Alea iacta est
di Sergio e Aldo
La nuova rubrica terza pagina cerca un approccio coi lettori attraverso un'informazione che si accompagna a conoscenza e ragionamento, in un ardito tentativo pedagogico di crescita culturale.
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Vallesabbianews aumenta in numero di contatti e qualità dei commenti, i denigratori di professione e i propagandisti di se stessi sono sempre più rari e chi interviene, seppur criticando, lo fa per dare un contributo ed esprimere concetti.
Noi collaboratori esterni ci gongoliamo un po’.
Diventiamo piuttosto presuntuosi cimentandoci con un giornale più attento alla cultura e a temi che hanno riflesso locale partendo da lontano.
La nuova rubrica terza pagina cerca un approccio coi lettori attraverso un’informazione che si accompagna a conoscenza e ragionamento, in un ardito tentativo pedagogico di crescita culturale.
Da un articolo di Edoardo Nesi su Repubblica ricaviamo alcune considerazioni che sono nello spirito di quanto proponiamo.
“Vorrei fare una modestissima proposta ai nostri governanti e ai nostri politici.
A chi comanda oggi e a chi oggi passa le giornate a struggersi dall’ambizione di diventare chi comanderà .
Ai tecnici che sperano di poter diventare politici per continuare a governare e ai politici che sperano di poter essere considerati tecnici e quindi capaci e infine degni di governare…la modestissima proposta è quella di decidere di investire in quel bene immenso e immensamente delicato che è la conoscenza, poiché è proprio, mi verrebbe da scrivere “solo†dalla conoscenza che potrebbe nascere uno straordinario e duraturo ritorno economico…ci si renda finalmente conto che l’Italia ha poche eccellenze vere e riconosciute in tutto il mondo.
Forse solo due: il nostro immenso patrimonio culturale e quel meraviglioso intreccio di piccola e media industria e artigianato e tecnologia che, nei suoi esempi di maggior successo proprio alle fonti della cultura e della conoscenza si abbevera […]
Immaginate un’Italia che riesce a trasformare secoli di conoscenze, tutti i gioielli della sua storia della sua cultura in un prodotto globalmente desiderabile.
Un’Italia che offre ai milioni di nuovi benestanti del mondo (tra l’altro resi tali dalla globalizzazione che ha così crudelmente colpito il nostro grande cuore manifatturiero) le conoscenze del patrimonio artistico più straordinario del pianeta [...]
E poi perché fermarsi? Perché non inserire il saper vivere? Perché non affiancare all’arte il design, la moda, la musica, l’opera, il teatro, il cinema, l’artigianato e persino il cibo e il vino? [...]
Perché non segnalare al mondo la bellezza, sia quella che si può comprare, sia quella che non si può comprare: i paesaggi, i luoghi della storia, le spiagge, le isole? Eh ditemi, perché no? “
Partire dalla conoscenza per creare ricchezza, proporre le nostre bellezze a un mondo che può spendere per il sapere e per la consapevolezza del vivere, non trova la nostra valle emarginata e fragile, le sue bellezze, la sua storia, la sua capacità di lavoro sono patrimonio che si può valorizzare e far fruttare.
Gli incontri con la letteratura, con il cinema, con la cultura come quello di Manerba su Sciascia e il giallo, se non sporadici, possono diventare il grimaldello che sveglia dal suo torpore una società capace, ma priva di stimoli.
È necessario far diventare queste occasioni un patrimonio in grado di generare valore nel tempo, per dimostrare che di ricchezza, nuova ricchezza, diversa ricchezza, se ne può ricavare anche per il territorio.
Una sfida per chi saprà e vorrà coglierla.
Sergio e Aldo
Partire dalla conoscenza per creare ricchezza, proporre le nostre bellezze a un mondo che può spendere per il sapere e per la consapevolezza del vivere, non trova la nostra valle emarginata e fragile, le sue bellezze, la sua storia, la sua capacità di lavoro sono patrimonio che si può valorizzare e far fruttare.
Gli incontri con la letteratura, con il cinema, con la cultura come quello di Manerba su Sciascia e il giallo, se non sporadici, possono diventare il grimaldello che sveglia dal suo torpore una società capace, ma priva di stimoli.
È necessario far diventare queste occasioni un patrimonio in grado di generare valore nel tempo, per dimostrare che di ricchezza, nuova ricchezza, diversa ricchezza, se ne può ricavare anche per il territorio.
Una sfida per chi saprà e vorrà coglierla.
Sergio e Aldo
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Commenti:
ID24395 - 31/10/2012 13:10:48 - (sonia.c) - grazie Sergio e Aldo!
qualche anno fà ,una pubblicità progresso ( dove sono finite?) terminava con questa frase : avemo fame de cultura...posso aggiungere..avemo fame ....di buono ,di bello,di parole che ci insegnino a vivere meglio,che ci portino positività e speranza..grazie!
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