02 Dicembre 2018, 09.25
Provincia
Lettere

«Si scrive acqua, si legge democrazia»

di Mariano Mazzacani

Il Comitato referendario "Acqua pubblica" non si smonta e annuncia il via ad una "Campagna di resistenza civile"


Il 18 novembre i cittadini dell'intera provincia di Brescia hanno votato il referendum sulla gestione pubblica dell'acqua. Il risultato ottenuto, visto le forze in campo, è stato buonissimo: 209.212 cittadini hanno votato a favore della gestione pubblica.
Quasi il 97% di chi si è recato alle urne si è espresso per il sì.

Questo è l'unico dato di fatto, oggettivo ed incontrovertibile! Tutto il resto sono fumose e sterili, oltre che intellettualmente povere, ipotesi di interpretazione del voto degli astensionisti.
Per coerenza gli amministratori provinciali, maggioranza guidata dal PD, dovrebbero lavorare per trasformare, l'orientamento del voto, nella sostanziale applicazione di quanto si chiedeva attraverso le urne: tenere fuori il profitto ed i privati dalla gestione idrica provinciale.
Le stesse dichiarazioni dei dirigenti Pd sul voto, formalmente a favore del sì, indicherebbero una precisa volontà politica perciò ci attendiamo una svolta a 360° rispetto alla decisione della Provincia messa ai voti il 9 ottobre del 2015. Se così non fosse tali dichiarazione sarebbero da interpretare come una mera posizione di opportunismo politico.

Ad onor del vero lo stesso Presidente della Provincia assertore del Sì alla gestione pubblica, alla vigilia della consultazione, il giorno successivo allo spoglio, ha esternato, in perfetta continuità col suo predecessore, che la scelta "privatistica" è quella giusta ma terremo conto della volontà popolare.
Ergo "venderanno" l'abbassamento della quota privata dal 49% al 40%, che nulla cambia in termini sostanziali, quale contentino ai cittadini che hanno votato invece un quesito in cui era chiaramente scritto "mai alcuna quota ai privati".

Sorprendentemente però nell'ultimo Consiglio Provinciale alcuni passaggi potrebbero offrire scenari inaspettati.
La lega chiede il rispetto del voto mentre Apostoli, rappresentante di Provincia Bene Comune, ha chiesto che si vada al voto, nell'assemblea dei sindaci, solo a seguito di un consiglio comunale che rispetti il voto referendario.

Su questi punti il Presidente della Provincia Alghisi si è impegnato a valutare non chiudendo immediatamente la porta. Questo apertura potrebbe prefigurare nuovi scenari politici sulla gara per la cessione del 49% di Acque Bresciane ai privati.
La verifica la avremo nel prossimo Consiglio Provinciale in cui il Presidente Alghisi si è impegnato a dare conto di quanto richiesto.

L'attività del Comitato però prosegue mutando profilo: non più una campagna per l'appello al voto ma una campagna di resistenza civile: il nostro voto conta! Non ci è possibile abbandonare il campo dopo quanto accaduto domenica 18 novembre che ha portato, dalla nostra parte, un numero così importante di cittadini ad esprimersi al Sì all'acqua pubblica.
Nei confronti di questi cittadini abbiamo un debito d'onore. Dobbiamo lavorare per concretizzare la loro scelta.

L'altro aspetto che ci obbliga ad andare avanti è legato al fatto che eravamo già preparati ad una narrazione politica del voto tutta orientata all'astensionismo ed eravamo preparati al fatto che il lavoro più importante sarebbe iniziato il 19 novembre, il giorno successivo al referendum, indipendentemente dal risultato che fossimo riusciti ad acquisire sul campo.
La campagna perciò si giocherà su più fronti. Il fronte principale riguarda l'ingaggio dei sindaci.
Tutti i sindaci.

Cercheremo di far venire alla luce, senza fraintendimenti, quali amministrazioni saranno a favore o contro la gestione pubblica in modo che i cittadini conoscano esattamente tale posizione.
I sindaci non potranno più barricarsi dietro false giustificazioni legate alla mancanza di una corretta ed approfondita informazione.

Sarà un lavoro su più livelli portato avanti dal Comitato stesso e completato dai diversi comitati territoriali.
Su questo aspetto chiederemo atti concreti non semplici dichiarazioni d'intento, ma consigli comunali che approvino delibere sul voto all'assemblea dei sindaci. Proprio per questo abbiamo già inoltrato richiesta al Sindaco Del Bono per un incontro in modo da condividere quale sia la posizione della sua amministrazione sul tema e quali i passi che intenderà seguire per il rispetto del voto referendario.

La campagna di resistenza civile avrà, come altro obbiettivo, l'ingaggio sul piano amministrativo-formale: ogni passaggio amministrativo, passato o futuro, sarà spulciato, analizzato, sezionato e messo in evidenza agli organi competenti per una valutazione nel merito.
L'intento è quello di acclarare che le moltissime decisioni prese nell'ambito delle gestioni idriche non rispettano le norme vigenti. E tali mancanze non permettono un regolare corso verso la gara.

La prima decisione, che riteniamo quantomeno inopportuna, è l'assegnazione della delega al servizio idrico confermata ad Andrea Ratti che è in evidente conflitto d'interesse essendo dipendente di una società della Holding A2A. A2A gestisce il 46% dei comuni Bresciani ed è in odore di gara per entrare in Acque Bresciane Srl.

Evidente il conflitto d'interesse di Ratti che riteniamo non possa rappresentare al meglio gli interessi dei cittadini.
La seconda questione emersa grazie allo studio di Remo Valsecchi, riguarda la questione ASVT. Dai documenti si evidenziano almeno 3 macro-criticità.
La prima riguarda la legittimità di ASVT come gestore del Servizio Idrico in Valle Trompia visto che non può la stessa non può dirsi in salvaguardia secondo le norme vigenti.
La seconda questione riguarda la scalata dal 49% al 74,9% della stessa ASVT che poteva essere assunta solo dopo che si fosse espletata una gara di evidenza pubblica, come previsto dalle norme per i servizi pubblici.
La terza riguarda il danno erariale a carico dei cittadini della Valle Trompia per oltre 1,4 min di Euro a seguito della cessione 24,9% delle azioni di ASVT
Un danno erariale che riteniamo possa essere di un qualche interesse della Corte dei Conti il che non dovrebbe fare fare sonni tranquilli agli amministratori Valtrumplini che hanno voluto ed avallato tale operazione.

Queste ed altre iniziative saranno portate a compimento nei prossimi mesi con l'intento di mettere in discussione quanto fatto sin qui dagli organi provinciali.
L'obbiettivo palese è stato quello di creare le premesse tecniche ed "ambientali" perché la gara per la svendita dell'acqua dei Bresciani fosse finalizzata quanto prima.

Il Comitato metterà in campo tutto quanto sarà possibile
che smantellare tale costruzione.
Perciò 209.212 grazie ai cittadini bresciani che hanno marchiato col loro segno il nostro percorso.

Si scrive Acqua si legge Democrazia!
Vi ringraziamo per l'attenzione

Mariano Mazzacani



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