03 Marzo 2019, 08.00
Blog - Figurine di Provincia

Meglio di Roberto Carlos

di Luca Rota

Tempo di Carnevale, tempo di scherzi, voluti e non, tempo di storie. La figurina “inglese” di oggi fu suo malgrado, vittima di uno scherzo di cattivo gusto.


Stiamo parlando di Alessandro Pistone, la cui carriera si incrocia inesorabilmente con Roy Hodgson, autentico totem del calcio di sua maestà, chiamato da Moratti alla guida dell’Inter di metà anni Novanta.

Il terzino sinistro giunge alla Pinetina
dopo qualche esperienza minore e mezza stagione a Vicenza. Voluto fortemente da sir Roy, di lui colpiscono la forza nelle discese e la costanza nel rendimento, che ne fanno un moto continuo sull’out di sinistra.

In quella stagione però quella fascia è già occupata; l’inquilino è un terzino brasiliano di cui si dice abbia un gran sinistro, la progressione di un’ala e tiri sassate micidiali sui calci da fermo.

Pistone è un buon profilo, nel giro dell’under 21, terzino fluidificante di buonissima prospettiva destinato ad una buona carriera.

L’annata 95/96 si conclude in modo quasi anonimo per i nerazzurri, e per l’inizio di quella successiva Hodgson decide che il padrone della fascia sarà proprio lui, aprendo di fatto alla cessione del brasiliano.

Quella di Roberto Carlos al Real Madrid sarà una delle cessioni più rimpiante di sempre della storia interista.

Al termine della stagione successiva anche lo stesso Pistone verrà ceduto, accettando l’importante offerta del Newcastle. Dal bianconero dei Magpies farà ritorno in A, a Venezia, per poi tornare ad indossare quei colori, nonostante qualche infortunio ne riduca di gran lunga il rendimento.

Successivamente saranno sette stagioni in riva al Mersey, sponda Everton, dove offrirà le buone prestazioni che lo avevano portato a Milano, ma complici sempre gli infortuni, non riuscirà a dare la giusta costanza.

Concluderà in Belgio a 35 anni, per poi darsi alla carriera di allenatore, portando sempre il ricordo degli anni inglesi, dove trascorse la maggior parte della sua carriera, e di quel tecnico, ancora oggi stimato guru nazionale in terra britannica, che lo ritenne - senza ombra di dubbio - meglio di Roberto Carlos.

Non me ne voglia il bravo Pistone, ma mai paragone e scelta furono più azzardati.


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