Torna a ottobre Teknomotive 2011

Il comparto automotive italiano, e con esso quello bresciano, da anni operano in uno scenario sempre più complesso e competitivo, caratterizzato da incertezza e dove i “mercati protetti” sono ormai un lontano ricordo, che richiede alle imprese flessibilità e rapidità.

È questa in estrema sintesi l’analisi di Saverio Gaboardi, consigliere delegato di Aib per le attività di ricerca e innovazione, da cui ha preso le mosse l’incontro di ieri pomeriggio in Associazione Industriale Bresciana, promosso in preparazione della rassegna Teknomotive 2011, che andrà in scena il prossimo autunno (20,21 e 22 ottobre) alla Fiera di Brescia.

Al centro dell’incontro - che ha visto intervenire tra gli altri anche Mario Conserva, vicepresidente di Alfin-Edimet, organizzatore di Teknomotive - le strategie per valorizzare le potenzialità della subfornitura italiana dell’industria dei trasporti.

Una filiera importante per l’industria nazionale quella dei trasporti, che – ha ricordato Saverio Gaboardi – per il solo comparto delle auto conta oltre 1.700 imprese, che danno lavoro a 161mila persone e fatturano circa 40 miliardi di export, il 18% dei quali arriva dall’export. Numeri che collocano la filiera italiana al secondo posto in Europa e nella quale il made in Brescia gioca un ruolo importante, con 300 aziende 20mila addetti (il 70% dei quali impiegati in imprese medio-grandi), 6,9 miliardi di fatturato nel 2009, una buona vocazione internazionale e un tasso di innovazione superiore alla media del territorio (circa il 4% del fatturato investito in ricerca e sviluppo contro una media del 3%).

Un dato, quello del valore e della capacità delle imprese bresciane del comparto, ribadito anche da Paolo Streparava, amministratore delegato e direttore generale dell’omonima azienda leader nella componentistica automotive, della quale ha ripercorso la storia e lo sviluppo, delineando le sfide future che l’attendono.

“Quello che ora dobbiamo fare – ha aggiunto Streparava – è fare sistema per competere meglio sui mercati esteri. Le imprese francesi e tedesche lo fanno da tempo, noi su questo dobbiamo lavorare ancora parecchio. Ma siccome siamo bravi, l’obiettivo è sicuramente alla portata”.

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