E' Nietzsche che così si esprime: "Il rimedio è stato peggiore del male". Un giudizio che all'apparenza non dice molto ai tanti soddisfatti di quella nave, al riparo in coperta, che è così contesa dalle violente correnti della Storia...
La previsione nell'uomo è la visone precedente di ciò che sarà, ma ciò che sarà attualmente non è, e la previsione è quindi previsione di qualcosa che attualmente non esiste. Questo significa che per il pensiero, che pensa di prevedere le cose del futuro (che saranno appunto), pensa "le cose che non sono" la contraddizione, e che produce, se non realmente, almeno dal punto di vista ideale, altrimenti non ci sarebbe previsione ma visione del futuro. Mentre la visione contempla una dimensione passiva (effetto) e non produttiva (causa) delle cose la previsione è produzione, la produzione è qualsiasi causa che muove l'essente dall'essere al non essere e viceversa, dice Platone nel Convivio. Se il divenire delle cose tutte è il venire dal nulla, il futuro è il nulla delle cose passate e presenti, il presente è il nulla delle cose future e passate e il passato è il nulla delle cose presenti e future.
La previsione deriva dalle categorie della produzione. Essendo le cose disponibili all'uomo, in quanto lui è causa di esse di essere come di non essere, questo è il senso della produzione, allora esse non lo sono arbitrariamente, ma secondo regole quelle regole appunto che definiscono infine la previsione. Ogni legge, teoria, senso, essenza, previsione dunque è questa regola che diviene il principio delle cose, in quanto in suo potere (l'esser mio).
L'angoscia allora, alla luce di quanto ho definito sopra, deriva proprio da ciò che avrebbe dovuto ripararci dal dolore, dolore provocato dall'angoscia. Il dolore, provocato dall'angoscia, deriva dall'impotenza della potenza, deriva dall'inconscio del pensiero che pensa la produzione, e quindi la previsione, come l'uscire e l'entrare delle cose dal e nel nulla. Ma se le cose vengono e vanno nel nulla esse sono infinitamente imprevedibili, perché esse non sono almeno fin tanto che sono nulla, come vedere nel nulla le cose ? Le cose che nel futuro sono del presente il nulla non sono né visibili né prevedibili, altrimenti, anche solo in qualche modo, anche solo idealmente, sarebbero, non semplicemente non sarebbero, pena la contraddizione del loro essere nel nulla.
Altrimenti, se la produzione non fosse causa dell'essente che va e viene dal nulla, come suggerisce l'intera metafisica nei diversi modi convergenti o divergenti a quello, la produzione non sarebbe.
la previsione sarebbe previsione di ciò che già è da sempre visto, se quel visto non va e non viene dal nulla ma è, altrimenti sarebbe l'assolutamente imprevisto, se al divenire delle cose dal nulla mancasse il principio di causalità o la produzione dell'"esser mio".
L"'incertezza" è la contesa del "poter essere" (ipotesi) tra l'essere e il non essere differentemente l'ente in quanto ente in potenza, che può diventare ente in atto (Aristotele e il divenire). La "certezza" è l"'incertezza" che si veste della "decisione" (l'esser mio) per diventare la verità, o realtà dell'ente che da potenza si fa atto. La decisione (l'esser mio) è fede in un mondo, il "nostro mondo". Per questo dico che l'incertezza crea l'angoscia. L'angoscia è percepita in corrispondenza di ciò che non può essere nelle nostre decisioni e ciò che non è delle nostre decisione è appunto l'imprevedibile, l'incerto che come tale può arrecarci dolore perchè non è in nostro potere.
La certezza, in quanto volontà di potenza, cioè in quanto è volere che un ente sia altro da sé, quando non è, questo il divenire, crede di poterlo essere e in questo è la follia. Ma questa follia, in quanto creduta come la verità evidente, è il "male" che in Nietzsche e nella modernità ha promesso la diffusione di questa potenza, rendendo l'uomo audace.
È strano ciò (l'anti-rimedio) che è (l'anti-rimedio) e non è strano ciò (l'anti-rimedio) che non è (rimedio), come per le ultime parole de Leretico che appunto dicono: strano che anche l'anti-rimedio che "vuole essere" rimedio non funziona...
Il pensiero, di Emanuele Severino Quando si pensa al pensiero, e agli elementi che lo compongono, molti guardano alla loro testa e se della propria testa non ci si fida, allora ci si affida a quella di chi ha più popolarità in quello specifico campo, il pensiero ed il suo studio appunto
La cinematografia è pensiero Scegliere film pi difficili che implicano di pensare significa dare avvio al principio di liberazione che l'atto del pensare mette in moto ogni volta in noi, spingendoci a rapportarci col presente, affrontare nuovi problemi e ridefinire noi stessi
Non ho colpe perché ero comandato Dovete sapere che a Norimberga i nazisti ebbero l'ardire di mostrare cosa celasse il significato della tecnica nel suo lato peggiore...
La filosofia nasce grande con Anassimandro 1.4 Si tratta ora di comprendere che il significato del dolore e dell'angoscia, al quale si riferisce il pensiero filosofico, è essenzialmente connesso al modo in cui la filosofia, sin dall'inizio, pensa l'"essere" , il "nulla", il "divenire"
La radicalità del filosofare La filosofia non strumento verso un sapere assoluto ma l'umile capacit di essere indirizzati verso un altrove che ha a che fare con l'ignoto dello sguardo. Perch il pensiero si annida in ogni situazione e in ogni luogo. D'altra parte Spinoza era un tornitore di lenti
Al sodalizio sono stati legati, nel corso degli anni, ristoranti valsabbini e gardesani che donavano ai commensali degli speciali piatti in ceramica decorati, ora oggetto di collezione
Tutti noi abbiamo familiarità con l'attesa. Solitamente non la vediamo di buon occhio e, se fosse possibile accorciare i tempi per ottenere una determinata cosa, immagino che nessuno di noi si tirerebbe indietro. Ma l'attesa non potrebbe avere anche degli aspetti positivi?
Il coro di Puegnago del Garda ha vinto il secondo premio al Concorso Corale Nazionale
Questo mercoledì, 17 aprile, al Cinema di Vestone la commedia amara del regisa finlandese, chiusura di una quadrilogia iniziata nel lontano 1986
Inaugurata alla presenza delle autorità la mostra “L’età del Legno. 4000 anni fa al Lucone” presso il Museo archeologico della Valle Sabbia
Annalisa Durante, la torcia che diffonde luce dovunque sia raccontata la sua storia
La sezione valsabbina dei Testimoni di Geova è impegnata in un'importante campagna mediatica per combattere un fenomeno che coinvolge ormai circa 300 milioni di persone nel mondo
L'associazione culturale salodiana “Il Salòttino” inaugura la nuova stagione di mostre questo sabato, 13 aprile, alle 18 con un vernissage
Passa alla fase di “verifica sul campo” il comune valsabbino, che aveva avviato il percorso per ricevere il prestigioso riconoscimento nel 2024
Questo sabato, 13 aprile, l'Amministrazione comunale e l'Ateneo di Salò ricordano la strage di Piazza Loggia in occasione del 50° anniversario
ID51689 - 05/11/2014 19:14:53 - (Leretico) - Il dramma dell'uomo
L'uomo ha bisogno di previsione. Ha bisogno cioè di poter conoscere, con la massima accuratezza possibile, cosa accadrà nel futuro. Questo bisogno è talmente profondo che nel tempo l'uomo si è affidato a qualsiasi mezzo gli potesse garantire un certo grado di sicurezza nella previsione. L'incertezza crea angoscia, da cui in qualche modo si vuole fuggire. La ricerca della regola, della legge di funzionamento della realtà è quindi ansiosamente perseguita, un anelito speranzoso al calcolo del proprio destino, ineliminabile dalla coscienza. Da questo bisogno innato deriva la fede nel divenire, fede non verità. Da questa fede derivano i problemi, le disperazioni. Purtroppo il mondo moderno ha testimoniato che la distruzione degli immutabili ha creato un altro immutabile: il mutabile. Esso domina su tutto, è il nuovo epistemico mantra. Strano: anche l'anti-rimedio vuole essere un rimedio e non funziona.