24 Ottobre 2016, 18.41
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Industria 4.0 e scenari post-umani

di Valerio Corradi

L’idea che siamo a un punto di svolta che cambierà radicalmente il nostro modo di vivere e di lavorare è condivisa da molti studiosi. Urge dare alla tecnologia un orientamento etico. Vediamo perchè


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“Cercavo di immaginare gruppi di informazioni che si muovevano nel computer. Che aspetto avevano? Navi? Motocicli? I circuiti erano come strade? Continuavo a sognare un mondo che non avrei mai visto! E poi un giorno... Ci sono entrato!” (Bridges J., Kevin Flynn) 
 
Questo brano riassume le conseguenze a più livelli che i ritrovati dell’emergente industria 4.0 potrebbero generare, tra non molto, sulla nostra vita sociale e individuale. 
L’idea che siamo a un punto di svolta che cambierà radicalmente il nostro modo di vivere e di lavorare è condivisa da molti studiosi.

L’accentuazione delle presenze tecnologiche nella nostra vita e la digitalizzazione dei processi di produzione e di trasmissione delle informazioni saranno accentuati esponenzialmente da alcuni nuovi fattori campo che prenderanno il sopravvento nei processi di innovazione.

Tra questi si possono citare:
- la miniaturizzazione di sensori e attuatori
- la capacità di immagazzinaggio di quantità enormi di informazioni (Big Data Storage)
- la capacità di analisi in tempo reale delle informazioni raccolte (Big Data Analytics)
- una connessione ultra-veloce in grado di trasmettere in tempo reale informazioni sui prodotti e sul funzionamento dei macchinari (Internet of Things)
- la capacità di rispondere autonomamente, anche attraverso processi autonomi di apprendimento (Artificial Intelligence).
 
L’interazione uomo-macchina e reale-virtuale si accentueranno, per alcuni fino a ibridarsi.
La tecnologia non sarà più esterna all’uomo ma sempre più presente nelle dimensioni più intime della persona. 

Questo cambiamento non potrà essere trascurato: 
“in passato era molto facile ignorare la tecnologia perché non penetrava negli spazi della nostra vita ai quali abbiamo sempre veramente tenuto: la nostra rete di amicizie, lo scrivere, il dipingere, il coltivare l’arte e la cultura, le relazioni, l’identità, le associazioni civiche, la natura del lavoro, l’acquisizione di benessere, il potere.
Ma oggi la costante applicazione della tecnologia nella rete delle comunicazioni e dei trasporti ha completamente sommerso queste aree sociali.
Il nostro spazio sociale è stato invaso dal telegrafo, dal fonografo, dal telefono, dalla fotografia, dalla televisione, dall’aeroplano e dall’automobile; poi dal computer, da Internet, e adesso dalla rete.
La tecnologia non è più esterna, aliena, periferica; sta al centro della nostra vita” (Kelly K., Nuove regole per un nuovo mondo)
 
A fronte del cambiamento in cui siamo immersi sembra urgente una riflessione sulla capacità dell’uomo di dare alla tecnologia un orientamento etico, in modo che contribuisca al perfezionamento della persona e della vita sociale e non accentui disparità o forme di impoverimento.
 



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