22 Luglio 2018, 17.54
Serle
Blog - Maestro John

Tutti per Iuschra

di John Comini

“L’hanno trovata?” La domanda da giovedì è sempre la stessa. Ma la risposta è sempre negativa. Tutti sono in attesa, tutti sperano


E anche se il tempo passa inesorabile, anche se la ragione potrebbe farti cadere le braccia, siamo tutti qui a sperare. Nonostante il tempo, nonostante le avversità atmosferiche, nonostante tutto.

Tutti siamo lì
con il pensiero accanto a quelle belle persone che stanno cercando Iuschra. Vigili del fuoco, soccorso Alpino, volontari della Protezione Civile, 118, forze dell’ordine, speleologi, esperti della zona e volontari che si sacrificano e danno il 110% per salvare una ragazzina.

Mi commuove l’altruismo di questa gente e la generosità dei serlesi, sindaco in testa, che si stanno prodigando in mille modi, anche grazie alla conoscenza dei segreti del luogo. Persone meravigliose (magari di poche parole ma di grande cuore) che conoscono i sentieri e le insidie del territorio carsico costellato di depressioni che nel fitto del bosco fanno perdere l’orientamento, gli “Omber” e soprattutto i “Büs” che si aprono all’improvviso svelando chilometri di gallerie e di grotte.

E molti hanno messo a disposizione i fuoristrada, le moto, i quad per gli spostamenti. I volontari sarebbero giunti da ogni dove per collaborare alle ricerche, ma giustamente c’è stato bisogno di una strategia e di un coordinamento efficace.

Sono persone che magari non conosciamo, ma in questi momenti sono tutti nostri amici, sono tutti nostri fratelli. In queste ore di ansia, di profonda angoscia e di speranza, vorremmo tutti dir loro: “Coraggio, non mollate, cercate ancora!” Ma di queste parole loro non ne hanno bisogno, perché hanno coraggio da vendere, e intelligenza per capire dove cercare.

L’altopiano di Cariadeghe è un paesaggio stupendo, un monumento naturale dallo straordinario fascino, ma per una ragazzina si è trasformato nell’incubo delle antiche fiabe, popolate di buio, di mistero e di paura. E allora tutti vorremmo essere lì con il cuore e dirle: “Resisti, Iuschra, dai che ce la fai! Tra poco verranno a salvarti ed a riportarti da tuo papà e dai tuoi cari.”

E siamo tutti vicino
agli educatori della Fondazione bresciana assistenza psicodisabili. Non riesco a immaginare con quanta ansia ed angoscia staranno vivendo questi momenti, insieme agli amici di Iuschra. Vorremmo abbracciarli tutti e infondere loro una luce di speranza.

Ho letto queste commoventi parole “Chissà che paura povera piccola, ma sono sicura che anche lei ce la farà.” Le ha dette Anna Bonini la speleologa bresciana che nel 2011 rimase intrappolata per oltre 48 ore in una delle grotte di Cariadeghe di Serle, lo stesso altopiano dove è scomparsa Iuschra. “Conosco bene quella zona, anche solo facendo una passeggiata ci si può perdere, ma ci sono tanti punti dove ci si può riparare”

Nel novembre del 2011 Anna Bonini, allora 36enne, stava facendo una spedizione con un gruppo di amici e rimase bloccata a 250 metri di profondità, perché ferita, nell’Omber del büs del zel, un antro che si sviluppa per 20 km con un dislivello di 400 metri. Per raggiungerla e poi portarla fuori in barella, lavorarono diverse squadre del soccorso alpino e speleologico, dandosi il cambio, negli stretti passaggi, con una media di 10 ore per fare 100 metri.

Iuschra indossa una maglia gialla e pantaloni attillati a fiori. Le piacciono i succhi di frutta e le patatine (anche a me!),  le musiche dei cartoni, in particolare quelle di “Masha e l’orso” e di “Frozen”, ispirato alla fiabe di Andersen “La regina delle nevi”.
Noi tutti possiamo solo pregare. Penso allo stupendo monastero di San Bartolomeo e guardo il cielo. Ci sono le nuvole. Ascolto la canzone di De André…

“Vanno vengono, ogni tanto si fermano
e quando si fermano sono nere come il corvo…
Certe volte sono bianche e corrono
e prendono la forma dell’airone o della pecora…
Ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri…”

E allora coraggio Iuschra! Tutti speriamo e preghiamo che potrai tornare a correre ed a giocare sotto un cielo azzurro, con le nuvole che somigliano tanto a Masha e al simpatico Orso. Tutti ti vogliamo un mondo di bene.

maestro John

Nelle foto:
Le prime due foto sono dell’amico Antenore Taraborelli, tratte da una sua mostra a Bagolino ispirata alle “Nuvole” di De André.
Nella terza foto (dell’amica Sara Ragnoli) il Monastero di San Bartolomeo d’inverno.
Nella quarta foto un paesaggio prima di un temporale, fotografato dall’amico Beppe Leni, volontario della Protezione civile.




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