il 2 maggio 1955 senza aver quasi fatto cenno alla sua sofferta, seppur gloriosa, esperienza di vita militare. Segno di quell’umiltà che amplifica e nobilita il coraggio.
Non risultando annoverato tra i caduti per la patria né ricordato tra i combattenti sui monumenti, la nuova lapide ha rimediato al debito con la storia e con la dedica “la generosità e il coraggio sono le virtù che producono la pace”.
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