Calubini, addio al sogno «Dakar»

A distanza di giorni la delusione per l'annullamento della Lisbona-Dakar 2008 è ancora viva negli animi dei piloti. Ne parla Loris Calubini, 38enne pilota di Roè Volciano, iscritto al più famoso raid mondiale con il bergamasco «E-point truck team», schierato al via nella competizione riservata ai camion con un Mercedes Unimoog 400 che, come tutti gli altri mezzi, dopo la punzonatura ha dovuto fare ritorno in patria anziché prendere la strada dei deserti africani, dove si temevano potessero esserci attentati di Al Qaeda.

«Avevamo già svolto tutte le procedure - spiega Calubini -, aspettavamo solo la partenza. Il 4 gennaio però la Aso, la società organizzatrice, ci ha convocato per una riunione straordinaria e ci ha dato la brutta notizia». Il rischio di attacchi in Mauritania da parte dei fondamentalisti islamici era altissimo. «Nel giro di pochi istanti una carovana di quattromila persone è stata bloccata - dice il pilota -. Indescrivibile il silenzio calato nella sala, affollatissima, muta, sbigottita».

«All'inizio mi veniva quasi da piangere - prosegue Calubini, per la prima volta alla guida dopo due partecipazioni alla Dakar come meccanico -. Poi uno se ne fa una ragione, anche perché le minacce erano serie. Il problema è che ogni team ha sprecato soldi, tempo ed energie: basta pensare ai cinesi o agli statunitensi, che ovviamente avevano preparato il rientro con partenza dal Senegal, trovandosi poi costretti a riorganizzare tutto da Lisbona. La Aso ha garantito che restituirà la somma di iscrizione, ma tutto il resto è andato perso, e si parla di belle cifre buttate via».

E adesso? «Non ci siamo persi d'animo - conclude il pilota volcianese -. Anzi, stiamo lavorando per poter partecipare dal 12 al 28 giugno alla "Transorientale": diecimila chilometri da San Pietroburgo a Pechino. Con il mio compagno d'avventura Giulio Verzeletti e il suo socio Giovanni Papini, titolari del team Orobica Raid, dovremmo allestire una squadra con cinque mezzi».

Luca Cortini da Bresciaoggi

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