Lo ha inventato Luca Alessandrini, un ragazzo italiano che ha vinto 10 mila sterline sbaragliando i rivali di 50 Paesi con il suo prototipo avveniristico, testato dai liutai di Cremona
In concorso c’erano centinaia di studenti di diciassette università, provenienti da una cinquantina di Paesi, ma alla fine a spuntarla è stato un italiano.
Luca Alessandrini, trentenne originario di un paese sulle colline tra Pesaro e Urbino, ha vinto il premio per il miglior progetto internazionale assegnato dal sindaco di Londra Sadiq Khan, inventando un violino costruito con la seta di ragno.
Una vera rivoluzione nel mondo degli strumenti musicali. «Per le casse acustiche si usano materiali come il truciolato e il multistrato marino, che risalgono a cinquant’anni fa e non sono sostenibili» – spiega il creativo - ma io ero convinto che esistano spazi per la ricerca e l’innovazione». Una supposizione confermata dal suo progetto e dal premio del valore di diecimila sterline.
Dai mobili ai violini
Alessandrini ha cominciato a pensare al suo violino avveniristico meno di un anno fa, quando gli è stato assegnato l’incarico finale del master che stava seguendo a Londra.
«Avevo sei mesi per un progetto che mettesse insieme biomateriali e nuovi sviluppi nel settore dell’acustica – racconta -. Visto che amo la musica e ho anche fatto qualche concerto, ho pensato subito al violino. E’ lo strumento più iconico, il più difficile da suonare, non ha subito mutamenti da 400 anni e ha alle spalle una cultura enorme. Trasformarlo mi è sembrato una provocazione in grado di stimolarmi», spiega ridendo.
Per lui, cresciuto in una famiglia di mobilieri e abituato ad aver contatti con designer e creativi sin da bambino, le sfide sono il sale della vita. Per questo dopo aver lavorato in azienda per un po’, ha deciso di cambiare vita.
«Mi sono iscritto a un master biennale del Royal College of Art e dell’Imperial College su innovazione, ingegneria e design – racconta - . Si tratta di un corso che ha una sola classe, con 38 allievi provenienti da tutto il mondo. Insieme abbiamo lavorato full time, senza sabati e domeniche, su progetti e ricerche rivoluzionari».
Sei mesi prima del diploma, conseguito a giugno, è iniziata la rivoluzione del violino.
I ragni australiani di Oxford
«Prima di arrivare alla seta ho provato un sacco di materiali - ricapitola Alessandrini -. Ho coltivato batteri, sperimentato le bioresine, messo alla prova iuta e bambù; poi ho capito che per sfidare la fibra di carbonio, usata da vent’anni con successo, dovevo scegliere un materiale naturale di analoga qualità e mi è venuta in mente la seta».
Il primo prototipo del suo violino è stato costruito con strati di seta donati dall’azienda Taroni di Como, legati con la bioresina, mentre per il secondo è stata aggiunta la seta di ragno, ottenuta grazie a una collaborazione con l’Università di Oxford, che nel dipartimento di zoologia ha un allevamento di ragni australiani che producono per le loro ragnatele un materiale cinque volte più resistente dell’acciaio ma molto più elastico.
Alessandrini lo ha utilizzato per alcuni punti chiave del suo secondo prototipo, come ad esempio l’area sotto il ponticello.
Approvato dai liutai di Cremona
«A testare lo strumento sono stati i liutai di Cremona, grazie al sostegno che mi ha dato Gualtiero Nicolini, il presidente dell’associazione che li riunisce, – spiega il creativo - . Temevo che sarebbero stati scettici, invece hanno accolto con entusiasmo il progetto».
Il violino fatto di seta tradizionale e di seta di ragno, del resto, ammalia anche i musicisti più esperti. Peter Sheppard Skaerved ha voluto provarlo alla Royal Music Academy, eseguendo lo stesso brano con questo strumento e con un prezioso Stradivari.
«Non si è sentito di decretare il vincitore della sfida – spiega Alessandrini – ma ha sottolineato come il mio sia interessantissimo per la sua ricchezza armonica».
Tanto che alcuni compositori, insieme a lui, stanno pensando a una partitura Un riconoscimento che entusiasma Alessandrini e lo spinge a guardare avanti.
Chiuso il master, vinto il premio, il nuovo obiettivo sono altri materiali per l’acustica realizzati usando la seta, dalle casse del basso fino agli speaker dei computer. «Ho fondato una start up e sto lavorano su diversi progetti – conclude - . Nel giro di qualche mese lancerò una campagna di crowdfunding per diffondere questi nuovi materiali innovativi e rispettosi della Natura».
Le loro potenzialità sono moltissime, tanto che, per evitare brutte sorprese, il giovane progettista ha già deciso di brevettare le applicazioni tecnologiche della sua scoperta.
di Caterina Belloni dal Corriere.it
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