Si terrŕ questa mattina a Brescia la consegna dei riconoscimenti a quattro missionari impegnati in diverse parti del mondo.
Alla vigilia della Giornata missionaria mondiale Brescia ricorda quanti dedicano la loro vita al prossimo in terra di missione.
Sarà infatti consegnati questa mattina in città (alle 9.30, presso la sala conferenze della Cassa Padana, in via Valcamonica) il premio Cuore Amico, conosciuto ormai come il “Nobel dei missionari”. Quest’anno sono 4 i missionari (sacerdoti, religiose e laici) ai quali viene distribuito il premio complessivo di 200 mila euro, elargito dall’omonima fondazione fondata nel 1980 da don Mario Pasini, a cui si aggiunge una menzione speciale per una missionaria scomparsa.
I riconoscimenti sono assegnati, quest’anno, alla bresciana suor Maria Lucia Bianchi, nata a Lograto 70 anni fa, delle Suore Benedettine della Provvidenza di Genova. Nel 1971 venne inviata in Burundi dove, insieme ad altre consorelle, ha iniziato a realizzare un Centro di soccorso per la popolazione, preda della malaria e di una savana torrida ed arida.
La missione venne poi chiusa per motivi politici nel 1987 e suor Lucia espulsa dal Burundi dove vi ritorna nel 1989. Nel 1995 è costretta a trasferirsi nella capitale perché la missione è nell’occhio del ciclone della guerra. Dopo un periodo in Italia, un altro in Costa d’Avorio e, nel 2000, il rientro nel suo amato Burundi.
Premiata anche, con una menzione speciale alla memoria, Maria Grazia Buggiani, nata in provincia di Napoli da genitori fiorentini, spirata lo scorso maggio. Quaranta giorni dopo è deceduto anche il marito che con lei aveva condiviso una vita al servizio degli altri.
E’ stata medico-missionario, lasciando l’Italia per la prima volta nel 1964 diretta nell’allora Rhodesia del Sud. Nel 1968 è andata in Zambia, ad organizzare il nuovo ospedale, per poi tornare nell’ex Rhodesia, ora Zimbabwe, nel 1981 per iniziare dal nulla l’attività sanitaria in un Paese devastato dalla guerra.
Grazie all’aiuto di molti benefattori italiani, è riuscita ad aprire un orfanotrofio per i moltissimi orfani che era costretta ad ospitare nel reparto di pediatria, benché sani. Anni difficili, gravati dalla pesante crisi politica del Paese. Nonostante ciò la dottoressa Buggiani, insieme al marito Oscar Schieppati sposato nel 1993 in Zimbabwe, è sempre rimasta saldamente al suo posto per poter garantire un servizio medico-chirurgico di base alla popolazione che Maria Grazia Buggiani affiancava ad un’intensa opera sociale.
Ernestina Cornacchia è nata invece settant’anni fa a San Giorgio di Mantova in una famiglia di agricoltori. Nel 1968 è entrata nella Croce Rossa italiana dove ha fatto il corso di infermiera professionale e, poi, di assistente sanitaria. Dal 1984 al 1987 ha chiesto un periodo di aspettativa all’Asl dove lavorava per fare un’esperienza di volontariato in Rwanda con il Servizio Volontario Internazionale di Brescia. Dal 1991, in pensione, è partita come missionaria per la Diocesi di Salvador Bahia in Brasile, su mandato della Diocesi di Mantova. Vent’anni di servizio socio-educativo e di evangelizzazione nelle favelas e nei villaggi dei pescatori.
Un altro “cuore amico” è padre Alberto Modonesi, nato nel 1942 a Corticelle Pieve, nel Bresciano, ed ordinato sacerdote Comboniano nel 1967.
Nel 1970 è andato in Sudan dove è rimasto fino al 2010, con alcune interruzioni per studiare al Centro universitario di Nairobi e per dirigere il Centro di Studi Arabi ed islamici al Cairo, in Egitto. Paese in cui si trova tuttora, in una piccola parrocchia di copti cattolici alla periferia del Cairo. Oltre alla cura pastorale dei pochi cristiani cattolici di questa zona, l’attività di padre Alberto si svolge nell’ambito del dialogo con il mondo musulmano e nell’impegno ecumenico. “Il cristiano egiziano deve saper uscire dal sentimento del vittimismo e della paura della persecuzione che paralizza ogni suo movimento”, sostiene padre Alberto, “e deve essere aiutato a lanciarsi verso la scoperta di un Cristianesimo senza frontiere che testimoni la gioia di conoscere e di amare Cristo e di farlo conoscere ed amare”.
Con lui viene premiato anche padre Renato Modonesi, nato anch’egli, 73 anni fa, a Corticelle Pieve, nel Bresciano.
“Avevo 21 anni e tanti progetti in testa , non avevo altri diplomi che la quinta elementare . Quando avevo deciso, in cuor mio, di fare qualcosa anch’io come mio fratello Alberto, in molti hanno cercato di impedirmi di entrare in seminario a Crema, tra le vocazioni adulte. Ma divenni sacerdote missionario Comboniano nel 1969”. Così padre Renato racconta della sua vocazione che lo ha sostenuto quando nel 1975 è partito per lo Zaire.
Poi si è spostato, in vari paesi dell’attuale Repubblica democratica del Congo. Ed in Africa è rimasto in tutto 35 anni. “Quando penso che il Congo, otto volte l’Italia, potrebbe sfamare tutto il mondo e che quattro milioni di abitanti senza colpa non sanno niente di Gesù”, ha detto il religioso, “mi viene da piangere”.
In foto:
. suor Maria Lucia Bianchi
. Ernestina Cornacchia
. padre Renato Modonesi
. padre Alberto Modonesi
Cuore Amico, il Nobel dei missionari Questa mattina a Brescia la consegna del Premio Cuore Amico 2010 ai Padri Somaschi, a suor Eleonora Liberini e alla missionaria laica Luisa Flisi.
Oggi la consegna del Nobel missionario Si terrŕ questa mattina la consegna del Premio Cuore Amico a tre missionari: don Giuseppe Zanardini, salesiano, suor Vittoria Cenedese delle Suore Operaie, e a Francesca Lipeti, medico chirurgo
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