Meteo Storo, un'assenza che si fa sentire

Non era il periodico “La Rocca Pagana”, edito negli anni ’50 e con tanto successo dal compianto speziale Nino Scaglia, ma per dieci anni e più, in questo periodo dell'anno, a Storo e circondario, Piergiorgio Ferretti era solito mandare in stampa la pubblicazione “Meteo Storo”, altrettanto cara e apprezzata dagli storesi.

Ora, però, quella serie di dati su temperature e condizioni del tempo dei dodici mesi precedenti non ha più riferimenti a portata di mano. Le condizioni di salute del popolare Pier (per anni in forza prima all'ospedale di Tione e poi alla casa di riposo di Storo con ruoli impiegatizi) hanno fatto sì che la ricerca non abbia né futuro né, al momento, un erede.

Inizialmente Piergiorgio si avvaleva di un nipote, ma da tempo quel ragazzo man mano che cresceva, impiegava il suo tempo libero in ben altre direzioni.

Dalla sua postazione fissa in località Pelà, a due passi da casa, Piergiorgio, a giornata lavorativa conclusa, con meticolosità certosina segnava ogni giorno su un brogliaccio temperature e condizione meteo. Poi, una volta dato ordine e misure a quelle pagine, “Meteo Storo” finiva dentro un opuscolo che a gennaio veniva pubblicato.

Scorrenodolo, la gente sapeva con esattezza quanti e quali giorni dell'anno aveva piovuto, se aveva nevicato e in quale misura, qual era stato il giorno più caldo e quello più freddo, se c’era stato vento o meno nell'arco dei dodici mesi e il crescere e calare del sole per Storo e vicinato compreso. Per gli amanti di statistiche si potevano anche fare confronti con gli anni precedenti.

“Mi spiace avere dovuto interrompere una delle mie passioni, ma mai dire mai, perchè un giorno potrei anche rivedermi e riprendere quella mia attività hobbistica, che per dieci anni e più mi ha tenuto impegnato e anche dato delle soddisfazioni”.

Il materiale cartaceo, Pier lo forniva a sua volta alle biblioteche e mezzi di informazione, mentre il resto della gente lo poteva trovare in rete. Era un servizio non solo utile, ma anche gratuito che, rispetto ad altre pubblicazioni l'editore-ricercatore, non ci ricavava nemmeno un euro. C'è addirittura chi conserva tutte quelle pubblicazioni che a distanza di anni si prestano pur sempre a raffronti.

E in fondo all’opuscolo il ricercatore storese ci metteva a volte anche qualcosa di suo, il che rendeva la raccolta ancora più interessante e anche bella da leggere.

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