06 Giugno 2018, 18.17
Eco del Perlasca

Progetto «Alimentatore»

di Enrico Fatiga

In vista della presentazione di un progetto, per capire meglio che cosa fosse questo progetto e come il laboratorio viene visto nella continuità, ho intervistato degli insegnanti


Il progetto è quello definito "Alimentatore", che sarebbe stato presentato il 25 maggio.
E' stato realizzato dalla classe 4a Telecomunicazioni con il professor Alberto Caracciolo, referente di laboratorio, e i professori Carmelo Palamara e Dario Abastanotti, docenti di teoria.
A questo proposito li ho intervistati per capire meglio di cosa si tratti e come il laboratorio viene visto nella quotidianità.

La mia prima domanda è: cos’è il laboratorio?

PROF. PALAMARA:
«Il laboratorio é quella parte che ci proponiamo di affrontare dopo aver studiato delle determinate informazioni teoriche.

È il modo di mettere in pratica quello che abbiamo studiato. Quindi rendere la teoria non più fine a se stessa, ma indispensabile per poter produrre e costruire qualcosa. [...]
É quello che ci si propone di fare in questo laboratorio di elettronica e telecomunicazioni. [...]
Abbiamo bisogno di conoscere le leggi dell'elettrotecnica, le leggi dell'elettronica, anche l'informatica.

Ecco che tutto questo studio teorico che fine a se stesso può non sembrare importante, é indispensabile per la realizzazione di un progetto».


Il professore poi, per concludere, mi riporta un esempio calzante questo argomento «Se al microcontrollore non diciamo cosa fare non farà mai nulla. Ecco quindi che é indispensabile conoscere l'informatica per poter realizzare un programma del microcontrollore».

PROF. CARACCIOLO:   
«Nello specifico per quanto riguarda questo laboratorio, l'idea é quella di renderlo funzionale[...]. Io lavoro con Carmelo, facendo T.P.S. e Sistemi, e con Dario in telecomunicazioni[...]
I progetti nascono proprio dalla sinergia dei tre laboratori, che gestisco io[...].
Ci sono stati questi acquisti, sempre nell'ottica di rendere funzionale il laboratorio».


Il professore sta parlando del nuovo materiale di quest’anno. Bisogna dire che fino a poco tempo fa, il laboratorio a livello di materiale da utilizzare era molto povero, ma negli ultimi tempi, le cose sono un po’ cambiate:
«Tutto nel lavoro di sinergia, per creare qualcosa che sia spendibile nuovamente all'interno; se io faccio un progetto con la quarta é finalizzato alla terza che verrà.[...]».

Andando avanti formula un concetto che fa capire molto bene cos’è il laboratorio:
«Qui, il laboratorio, é una commissione fra chimica, fisica, elettrotecnica, elettronica, sistemi, quindi c'è la parte di informatica, e le telecomunicazioni, la parte delle reti[...]. Al quarto hai già acquisito delle competenze e puoi iniziare a produrre[...]».

Costruire qualcosa nell’ottica della classe futura (dei ragazzi che verranno i prossimi anni in questo laboratorio): «Questo é stato possibile grazie al lavoro con entrambi i docenti che gestiscono le tre parti teoriche. Oltre al fatto dell'amministrazione che ci ha permesso comunque di avere per adesso questo[...]».

Riguardo al progetto fatto con la quarta?

PROF. CARACCIOLO:    
«Per la parte degli alimentatori ho pensato... Piuttosto che comprarli e spendere cinque,  seicento euro per alimentatore da banco, per i banchi che abbiamo in laboratorio, noi con 50 euro ne potevamo fare sei.
Il progetto nello specifico nasce da un'esigenza personale [...].
Nel 2014 [...] comunque novizio, non avevo nulla [...]. Io non ho uno stipendio infinito e non ho la possibilità di avere a casa un laboratorio come quello che abbiamo qui. Dovevo fare qualcosa per simulare a casa la lezione che vi facevo al terzo anno»
(a noi ragazzi dell’attuale 5IT sez. Telecomunicazioni).

«[...] Io mi sono creato un piccolo laboratorio con il riciclo di tante cose che avevano buttato sia in questo istituto sia in altri: vecchi pc, alcuni fohn, ferro da stiro, con televisioni rotte...
La prima cosa che ho creato per me è stato un alimentatore da banco [...].
In questo progetto, con la quarta, è stato implementato con un percorso fatto al terzo anno e finito quasi alla fine del quarto anno: con un Arduino aggiunto per la visualizzazione da display e il controllo da PC»
.

Poi, riassumendo tutto il discorso: «La base è un alimentatore di un computer in disuso opportunamente modificato. Non è che lo prendi, lo smonti e lo utilizzi, non si può fare.
Ecco. Il progetto nasce da quello: da un’esigenza strettamente personale di 4 anni fa, di avere un laboratorio a casa per poter improntare le lezioni per voi (studenti).
Non avevo 500 euro a disposizione e l’ho dovuto creare io l’alimentatore. Nel tempo l’ho modificato e l’ho migliorato. Quest’anno l’ho proposto alla quarta e l’hanno realizzato».


Dopo di che sono andato dai ragazzi della 4a Telecomunicazioni


Per rompere un po’ il ghiaccio, partiamo con una domanda molto semplice. Preferite la pratica o la teoria?

A questa domanda senza pensarci c’è stato un generale: «Pratica!», anche se poi un ragazzo ha affermato di preferire la teoria: «Io preferisco ragionare sulle cose [...]».

Mi potete dire gli elementi di teoria e quelli di pratica rispetto al lavoro che avete fatto (alimentatore)? Cosa avete fatto ad arrivare al ‘prodotto finito’?

S.: «Di teoria non è che abbiamo fatto molto [...] Non è che voglio sminuirla - la teoria -...».
Andando avanti mi spiega meglio ciò che voleva comunicare dicendo che la teoria utilizzata non era vasta, quindi non “era tanta”.

G: «La teoria per programmare Arduino dovevi saperla [...] Ci si aiutava a vicenda e poi è certo che chi doveva programmare con Arduino doveva sapere la teoria meglio degli altri[...].
Poi beh... io che dovevo assemblare l’alimentatore non dovevo sapere la teoria così bene».


Qual’è la differenza per voi tra qualcosa di funzionante, quindi utilizzabile in un futuro, e qualcosa come un semplice circuito per prendere soltanto un voto?

D: «Mi è piaciuto di più fare il progetto perchè vedi qualcosa che poi funziona e puoi utilizzarlo. Sulla breadboard alla fine è sempre la stessa cosa: monti il circuito e poi lo smonti... e basta, è finito».

A.: «Non ci dà soddisfazioni» riferito al semplice circuito su breadboard

T.: «Beh... L’alimentatore resta... Un circuito – su breadboard- la lezione dopo non lo si fa neanche più».

Avete bruciato qualche alimentatore?

E: «Si..»
A questa risposta c’è stata una risata collettiva che ha coinvolto sia me sia i professori...

D: «Dai, racconta la tua esperienza!» esortando il suo compagno di classe a parlare

E.: «No beh... si era bruciata la scheda di un alimentatore... ed è esplosa»

Il perchè?


Z.: «I fusibili» qualcuno suggerisce dal fondo dell’aula

PROF. CARACCIOLO: «Qualcuno dice che è stata alimentata male...»
F.: «Voci di corridoio...».

E con questo simpatico aneddoto e con un’ultima risata generale mi sono congedato con la classe e con i professori.

Intervista a cura di Enrico Fatiga detto Fatta



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