Tutti uniti contro il Patto di stabilità

A parole sono tutti contro il patto di stabilità che imbriglia i bilanci dei Comuni, ma nei fatti quasi nulla si è mosso in concreto per abolirlo o riformularlo in modo che almeno le amministrazioni con i conti in ordine possano programmare investimenti che aiuterebbero anche il rilancio dell’economia.
Nell’ultimo anno, inoltre, il patto di stabilità è stato esteso anche ai comuni fra i 1000 e i 5000 abitanti, legando le mani anche ai sindaci dei piccoli comuni.

È venuto il momento di alzare la voce e far giungere chiaro al Governo e al Parlamento che le cose così non possono andare avanti.
L’Anci ha invitato i piccoli comuni ad approvare un ordine del giorno per escludere le amministrazioni sotto i 5000 abitanti dal Patto di stabilità.

L’amministrazione comunale di Serle l’ha fatto proprio e l’ha portato in consiglio comunale ed è stato approvato all’unanimità.
Nel documento viene affermato che “le disposizioni attinenti al patto di stabilità per i piccoli Comuni, comportano, di fatto, il blocco totale degli investimenti, il divieto di utilizzo di risorse quali l’avanzo di amministrazione, e ciò in spregio ai documenti approvati ad inizio mandato amministrativo quali il programma di governo con il quale i Sindaci si sono impegnati nei confronti dei cittadini”.

Inoltre “le regole del patto di stabilità chiaramente improntate a criteri burocratici e ragionieristici puniscono, paradossalmente, gli enti cosiddetti virtuosi che hanno negli anni mantenuto un basso tasso di indebitamento e una oculata gestione del personale”.

Infine “che a fronte di una evidente contrazione delle risorse, si è proceduto ad assegnare ulteriori compiti e funzioni ai Comuni senza alcun trasferimento finanziario mettendo a repentaglio servizi fondamentali quali l’assistenza sociale, i servizi scolastici, culturali ed educativi”.

Il documento è stato inviato al Governo, alla Camera e al Senato, e all’Anci Lombardia perché lo diffonda a tutti i Comuni lombardi perché anche loro lo approvino e facciano sentire la loro voce.

Vedi anche