Straziato dal longherone di una roulotte

 
Si chiamava Hoxha Xhevahir, avrebbe compiuto 38 anni fra pochi giorni, era nato a Tirana ed abitava a Botticino con la famiglia, la vittima dell'ennesimo incidente che ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri lungo la 45Bis, in territorio di Nuvolera.

Era domenica sera, ma l'uomo stava rientrando verso casa con la sua auto, una Zafira familiare, carica di strumenti di lavoro, compresa una scala legata col fil di ferro sul portapacchi.
Erano da poco passate le 17, che fa pensare che l'uomo si fosse recato al lavoro poco distante dal luogo dell'incidente..

Il suo destino si è incrociato fatalmente con quello di una famigliola di turisti tedeschi in viaggio verso il Garda: papà, mamma, due bimbe di 1 e 4 anni, su un suv Volvo che trainava una grande roulotte.

L'esatta dinamica dell'incidente è al vaglio della Stradale di Salò, intervenuta sul posto con una pattuglia e col supporto dei colleghi di Desenzano.
Le testimonianze raccolte sul posto però rendono una dinamica semplice quanto terribile.

«Davanti a me avevo una Fiat Cinquecento, poi quella roulotte, che stava viaggiando regolarmente - ha raccontato un giovane di Montirone -. Ad un tratto ho visto la grossa sagoma alzarzi in aria, piegarsi sulla destra e poi capottarsi. Il conducente della Fiat che mi precedeva ha evitato l'ostacolo di un soffio buttandosi a destra nella scarpata, mentre l'altra auto si fermava in mezzo alla strada».

Ad invadere l'opposta corsia di marcia, forse per un malore, forse per una momentanea distrazione pagata al caro prezzo della vita, sarebbe stato quindi il muratore di Botticino, come testimoniavano senza timore di smentita anche i segni di scarrocciamento sull'asfalto.

La sua Opel Zafira ha prima colpito nella parte posteriore la Volvo, poi in pieno lo spigolo sinistro della roulotte, più larga dell'auto trainante, sventrandola.
Il montante sinistro della Opel ha fatto da apriscatole ed un longherone del traino in alluminio e legno è entrato nell'abitacolo passandolo da parte a parte.
Non ha avuto scampo il muratore: colpito alla testa dev'essere morto sul colpo.

«Il conducente della Cinquecento, un giovane, ha poi attraversato il prato con l'auto ed è risalito sull'asfalto dalla parte dello svincolo, si è avvicinato, ha chiesto se serviva aiuto, poi è risalito in auto ed è ripartito» ha aggiunto l'automobilista di Montirone.

Terribile lo scenario, con parti della roulotte sparsi ovunque.
Sul posto sono intervenute la medicalizzata da Gavardo, le ambulanze da Nuvolento e Mazzano, i vigili del fuoco dalla sede bresciana di San Polo.
La centrale operativa Areu ha fatto alzare in volo anche l'elicottero, che però ha subito fatto rientro, quando è arrivata la segnalazione che ormai per il muratore 38enne, non c'era più nulla da fare: al medico non è rimasto altro che constatarne il decesso.

Illesi tutti i componenti della famiglia tedesca, neppure da immaginare cosa sarebbe accaduto se l'urto fosse stato frontale contro la Volvo: questione di attimi.

Lunghe le operazioni di rilievo e per lo sgombero dei detriti.
Il triste compito di estarre il corpo straziato dalle lamiere è toccato come sempre ai vigili del fuoco, poi le operazioni di identificazione dell'uomo, mentre il suo cellulare suonava senza sosta.
La salma è stata ricomposta all'obitorio di Gavardo.

La strada è stata riaperta intorno alle 22, nel frattempo il traffico, che ha subito forti rallentamenti è stato deviato sulla viabilità secondaria.

Analogo incidente, esattamente in quello stesso punto, è avvenuto una sera di qualche settimana fa.
Allora a farne le spese, in un frontale contro un'auto che allo stesso modo aveva invaso l'opposta corsia di marcia, era stata una psicologa che abita a San Felice del Benaco.
 

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