“Ciripò e i suoi amici coraggiosi”, “Ciripò in un mare di emozioni”, “Ciripò bulli e bulle”, “Filastrocche sul cuscino”: le pubblicazioni di narrativa dedicate ai bambini uscite negli ultimi mesi da “Erickson” e “La meridiana” sono pensate per parlare di emozioni e di crescita, aiutando i bambini ad identificarsi nei protagonisti mentre acquisiscono fiducia in sé stessi, guardando il mondo e imparando a leggerlo e ad interpretarlo.
Perché le fiabe? “Le fiabe, i racconti fantastici e le storie di magia hanno da sempre svolto la funzione di parlare ai bambini, ma anche agli adulti, della vita e dei suoi travagli, delle difficoltà e dei problemi che di solito evocano paura e inquietudine, ansia oppure vera e propria angoscia. lieto fine, come ogni fiaba che si rispetti, conclude tutte le storie. Dice Maria Luise von Franz: «Le fiabe mirano a descrivere un solo evento psichico, sempre identico, ma di tale complessità, di così vasta portata e così difficilmente riconoscibile in tutti i suoi diversi aspetti, che occorrono centinaia di versioni, paragonabili alle variazioni di un tema musicale, perché questo evento penetri nella coscienza (e neppure così il tema è esaurito)»”.
Le storie fantastiche di Ciripò. “Le storie di Ciripò coniugano la dimensione fantastica e magica con gli aspetti pedagogici. A queste favole abbiamo dato il nome di fiabola, che è il risultato della fusione di «fiaba» e «favola». Le nostre fantastorie si rifanno alla fiabe classiche che hanno la particolarità del lieto fine. Sono pensate per accompagnare i bambini nella crescita e aiutarli a superare i disagi frequenti dell’infanzia e avere fiducia nella vita”.
Come mai le fiabe raccontano fatti paurosi? “Le fiabe che si rispettano sono sempre fiabe di paura, a volte anche di terrore. Le paure sono un tema comune a tutti i bambini perché la crescita è fatta di scoperte e di tante cose nuove da affrontare. È inevitabile provare paura, così come è impossibile sentirsi sicuri quando si è piccoli e indifesi. Così le paure le emozioni e le prove da superare sono la trama di un po’ tutte le narrazioni del ciclo di Ciripò”.
Perché gli animali come personaggi nelle Fiabole di Ciripò? “A partire da Ciripò, che è un gattino tutto nero, i piccoli animali che vivono a Gattopoli, si incontrano ovunque in queste storie e tutti hanno comportamenti umani, gli stessi possibili che ogni bambino vive nella vita quotidiana. Vivono gli interrogativi, le ansie e le incertezze ma, grazie alle prove di coraggio e all’aiuto di amici che li sostengono e soccorrono, riescono a risolvere i loro problemi e a superare tutte le incertezze. Ciò consente ai bambini di identificarsi con loro e credere che le difficoltà si possono superare”.
Cosa devono fare gli adulti? “Compito dell’adulto è accompagnarli, sostenerli e aiutarli a diventare più autonomi e indipendenti. I piccoli hanno bisogno della presenza autorevole e rassicurante dei genitori, ma anche della mediazione tra il loro mondo fantastico e la realtà. Per dare, però, un senso a quello che accade attorno a loro e superare le insicurezze evolutive più che le spiegazioni razionali. ai bambini serve la fantasia e l’immaginazione”.
Perché le filastrocche? “Le filastrocche sono una specie di canzoni che aiutano i piccoli a guardare il mondo e leggerlo. Servono ad ascoltare con leggerezza quello che provi e fanno giocare bambino e adulto con il ritmo delle cantilene facili da memorizzare”.
Come mai le “Filastrocche sul cuscino”? “E’ un libro che parla delle emozioni più frequenti che possono provare i bambini. Ne parla mettendo in scena un altro animaletto dolce e delizioso come può essere un piccolo bruco. Ogni filastrocca è una piccola storia che con la musicalità della rima baciata e con parole semplici racconta i sentimenti e gli stati d’animo che può vivere un bambino. Si tratta di piccole narrazioni preziosamente illustrate da Andrea Cagol che si possono usare alla sera prima di metterlo a nanna. Ognuna di essere può essere cantata o mimata e le carte che illustrano ogni emozione possono servire per farei insieme piccoli giochi e aiutare a riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri”.
Giuliana Franchini e Giuseppe Maiolo sono psicologi e psicoterapeuti che si occupano da anni di infanzia e adolescenza. Oltre all’attività clinica sono scrittori di libri per l’infanzia e formatori di educativa familiare e di operatori socio-sanitari.