14 Ottobre 2016, 09.06
Pillole di psicologia

Senza studio e senza lavoro: neet generation?

di Annalisa Croci

Come si orientano i giovani oggi, quali obiettivi hanno? Per alcuni è indeterminatezza 

 
Approfondisco un termine che oggi viene utilizzato per indicare una fascia di giovani, che non ha obiettivi e che rappresenta da alcuni anni un nuovo fenomeno sociale: la neet generation.
Letteralmente significa Not in Education, Employment, Training, ossia giovani che non studiano, non lavorano e non stanno partecipando a corsi di formazione; essi hanno un età compresa tra i 15 e 29 anni.

In particolare non trovano un’occupazione, né precaria, poiché non tentano più di cercarla e non partecipano a nessun processo né di formazione, né di inclusione sociale. 
Secondo il Rapporto “Economie regionali” della Banca d’Italia, nel nostro Paese sono in questa situazione due milioni e duecentomila under 30: il 3,4% in più rispetto a due anni fa; oggi hanno raggiunto quota 27%, oltre tre  milioni e mezzo.

Pensare al futuro per alcuni giovani è diventato impossibile, fra le motivazioni vi è la convinzione che terminano il liceo l’università non influirà in modo fondamentale sul lavoro futuro.
Pertanto ne fanno una questione di difficoltà ma di volontà; non vogliono proseguire gli studi, perché affermano che “tanto non lavorano neppure quelli con la laurea, figuriamoci allora senza.“ 

Altri faticano ad entrare nel mondo del lavoro poiché gli stage quasi non sono retribuiti, i lavori sono malpagati.
Con la crisi economica anche chi non è proprio alla prima esperienza e svolge la stessa professione da dieci anni ha visto diminuire il proprio livello retributivo. 

Fra essi però sono state suddivise alcune categorie: fiduciosi, disimpegnati, sfiduciati, esigenti, agiati, sognatori
Vi sono altri giovani definiti anch’essi Neet che nonostante siano iper- informati e iper-connessi, sono isolati dalla società reale. Inoltre, sembrano avere solo la famiglia come punto fisso importante, ma non hanno ideologie o altre agenzie educative o formative al di fuori di essa.
 
Si può trattare di disagio emotivo o depressione diffusa? 
La riposta al fenomeno della neet generation è complessa, resta importante il fatto che i genitori debbano spronare i figli a raggiungere degli obiettivi, dare fiducia piena ai giovani ed alle loro capacità; ma allo stesso tempo lasciare autonomia perché trovino un’identità personale stabile. 

Forse questa fotografia della realtà oggi dovrebbe portare ad agire, ad essere speranzosi nella ripresa e incoraggiare i ragazzi a trovare motivazioni per collocarsi nella società. 
 
Dott.ssa Annalisa Croci
Psicologa e psicoterapeuta
cell. 334/2357696


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