27 Marzo 2018, 10.31
Tecnologia

Caso Facebook: ma chi ha davvero colpa?

di Roberto Berardi

Autorizzazioni non rispettate, leggerezza degli utenti, pochi controlli: cosa si nasconde veramente dietro lo scandalo più grande dalla nascita dei social network


Il caso Cambridge Analytica è l’ultimo tassello della nostra privacy su Internet.
Nei 50 milioni di utenti che sono stati utilizzati come cavie elettorali tramite la condivisione dei profili Facebook c’è tutta la fragilità di un sistema che ha ormai perso ogni controllo sul destino dei dati sensibili.

Ma la cosa peggiore è che non c’è un vero colpevole. O meglio, un colpevole unico.
Per come stanno le cose, si può dire che un caso come quello appena scoperchiato sia il risultato finale delle azioni di tre attori concorrenti, tutti più o meno responsabili.

Ci sono le mosse azzardate di Cambridge Analytica
, in primis, che ha “preso” i dati degli utenti acquisiti da un'altra società che aveva sviluppato un quiz su Facebook per poi sfruttarli per tutt'altre finalità (la propaganda elettorale di Donald Trump).

C'è poi la responsabilità di Facebook, colpevole non tanto per aver ceduto le informazioni dei suoi iscritti a una società di terze parti - dal momento che aveva ottenuto l’autorizzazione dagli utenti - quanto piuttosto per non aver denunciato il fatto una volta accortasi della violazione operata da Cambridge Analytica.

C'è infine la leggerezza degli utenti, troppo superficiali nel concedere le proprie informazioni personali, il combustibile senza il quale non staremmo qui a parlare di un terremoto di questa portata.

Le responsabilità di Cambridge Analytica sono evidenti: la società britannica ha elaborato un sistema di profilazione psicologica dell’utente basato sulla correlazione tra risposte a un questionario psicologico e i like che lo stesso appone sulle pagine Facebook.
Questa attività, sulla carta legittima (non c’è una legge che impedisce questo tipo di acquisizione dati), è diventata violazione delle condizioni di servizio di Facebook nel momento in cui dati sono stati ceduti a una società con altre finalità.

Le colpe di Facebook sono semmai altre.
Da un lato c’è lo scarso controllo operato sui dati dei suoi utenti; dall’altro l’omertà su quanto accaduto.

Mark Zuckerberg sapeva sin dal 2015 che i dati di 50 milioni di utenti erano passati da uno sviluppatore a una società terza, Cambridge Analytica  e per giunta con finalità completamente differenti da quelle originarie.
Avrebbe dovuto rendere pubblico l’accaduto, per tutelare sia gli utenti che gli azionisti.

Del resto, i 9 miliardi di dollari che la società ha perso in borsa dopo sole 48 ore dallo scoppio dello scandalo sono lì a dimostrare il legame a doppio filo fra la reputazione di un’azienda digitale e la fiducia dei suoi investitori.

In misura minore, anche gli utenti sono corresponsabili di quanto accaduto.
Applicazioni come quelle che hanno permesso a Cambridge Analytica di fare breccia nelle preferenze di milioni di profili non sono una novità per chi bazzica nel mondo social, anzi.

È un dato di fatto: per funzionare, la maggior parte delle app su Facebook richiede autorizzazioni più o meno profonde, delle quali, colpa nostra, nemmeno ci accorgiamo più.

Ci limitiamo a cliccare Accetta in modo compulsivo e ossessivo
. Nella convinzione superficiale, per non dire stupida, che qualsiasi intromissione nella nostra privacy sia comunque meno rilevante dei vari regali che ci piovono addosso dai vari fornitori di contenuti digitali.

Occhi aperti.

Roberto Berardi
B.R. Informatica
www.brinformatica.it


Commenti:
ID75648 - 27/03/2018 22:57:52 - (Valsabbino) - Ci lamentiamo tanto per la privacy e poi...

Come dice il Sig. Roberto acconsentiamo ad autorizzazioni che nemmeno sappiamo cosa realmente fanno. Perché una app per fare foto dovrebbe avere accesso alla mia rubrica o viceversa??? Perchè uno stupido gioco deve avere mille autorizzazioni ? A volte, pur di giocare, premiamo ACCONSENTI senza sapere che quel futile gioco poi... Ci curiosa nel cellulare o nel PC... ;) Ocio gnari ;)

Aggiungi commento:

Vedi anche
03/05/2010 10:00

Social network: attenzione agli effetti collaterali Il Garante per la privacy ha predisposto una guida con dei consigli gli utenti dei social network sulla riservatezza dei dati personali.

05/06/2018 06:50

Dati personali e privacy, cosa cambia? Dallo scorso 25 maggio 2018 è applicabile in tutti gli stati membri dell'Unione Europea il nuovo Regolamento UE 679/2016 per il trattamento dei dati personali e della privacy (GDPR). Con Ellegi Service per saperne di più

23/04/2018 06:40

Dati personali e privacy, cosa cambia? A partire dal 25 maggio 2018 troverà piena applicazione il Nuovo Regolamento Europeo sulla Privacy: UE 2016/679. Quali sono le principali novità?  Con Ellegi Service un corso per saperne di più

14/04/2018 05:01

Dati personali e privacy, cosa cambia? A partire dal 25 maggio 2018 troverà piena applicazione il Nuovo Regolamento Europeo sulla Privacy: UE 2016/679. Quali sono le principali novità?  Con Ellegi Service un corso per saperne di più

18/09/2010 09:01

La privacy tra i banchi di scuola La scuola iniziata da pochi giorni, ma sono gi tante le domande che genitori e alunni formulano a insegnanti e dirigenti in merito alle questioni legate alla privacy.




Altre da Scienza e Tecnologia
29/03/2024

Il futuro dell'intelligenza artificiale: tra sfide e opportunità

L'intelligenza artificiale (IA) è senza dubbio uno dei temi più discussi e controversi del nostro tempo...

24/03/2024

Un mese per la sicurezza in rete

Riflessioni nel merito di un alunno dell’Istituto Perlasca

09/02/2024

Il naso elettronico, sommelier del futuro

Il lavoro di una valsabbina di Casto ha portato alla realizzazione di un "degustatore" vinicolo fantascientifico: caratteristiche e possibili usi, anche in campo alimentare e medico

(1)
27/01/2024

Pagare online in sicurezza: gli strumenti utili

Nell'ambito dei pagamenti online, la sicurezza è un aspetto fondamentale che riguarda sia consumatori che aziende.

25/12/2023

Il Perlasca vince la maratona creativa Hackatlon

L'idea dell'isituto valsabbino ha conquistato la giuria del progetto Dad “Apprendere Smart” promosso da Fondazione della Comunità Bresciana e rivolto alle scuole della provincia

22/12/2023

Venite a vedere la terra che gira!

Qualche tempo fa, alla fine di settembre, le classi terza e quarta del Liceo scientifico del nostro Istituto, insieme ad altre scuole della provincia, hanno avuto l’opportunità di partecipare all’evento “Venite a vedere la Terra che gira. Il Pendolo di Foucault nel Duomo Nuovo di Brescia”

05/11/2023

Cybersicurezza in PA

Hacker all’attacco? La Pubblica Amministrazione impara a difendersi con Secoval e l’Università degli Studi di Brescia

01/11/2023

Che fisico!

Ebbene sì: anche l’antimateria è soggetta alle leggi di gravità. E allora? Ne abbiamo parlato con uno degli scienziati che al Cern di Ginevra hanno fatto la sensazionale scoperta, Germano Bonomi, valsabbino di Sabbio Chiese