08 Novembre 2013, 09.07
Salò
Presentazione libri

La «strana Repubblica» secondo Chiarini

di Fabio Borghese

Sabato pomeriggio a Salň la presentazione del nuovo libro di Roberto Chiarini "Alle origini di una strana Repubblica - Perché la cultura č di sinistra e il paese č di destra"

 

Questo sabato 9 novembre, alle 17 presso la Sala dei Provveditori del palazzo comunale di Salò, nella magnifica cornice del golfo salodiano, verrà presentato il libro di Roberto Chiarini “Alle origini di una strana Repubblica - Perché la cultura è di sinistra e il paese è di destra”, dove interverranno l’autore e il giornalista Enrico Mirani.

Agli albori della Seconda Repubblica era radicata la convinzione di vivere una svolta epocale: dopo la "democrazia bloccata" sarebbe arrivata la "democrazia dell'alternanza", dopo la "repubblica dei partiti" la "repubblica dei cittadini". Così non è stato. A vent'anni di distanza scopriamo che la democrazia non si è affatto compiuta, che la corruzione non è stata debellata, che la crescita si è addirittura rivoltata in recessione.

Cosa non ha funzionato? Per rispondere a questa domanda - sostiene Roberto Chiarini - è utile tornare alle origini della Repubblica, alla ricerca di quei tratti genetici che, se nell'immediato hanno consentito di creare dal nulla le basi di una democrazia industriale di massa, nel lungo periodo ne hanno fatto emergere gravi disfunzioni.

Il libro si sofferma sulla nascita della nostra democrazia, mettendone in evidenza alcuni tratti originali. Primo: manca da sempre un "accordo sui fondamenti", per cui il gioco politico si sviluppa costretto tra due opzioni delegittimanti estreme, l'antifascismo e l'anticomunismo. Secondo: destra e sinistra sono state (a diverso titolo e con modalità differenti) sì protagoniste, ma incapaci di avanzare una propria candidatura autonoma alla guida del Paese. Terzo: resiste nel tempo una difficoltà strutturale a risolvere la stridente asimmetria esistente tra "paese reale" e "paese legale".



Commenti:
ID37590 - 08/11/2013 10:54:02 - (Aldo Vaglia) -

Si possono trovare anche altre cause nei tratti genetici che contraddistinguono l'italiano medio, ma gia' nel titolo c'e' la risposta per capire molti perche'. Il titolo puo' essere anche cosi' tradotto: la destra governa senza cultura, la sinistra non ha cultura di governo. E continuando: e' possibile mantenersi a livelli di sviluppo decenti se manca la cultura? Come si sopperisce alla mancanza di strategia economica e politica dei due sistemi liberisti o solidaristici se quelli che li dovrebbero rappresentare non hanno nemmeno la cultura di conoscerli? Nel modo piu' semplice che sia dato alle democrazie prive di cultura: il populismo. E da cosa e' meglio rappresentato il populismo se non dalle tifoserie e dai valori contrapposti? Inter contro Milan, Fascisti contro Comunisti, Papisti contro Laici, Ecologisti contro Produttori?...

ID37618 - 09/11/2013 10:03:42 - (Leretico) - Cosa non ha funzionato

Fino al 1989 l'Italia uscita dalla guerra aveva vissuto in una democrazia bloccata, cioè in una non democrazia. Al suo interno destra e sinistra fecevano la loro politica cibandosi di ideologia e opportunismo italico. Questa dinamica che da entrambe le parti era portata avanti sullo stile dei frontalieri esposti alle invasioni barbariche, era dettata per lo più dalla logica del "prendi finché ce n'è, tanto se non lo facciamo noi lo faranno gli altri". Nessuna idea di nazione, solo quella di famiglia leggermente allargata ai "clientes". Così dall'89 in poi abbiamo continuato con lo stesso schema, finanziando la nostra psudo-democrazia col debito pubblico. L'idea di democrazia per noi è un virus di cui abbiamo sviluppato gli anticorpi da molto tempo. I sintomi sono la violenza fisica e verbale, la corruzione materiale e la doppiezza nei discorsi e nelle manifestazioni pubbliche. Alla domanda su cosa non ha funzionato

ID37621 - 09/11/2013 10:14:52 - (Leretico) - continua

bisognerebbe aggiungere quella del perché non ha funzionato. Sostanzialmente si potrebbe rispondere con l'esempio, che sempre Dru mi ripete, su quel signore che accompagna una bella ragazza a teatro. Se egli l'accompagna con l'intenzione di godere dello spettacolo, l'andare a teatro assume un significato completamente diverso da quello che avrebbe se le intenzioni di quel signore fossero invece di godere con la ragazza in altro modo dopo lo spettacolo. Tradotto: la democrazia non funziona in Italia perché si dice di volerla ma in fondo si vuole un'altra cosa. In Italia si vuole gestire il potere non a favore dell'intera comunità, ma solo e sempre a vantaggio della famiglia allargata. Gli altri si arrangino. E si crede che l'alternanza, cioè il mangiare alla tavola imbandita una volta per uno, dia senso alla democrazia. Tutto ciò fa solo ingrassare i soliti noti, di nascosto coalizzati in grandi intese, senza nessun vantaggio per il paese.

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