04 Agosto 2016, 07.26
Terza pagina

Sull'etica, sua forma attuale e sua concretezza

di Dru

Sono stimolato a questo articolo da alcune lacunose, ma impellenti, interrogazioni de Leretico sul tema dell'etica


Cosa significa etica?

Etica è l'alleanza con la maggior potenza.

Etica, che formalmente è il costume di un popolo, concretamente è quel costume che il popolo indossa per esser migliore, cioè per esser popolo: perché, del popolo, il migliore è popolo.

Il costume si dispiega nelle leggi, ne sono la trama, il filo che le compone le vesti.

Le leggi di un popolo sono, del popolo, quel senso del limite che non deve esser superato, pena la prevaricazione del popolo, lo strappo delle vesti, si che il popolo è nudo, si sente impotente, questa la nudità di un popolo, la punizione è la ricomposizione del costume, si che il popolo sente di esser popolo, sente che attraverso le leggi che si è dato è potente massimamente, cioè può restar popolo.

Non uccidere.

Se uccido contravvengo alla regola, la oltrepasso.

Il popolo si dà la legge, io la prevarico, il popolo, nelle leggi, mi punisce, si che davvero io non violo ma sono rimesso alle sue leggi.

L'attenzione va quindi alla potenza, posso davvero violare la legge? Questa la domanda di fondo dell'etica, poiché dove riesco a violare davvero allora sono più potente e quindi più etico dell'etica stessa, se l'etica era la precedente somma potenza.

Se supero la somma potenza io sono oltre quella,
si che quella non è più etica, ma divengo io, che la supero, la vera etica.

Questo "io" naturalmente è ogni forma di superamento di un costume inadeguato ai tempi, cioè alla storia di un popolo.

I popoli continuano incessantemente al cambio di costume, cioè continuano nella ricerca della maggior potenza, cioè nel concepire ciò che rende, il popolo, il miglior popolo.

Prima era Dio, oggi è la tecnica
, due forme, Dio e la tecnica, di potenza, le maggiori per quanto significhi uomo.

Ora, Mentre Dio ha sempre rappresentato, per il popolo, l'inflessibile, cioè il sacrum, qualcosa da adorare per avere in cambio la sua clemenza sulla morte dei corpi, che è la morte dello spirito, la tecnica diventa lo strumento che, se non consente l'eterno riposo, produce, come potente, il rimedio sul dolore, alleviando i dolori e i patimenti, ciò che più angoscia un popolo che vuol esser migliore: così si rende migliore un popolo, con l'etica, cioè con l'alleanza alla massima potenza.

Ora vanno viste appunto le leggi di queste due forme di potenza per comprendere cosa significhi etica del nostro tempo.

Etica, nel nostro tempo, è quella forma, di quel popolo che vuol esser il miglior popolo , che asseconda la vera forma di potenza, la tecnica. ( non sviluppo il motivo del superamento della tecnica a Dio, ma l'ho ampiamente giustificato qui in passato)

Cosa è la tecnica?

La tecnica è un centro di forze cosciente ( e cosciente significa appunto che sa, e un centro di forze che sa può esser solo filosofico) che organizza tutti i mezzi in funzione di ogni scopo.

Ma cosa ho scritto sopra?

Ho scritto del limite nell'etica e ora descrivo come massima potenza il superamento di ogni limite, questa la coscienza filosofica attuale.

Se la scienza e la tecnoscienza sanno di questa coscienza, ogni limite è superato, nel nome della vera tecnica, che non sopporta alcun limite.

Se uccido e quando uccido non subisco alcuna punizione, ma anzi progredisco nella scala del popolo, perché non debbo uccidere? (Erdogan?)

Lo so che è difficile da comprendere per chi vive ancora quelle antiche forme di potenza che sono dettate dall'immutabilità divina e che rende sacro ciò che sacro non è, ad esempio la vita umana, ormai forme profane alla mercé dell'uso e del consumo di ogni forma tecnica.

Concludo dicendo a chi, come Leretico, confonde i piani; ché non si può confondere con la super etica, di quel discorso del destino della necessità dell'etica, l'etica del quadro storico, super etica che mostra l'impossibilità del risultato della tecnica.

 Ma non è questo distinto suono dell'etica affatto discorso inutile, ma certo credere di poter cambiare l'errore con la verità è nuovo discorso nichilista, tecnico. Pensare l'errore, in cui il linguaggio dell'errore mostra le opre dell'uomo, come qualcosa che possa diventare qualcosa d'altro, è pensare l'impossibile.

 Questo non significa affatto che il discorso della superetica è inutile
, ma è inutile  per l'etica, sarebbe come indicare la montagna a Messner e dire che è inutile per Messner il vederla prima di scavalcarla ed è inutile per chi non la scavalca.

Certo scavalcarla non è il vederla, ma questi due distinti rapporti di Messner nei confronti della montagna non significano per Messner il completo rifiuto del primo da parte del secondo: senza l'avvistamento della montagna nessuna montagna è sormontabile e quando Messner l'avrà scavalcata certo per chi non l'ha scavalcata cambierà quasi nulla, se non la notizia di un'impresa di qualcuno.



Commenti:
ID67497 - 04/08/2016 20:18:16 - (Leretico) - Etica e potenza

L'etica non è alleanza con la maggior potenza. Etico è ogni comportamento dell'uomo mortale perché figlio di una decisione. Poiché l'uomo mortale non può non volere egli è sempre etico. L'utile è l'alleanza con il più potente, ma attenzione, nel momento in cui si sceglie l'utile anche l'omicidio diventa lecito se aumenta la potenza e quindi l'utile. Confondere l'utile con l'etico è un errore grave. Infatti tra etico e utile c'è molta differenza, ma solo chi pensa che non ce ne sia crede che sia etico allearsi con la potenza massima. Io quando scelgo di non uccidere lo faccio già sapendo che è una scelta meno potente, ma voglio proprio che sia così. Preferisco il bello della vita che il fascino del potere. Che vuoi, debolezze umane.

ID67498 - 04/08/2016 22:55:25 - (Dru) - Parlavo di confusione e come una magia appare

Ammettiamo che tu abbia "ragione", e domani i popoli, uno su tutti, si alzi con questo nuovo concetto etico e che quindi pensi che se fa quello che fa è meno potente rispetto a quello che, secondo la tua logica del perdente, non avvenisse nel non farlo o addirittura scegliendo di fare (avere) certi comportamenti (leggi). Ora non continuo perchè dovrebbe bastarti per comprendere a quante e quali aporie incontra la tua scelta di campo. Magari quel popolo decide che, si, educare i figli alla vita è più potente, ma appunto per questo li educa alla morte, ecc. Ecc. Comunque etica ha un'accezione della comunità non dell'individualità, fatto che in sé non cambia prospettiva sulla potenza. Fai cosi, adesso scegli di non respirare, è poco utile, ma è etico. :-) quando la poesia risulta l'unica arma di difesa allora tutto è in tutto per il poeta.

ID67499 - 04/08/2016 23:11:10 - (Dru) - Quando preferisci il bello della vita

E lo scegli, questo atteggiamento sul mondo, cosciente che è meno potente, non dubiti che il bello della vita più potente è migliore del bello della vita meno potente? E se scegli per il bello della vita comunque meno potente (anche se questa scelta di campo è l'impossibile scelta appunto, in quanto nessuno decide per il suo peggio sul suo meglio) non capisci che il tuo ragionamento sull'etica non comprende la ragione etica e che quindi è alquanto confuso?

ID67500 - 04/08/2016 23:14:29 - (Dru) -

Non confondere il gusto con l'etica.

ID67501 - 04/08/2016 23:22:29 - (Dru) - Di alle tue figlie o figli

Di smettere di studiare e di formarsi nello stato etico e di sciegliere per il peggio (meno potente) comportamento della bella vita, che vuoi debolezze umane.

ID67502 - 04/08/2016 23:31:51 - (Dru) - E magari

Compragli anche una pistola se ti piace e digli di, quando vedono un posto di blocco, tirarla fuori, mentre se sei mussulmano compragli una bibbia e mandali in terra mussulmana o islamica con in braccio questa, è meno potente, ma sai che soddisfazione a comprendere che l'etica (il costume che un popolo si dà) non cerca nei popoli la potenza e che etico e utile fanno a pugni ... Ma le comprendi almeno un poco queste semplici nonsense della "tua" etica? ;-) ora risponderai che non ci pensi nemmeno, ma io ti supplico di pensare non di non pensare.

ID67503 - 04/08/2016 23:48:50 - (Dru) - Ora, è chiaro che vaneggi

Perché quando arrivi a casa non defechi sulla porta, perché se tu lo facessi tua moglie penserebbe che sei svitato e appunto ti conformi a comportamenti e atteggiamenti etici, cioè comportamenti e atteggiamenti che sono nella norma per "poter" (potenza dello stato etico) sopravvivere nello stato etico, lo stato che indica le norme per regolare il comportamento che è naturale in esso e non innaturale, che è normale normato non violento, cioè che viola la norma. Tua moglie che ti vede defecare sulla porta si preoccuperebbe e ti segnalerebbe allo stato etico, vai tu poi a dirgi che son debolezze umane. Credo che non avresti scampo, potenza al dunque, non potresti nulla sul manicomio.

ID67504 - 04/08/2016 23:53:07 - (Dru) -

Devo continuare o hai compreso perché nessuno dell'etica e nell'etica ti permetterebbe nulla appunto in nome dell'alleanza alla massima potenza (creduta)? Alleanza che non vuole che tu la violi? Pena io manicomio, struttura etica adeguata al tuo ragionamento sopra? Che vuoi fa, son debolezze...

ID67513 - 05/08/2016 16:21:01 - (Leretico) - Utile e etico

Rifaccio il discorso sperando (vanamente?)in una tua maggiore attenzione: "L'etica non è alleanza con la maggior potenza". Questa mia affermazione critica le base di tutto il tuo articolo e significa che il legame necessario che tu vedi tra etica e alleanza con la maggior potenza non è necessario mentre tu lo supponi tale. Il vederlo necessario è frutto di volontà, di fede (quest'ultima frase è la ragione per cui faccio l'affermazione precedente è una sua spiegazione. Vado piano per paura di essere frainteso). La non necessità di quel legame la spiego inoltre dicendo che gli individui, ma anche i popoli, non fanno sempre scelte volte all'assicurarsi la massima potenza e faccio un esempio: un popolo sceglie di non uccidere, toglie la pena di morte. Quello che indichi tu è l'"utile" ma ti piace dirlo etico per retorica, per far colpo. Tendi all'effetto estetico, vuoto, del clamore.

ID67514 - 05/08/2016 16:28:20 - (Leretico) - continua

Tu confondi l'etico con l'utile, te l'ho già scritto. Tutto il discorso sulle leggi, quindi, e sul defecare davanti alla porta di casa non è pertinente, ma sono solo parole a vanvera, cioè non legate alla mia obiezione. Invece di indulgere in codeste soperchierie, perché eludi la questione? Per etico io, dico io per non farmi fraintendere nuovamente, intendo il risultato di una scelta. L'uomo mortale non può non volere (tesi che ho dimostrato più e più volte, inascoltato e non letto), dunque ogni suo atto è un atto etico. Anche un popolo non può non volere e quindi ogni sua decisione è una decisione etica. Quando scelgo di non uccidere lo faccio già sapendo che è una scelta meno potente, ma voglio proprio che sia così. Preferisco il bello della vita che il fascino del potere a cui troppi sono particolarmente sensibili. Quod erat demostrandum è lamapante, semplice, facile, evidente,

ID67515 - 05/08/2016 16:34:47 - (Leretico) - continua

Ma non c'è più sordo di chi non vuol sentire, soprattutto chi dimentica, tutto preso dalla sua fede religiosa, quindi irrazionale, che e proprio chi mette in discussione le tesi che si guadagna il diritto e il di parlare di filosofia. Gli altri sono sacerdoti come tanti, troppi, che millantano di avere in mano la verità.

ID67525 - 06/08/2016 04:48:11 - (Dru) - No L'eretico non ci sei proprio

Quando un popolo decide di non uccidere lo fa nuovamente come scelta di potenza non di impotenza. Che poi la scelta sia un errore te l'ho insegnato io nel corso della tua difficile comprensione filosofica. Ma non uccidere per un popolo vuol dire mettere al primo posto la sacralità della vita in vista di esser miglior popolo, Etica al dunque, alleanza con la potenza. Però Leretico bisognerebbe sapere cosa significhi quest'alleanza. Cosa è la potenza? Cosa significa radicalmente potere? Non il riduttivo potere politico, imprudente Leretico, non una forma sbiadita di potenza, ma ogni forma di potenza. Se un popolo, come un individuo, decide, vuole, nell'etica vuole esser popolo, nell'individuo morale vuole esser riconosciuto come individuo, nella legge vuole esser legge. Cosa può ambire di più un popolo che esser se stesso?

ID67526 - 06/08/2016 04:54:37 - (Dru) -

La scelta etica, o alleanza con la massima potenza significa appunto questo, la "possibilità" (potenza) di sciegliere per il meglio. Poi possiamo discutere il meglio e l'errore di questa scelta, ma la discussione intorno a questi due oggetti non taglia la relazione etica con la massima potenza, chi imprudentemente lo fa sei tu e allora in nome della leggerezza, poiché è sul tenore delle tue panzane troppo leggere, che ho seguito lo stesso corso: perché da individuo domani non ti metti ad urlare in piazza o ad andare nudo in ufficio o defecare sulla porta di casa tua? Leggerezza caro, leggerezza. Ma invece io ti consiglio di leggere.

ID67527 - 06/08/2016 04:56:08 - (Dru) - Fai un garbuglio di tutto

Confondi il gusto con l'etica e quindi ti inciampi.

ID67528 - 06/08/2016 05:03:53 - (Dru) - Attento al gusto

Potresti amare il nudismo, "esser nudista", ma comunque non poter andare in ufficio nudo, ma al dunque non poter esprimere il tuo "gusto", si che non sei nudista al cospetto dell'etica, lo sei nei luoghi privati o adibiti alla tua espressione, in recinti, perché lo stato etico, più potente di te (che significa che ha più possibilità di te nella scelta) te lo impedisce. Hai compreso finalmente?

ID67529 - 06/08/2016 05:11:21 - (Dru) - Infine, per rispondere alle uniche tre parole di filosofia che hai acritto

Quando il legame tra Etica e Potenza non fosse più necessario, quello che risulterebbe non sarebbe più Etica. Quando tu dovessi divorziare con tua moglie, non saresti più sposato o marito di alcunché. Non mi sembra di esser nel difficile caro L'eretico, ma sinceramente ti credevo più perspicace. Se Etica viul dir costume di un popolo, suoi usi, quando il costume e gli usi (cioè potenza) non fossero più, avremmo a che fare con un oggetto nuovo.

ID67530 - 06/08/2016 05:20:58 - (Dru) - Manca un ultima parte del tuo discorso che ha bisogno d'analisi per esser confutato incontrovertibilmente

Dici che non sempre i popoli e gli individui scelgono per il meglio e sbagli, la scelta è sempre per il meglio, ma questo non significa che sia il meglio. Se scelgo di morire è perché voglio "esser morto", cioè lo desidero come condizione migliore del mio vivere e al rovescio, se decudovdi vivere è perché voglio "esser vivo", cioè lo desidero nuovamente come condizione migliore della morte. Anche questa parte è banale, non pensavo di dover te la scrivere, l'ho detta per mille volte. Cosa è volontà? Cosa vuole? Vuole le cose? Quindi vuol esser quelle. Per questo siamo nell'angoscia. Perché se così stanno le cose, e per la volontà così stanno, voler essere non significa essere, l'uomo volente è l'uomo morente di tutte le cose.

ID67531 - 06/08/2016 05:32:37 - (Dru) - Ora una proposizione ad Hominem, cosa che non mi ha mai dato piacere farlo

Le tue non sono mai cargo menta a io mi argomentate, ma semplici tesi, cioè non scandagli i significati di "Etica", "utilità", "Morale", "sintesi", "necessità", "possibilità", "contingenza", "libertà", "esser qualcosa", "voler esser qualcosa", qualcosa", "essere", "essente". Tutte parole che adoperi come tutti sanno adoperare, ma di cui non sai il significato, o se lo sai non lo utilizzi mai nell'argomentazione si che tesi tue si vuote, sono sostenute dal linguaggio non dalla loro semantica. E dici che sono retorico io? Hai un bel coraggio.

ID67532 - 06/08/2016 05:38:08 - (Dru) -

Le tue non sono mai argomentazioni argomentate. Dici di saperle ma mostri evidentemente a chi le studia tutti i santi giorni che non le conosci affatto. Poi sono tutti bravi a scendera dal Britannia per raccontare dei propri 4.000. I 4000, come le parole suddette, li trovi in ogni manuale. Ma le parole hanno significati, come le cime hanno i canaloni da superare. Dire che una cima o una tesi filosofica sia stata superata è ignobile se non peggio, quando non è assolutamente vero. Questa è la retorica L'eretico, la tua.

ID67533 - 06/08/2016 05:47:39 - (Dru) -

Se tu fossi un miglionesimo onesto lo riconosceresti.

ID67534 - 06/08/2016 05:58:27 - (Dru) -

Un milionesimo... Sempre naturalmente in amicizia e ancora con simpatia. La tua volontà di guarire il mondo L'eretico ti acceca, acceca le tue evidenti lacune.. Sei tu il retorico, io son filosofo.

ID67535 - 06/08/2016 06:04:44 - (Dru) -

Io adoperò le parole nel limite di quello che mi hanno insegnato, nel loro limite semantico, tu invece vai oltre, ma non che questo andare oltre significhi superamento e quindi vera argomentazione, vai oltre la tua conoscenza di esse, millanti al dunque, si che se di una parola il mio significato (quello che di questo conosco per studi) è 100 di quella la tua conoscenza è 10, ma vai a 20 30 40 50 senza sapere cosa significhi 20 30 40 50, o senza mai mostrare di saperlo, sei retorico.

ID67536 - 06/08/2016 06:19:51 - (Dru) - Cioè

Che tu vuoi entrare in parole che non conosci, e questo ti fa onore, è il coraggio, e quelle le vuoi argomentare, e anche questo ti fa onore, ciò che non ti fa onore è considerarle conosciute prima di conoscerle, prima di averne fatto studi approfonditi, millantando di averle già in te. Non discutono che tu abbia un bagaglio culturale pregevole: che sai di fiori, di storia e di scienza, non discutono che tu sia informato e non discuto nemmeno che ci saranno una miriade di parole in cui tu sei a 100 e io sono a 10, figuriamoci, discuto le tue pretese che non hanno fondamento.

ID67540 - 06/08/2016 09:31:03 - (Dru) - Segno e disegno dell'essere

Certo che le parole che qui scriviamo sono segni di un disegno che "vuole" esser contrassegno della realtà, e quindi in quanto volontà di realtà è errore, ma l'errore con tutti i sui contenuti, la sfinge, la torre di Pisa e tutte le opere dell'uomo appaiono e appaiono in carne ed ossa, si che negare come fai tu questo mondo meraviglioso sulla base della "verità" della "volontà" (verità della volontà che comunque ti è poco chiara) è errore nell'errore.

ID67541 - 06/08/2016 09:46:03 - (Leretico) - Il significato

Lascio perdere gli insulti, che considero "fallacie" ad hominem. Mi fermo sulle affermazioni che fai sulla mia preparazione o il mio studio dicendo che le tue sono deduzioni prive di fondamento. Illazioni dettate dalla tua volontà di confutazione che non colpiscono il centro mai. Lascia perdere quindi la mia persona, preoccupati degli argomenti. Quando faccio un'affermazione tendo sempre a proporre le premesse da cui parto, questo per correttezza. Ogni affermazione è frutto di volontà, quindi nella discussione si confrontano almeno due volontà. Se non si porgono all'altro le premesse alle proprie tesi, ossia non si argomenta, diventa una lotta a chi urla di più. Non mi sembra di essere io quello che indulge all'urlo, attitudine a cui non mi presto e quindi non eccello.

ID67542 - 06/08/2016 09:46:43 - (Dru) -

La volontà appare, e il contenuto della volontà è contraddittorio perché identifica il suo essere con quanto non è. Ma la volontà "appare" si che dire "che gli uomini sono tutti centri di volontà quindi qualunque cosa si dica è una scelta" come intendi dire tu nel dire quanto sopra, è nuovamente volontà, cioè errore nell'errore. Mentre quanto indico dell'etica io, come legame (alleanza) con la potenza non sfugge mai all'etica, in quanto il presupposto legame giustapposto invece che necessario è appunto la nuova forma di potenza o tecnica, che sopra, se leggesti bene l'articolo invece di voler giungere subito alle conclusioni, troveresti. Mentre tu interpreti male la volontà che non hai ancora sviscerato, io interpreto bene l'etica all'interno del quadro storico. Leggi Destino della Necessità se vuoi davvero impegnarti sulla "volontà", o "studi di filosofia della prassi" o "il

ID67543 - 06/08/2016 09:50:33 - (Dru) -

L'urlo non toglie nulla all'argomentazione, l'inganno si.

ID67545 - 06/08/2016 09:53:13 - (Dru) -

Di quali premesse parli che non le leggo in nessun tuo discorso, ripetile per piacere. E cerca di capire invece di voler insegnare a tutti cosa dover fare. Quali premesse.

ID67546 - 06/08/2016 09:53:21 - (Leretico) - continua

Detto questo, importando mi della questione della necessità del legame tra etica e massima potenza, ritorno a spiegarmi per la terza volta: la tua grave confusione, ma non solo la tua intendo, sta tra etico e utile. Non è vero infatti che il popolo che abolisce la pena di morte pensa che sia quello il meglio, non è vero che il popolo sceglie "necessariamente" il potente. Potrebbe scegliere il meno potente "sapendo" che è meno potente. "Sapendo" significa, per maggior chiarezza, nonostante sappia cosa sia più potente. Compreso? Ora è evidente che le tue baggianate sulla mia non conoscenza dei significati di "Etica", "utilità", "Morale", "sintesi", "necessità", "possibilità", "contingenza", "libertà", "esser qualcosa", "voler esser qualcosa", qualcosa", "essere", "essente" sono baggianate, appunto. Ma è proprio perché le conosco che critico. Orsù, stai al tema e non preoccuparti di me ma delle mie

ID67547 - 06/08/2016 09:55:14 - (Dru) - Ogni affermazione

Non è frutto di volontà. La volontà appare non è frutto di volontà L'eretico. Altrimenti come potresti dire che ogni affermazione è frutto di volontà? Ma sarebbero queste le tue premesse, ma dici davvero?

ID67548 - 06/08/2016 09:57:09 - (Dru) -

Maggior chiarezza non può (ahahahmm) non può opporsi a potenza ne è un carattere essenziale.

ID67549 - 06/08/2016 09:59:37 - (Dru) -

L'eretico, studia il significato di potenza. Non è solo il potere politico, si che la maggior chiarezza in un popolo può appunto superarlo per una sicura alleanza alla potenza.

ID67550 - 06/08/2016 10:02:20 - (Leretico) - Il perseguire l'utile

Se l'uomo mortale e il popolo volessero la massima potenza seguirebbero l'utile. Si chiederebbero in ogni situazione di scelta: qual è il massimo utile che posso ottenere? E si risponderebbero l'alleanza con la massima potenza. Ma l'etico non è l'utile. L'etico prevede che si possa scegliere per il meno potente, ossia non ci sia legame necessario. Le mie premesse? Sono in tutto questo discorso. Non le leggi? Devo forse pensare che non riesci a distinguere tra premesse e conclusioni? Ahi la volontà che brutti scherzi tira. Ma il vero ragionare è altro.

ID67551 - 06/08/2016 10:06:23 - (Leretico) - Le affermazioni

Dimenticavo, ogni affermazione è frutto di volontà sul piano dell'uomo mortale. Ma era sottinteso. Qui lo specifico, perché noto che il tuo tentativo di confondere i due piani, terra isolata e destino, è sempre in agguato.

ID67552 - 06/08/2016 10:10:08 - (Dru) - Le prendere non prive di ogni contenuto, non sono premesse

Dire che se l'uomo mortale e il popolo volessero la massima potenza seguirebbero l'utile, non è una premessa è una tesi che va giustificata. E non lo fai in quanto non svisceri i termini in essere, cosa d'altronde che faccio io continuamente e anche sopra ma vedo che ti scivolano addosso, a proposito del portare ascolto al tuo interlocutore. La potenza non è solo l'utile te l' scritta sopra cosa è la potenza, in poche parole e assolutamente insufficienti ma io almeno mi sforzo di farti comprendere i significati. La potenza significa poter essere. E qui di significa voler essere, poiché il potere è volere. Quindi se l'utilità significa poter essere allora anche l'utilità fa parte del contenuto di potenza.

ID67553 - 06/08/2016 10:12:59 - (Leretico) - Studia, studia

Studia, studia diceva il professore... Questa è una tipica fallacia logica, come quella ad hominem, di parlare ex cathedra. È come dire: non riesco ad argomentare quindi dichiaro che quello che dico è vero a priori. Peggio ancora quando si portano argomenti "ad auctoritatem" cioè si fa riferimento ai vari Severino, Aristotele, ecc. Ipse dixit insomma. Ma questa non è logica, è arroganza. Dunque...

ID67554 - 06/08/2016 10:14:06 - (Dru) -

Che l'etico o stato etico preveda di esser meno potente è contraddizione del contraddittorio, poiché voler essere o potenza è etica. Voler essere meno potenti significa voler esser meno etici. Chi crede di esser più potente dell'erica ammazzando i bambini, quando ci riuscisse è più potente cioè più etico dell'etica, poiché la oltrepassa. Per questo ti ho chiesto di far un esperimento, di defecare, se non ti accade nulla il tuo defechare è etico.

ID67555 - 06/08/2016 10:15:37 - (Leretico) - Va giustificata...

Ma leggi o non leggi? Certo che è una tesi ma le premesse sono appena dopo!

ID67556 - 06/08/2016 10:16:24 - (Dru) -

Lo puoi fare, potenza. Se superi lo stato etico sei più etico, ma credo proprio che senza ammazzare bambini e con il solo defecare prove resti sulla tua pelle cosa significhi alleanza con la maggior potenza.

ID67557 - 06/08/2016 10:18:34 - (Dru) -

Vedi che tua moglie ti prenderebbe per matto... Ma in fondo non più tardi di 50 anni fa la si faceva quasi in piazza. Provaci e vedrai cosa è l'etica, non leggerezza se leggerezza significa meno potente.

ID67558 - 06/08/2016 10:23:41 - (Leretico) - La potenza

"La potenza non è solo l'utile" dici. Ma io non ho mai affermato il contrario. Leggi bene ciò che scrivo. Ho affermato che tu confondi etico con utile. Ho affermato che è seguendo l'utile che l'uomo mortale e il popolo si alleerebbe con la massima potenza. Ci siamo? Non mettermi in bocca cose che non ho detto.

ID67559 - 06/08/2016 10:23:51 - (Dru) - E io ti ho risposto

Gli uomini di fronte ad una scelta non si chiedono la massima utilità, non solo, ma la richiesta etica è: cosa posso fare per esser homo? E un popolo si chiede coda posso fare per esser popolo? Capisci che se non conosci la struttura della potenza tutto è inutile e le tue premesse sono prive di ogni fondamento. Cioè prive di significato.

ID67560 - 06/08/2016 10:28:10 - (Leretico) - Non defecare in piazza

Il perseguire le norme che un popolo si è dato è utile, ma non è detto sia etico. Lo stato nazista aveva fatto norme discriminatorie contro gli ebrei. Il cittadino tedesco credeva fosse utile seguire queste norme, ma non certo che fosse etico. Oggi 6 agosto è l'anniversario dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima. Sganciarla fu utile ma non etico. Ora, io so perfettamente che quelli che hanno vinto la guerra con la bomba atomica tentano di trasformare il concetto di utile in etico, ma in ci riescono.

ID67561 - 06/08/2016 10:29:21 - (Dru) -

Che io confonda etico con utile va giustificato. E non penso che mai ci riuscirai perche probabilmente se tu che pensi che io lo confonda e anche se continuo a dirti che l'utilità, nel pensiero moderno supera la verità, non lo capiresti, altri e profondi significati vanno prima colti.

ID67562 - 06/08/2016 10:29:38 - (Leretico) - Premetto

Sto sempre parlando dell'uomo mortale nella terra isolata. Non confondiamo, mi raccomando.

ID67563 - 06/08/2016 10:36:19 - (Dru) - Cosa significa verità e cosa significa utilità.

La verità è la premessa sul mondo che appare, l'utilità è il mondo sulla premessa. Molto in breve, quando l'uomo comprende che la previsione non solo non comprende il mondo che ci appare, ma disegna un mondo suo che con il mondo non ha "nulla" a che fare, sceglie il mondo alla verità, l'uomo scieglie, prima nella scienza e poi nelle altre discipline, il mondo lasciando le previsioni a maghi e fattucchiere. È meglio l'utile al vero, Etica.

ID67564 - 06/08/2016 10:37:52 - (Dru) -

Cioè massima potenza e massima a tal punto che sta diventando etica del mondo intero. Cosa significa che l'Isis ci combatte? Ecc, ecc...

ID67565 - 06/08/2016 10:38:39 - (Leretico) - Ma non vedi?

È proprio perché conosco bene il discorso severiniano che metto il dito nella piaga. Non vedi? Io oso criticare. Io oso usare il cervello. Opera essere è potenza, ma l'uomo mortale a volte sceglie un grado di potenza inferiore, perché? Ecco è proprio qui che cade l'obieziine e fa crollare tutte le deduzioni successive. Il bla bla bla sull'uccidere usato come mezzo per far colpo. L'uomo mortale sceglie a volte di essere meno potente. Vuole essere meno potente. Crede di essere meno potente e gli va bene così. Eppure è così semplice da capire. Invece, via con gli insulti, gli argomenti ad hominem, ex cathedra, ad auctoritatem. Non hai studiato, no hai letto "Destino della necessità". Fai presunzioni, ma sono tali sempre quelle del presuntuoso. No?

ID67566 - 06/08/2016 10:39:36 - (Dru) -

Leretico, per far filosofia bisogna distinguere i particolari dagli universali e comprenderli, solo così puoi "far" filosofia.

ID67567 - 06/08/2016 10:40:59 - (Dru) -

Dopo puoi metter la testa sotto la sabbia, ma attento che il leone non ti lascia stare per questo solo motivo.

ID67568 - 06/08/2016 10:42:22 - (Dru) -

Caro L'eretico ho premesso che avrei parlato di te e l'ho fatto con verità. :-)

ID67569 - 06/08/2016 10:43:47 - (Dru) - Leretico

Io contesto questo tuo uso del cervello e lo giustificò ogni volta che ci incontriamo qui.

ID67570 - 06/08/2016 10:45:05 - (Leretico) - È meglio l'utile al vero. Non è etica

È meglio l'utile al vero. Non è etica. L'uomo mortale vuole il mondo e non sceglie la verità. "Non sceglie" è scegliere. Quindi l'uomo mortale è sempre etico perché non può non scegliere. Ma quando sceglie può farlo per ciò che è meno potente, sceglie di voler essere meno potente. D'altronde non può non scegliere. Chiaro ed evidente, con premesse e conclusioni, senza argomenti ad auctoritatem, ex cathedra o ad hominem. Senza vizi logici insomma.

ID67571 - 06/08/2016 10:45:18 - (Dru) -

Hai il carattere di chi vede le cime e per il solo fatto di vederle le mette in bacheca come fatte. Io questo invece contesti di te. Prima farle le cime e poi metterle in bacheca.

ID67572 - 06/08/2016 10:51:06 - (Leretico) - Le cime

La metafora delle cime non serve perché tu credi di averle fatte, ma la tua è una volontà come le altre. Tu non le hai fatte, credi di averle fatte. Tra credere e verità c'è differenza. Nessuno ha mai detto che non hai una profonda conoscenza della filosofia severiniano. Anzi sei un esperto. Ma la filosofia è utile perché è inutile. Se violi questa struttura o la deformi perché ti è utile, ne perdi magicamente la sua vera natura.

ID67573 - 06/08/2016 10:55:07 - (Dru) -

Se l'uomo mortale scieglie per il meno potente è perché crede che sia il più potente. Tu confondi i piani. Certi che il giudizio conseguente inter soggettivo può dimostrare al mortale il suo errore o la sua scelta per il meno potente, ma per dirgli che è uno stupido ad averlo fatto. Certo che l'uomo può credere nella contraddizione di aver miglior sorte che nella sua soluzione, ma la contraddizione è di qualcosa qualcosa che manca. Quindi solo l'incoscienza può far decidere per il peggio. Infine non ci è scelta, ci è scelta solo bella fede. Ma l'etica come la politica e come l'economia nascono sulla base della potenza. Eicos significa appunto riparo. Da cosa? Dall'errore, quindi la scelta è sempre per il meglio, poi che il risultato della scelta conduca a amplificare l'errore o la contraddizione, invece che risolverla, non è dovuto alla volontà etica, è dovuto alla radicalità

ID67574 - 06/08/2016 10:56:59 - (Dru) -

insito nel significato di scelta.

ID67575 - 06/08/2016 11:02:04 - (Dru) -

Con fin di poi potenza cin potere politico, riducendo a particolare un significato ben più tondo e con fondi la scelta del meno potente (impossibile) con il giudizio su quella scelta, ecc. Ecc.

ID67576 - 06/08/2016 11:03:07 - (Dru) -

E mi dai del confuso... Dimmi un po tu?

ID67577 - 06/08/2016 11:07:16 - (Dru) - Postilla

Anche il mortale che dà dello stupido ad un altro mortale per la sua scelta sbagliata è uno stupido, ma questo è un ulteriore approfondimento che non farò.

ID67580 - 06/08/2016 13:39:49 - (Leretico) - La tua confusione

Hai scritto: "Se l'uomo mortale scieglie per il meno potente è perché crede che sia il più potente". Io invece ho scritto: "l'uomo mortale può scegliere il meno potente pur sapendo che esiste il più potente". Inoltre insisti dicendo che è impossibile che l'uomo scelga per il meno potente, affermando che lo fa pensando di non farlo. Ecco perché hai confusione. Credi di aver capito quello che ho scritto invece fai presupposizioni.

ID67581 - 06/08/2016 13:47:11 - (Leretico) - Tu confondi l'utile con l'etico

L'uomo mortale crede di aver la possibilità di scegliere anche il meno potente. La sua eticità sta nella scelta. Se sceglie il maggiormente utile, egli infatti non si esime dall'etico ossia non può non essere etico se etico è il non poter non scegliere. Adotta l'etica dell'utile insomma. Ma c'è anche l'etica dell'inutile, che tu definisci perdente, pur tuttavia esiste. È per questo fatto che l'utile non è l'etico. Solo chi adora il vincente e la potenza del suo vincere confonde l'etico con l'utile. Per una questione di fede insomma.

ID67582 - 06/08/2016 14:01:54 - (Leretico) - Non confondo

Non confondo potenza con potere politico. Faccio un discorso di fondamento semplicissimo. Una banalità. Ma molto profonda che fa cadere tutte le considerazioni, quelle sì banali, sull'uccidere, sul "perché non dovrei uccidere se posso farlo" eccetera. Cadet tutto il castello perché le fondamenta non reggono. L'uomo mortale non sceglie sempre per il massimamente potente, né sbaglia avendolo frainteso. A volte sceglie il meno potente sapendo, essendo consapevole, che c'è una scelta più potente. Sceglie di non uccidere pur sapendo che con l'uccidere avrebbe maggiori vantaggi. Ma non lo fa perché crede di avere un premio, ma perché tiene a quel principio della vita nonostante sappia di essere inferiore rispetto a chi non ci tiene. Questo è un discorso filosofico, non politico.

ID67583 - 06/08/2016 14:07:56 - (Leretico) - Ci manca un non

Ma non lo fa non perché crede di avere un premio, ma perché tiene a quel principio della vita nonostante sappia di essere inferiore rispetto a chi non ci tiene. Questo è un discorso filosofico, non politico.

ID67584 - 06/08/2016 14:25:26 - (Leretico) - Il mio invito

Il mio in definitiva è un invito all'uso della ragione per non prendere pedissequamente il discorso di Severino come oro colato. L'apostolato non occorre in filosofia, la verità non ha bisogno di sacerdoti, la non -verità li necessità. So che le affermazioni che tu fai nell'articolo provengono quasi direttamente da Severino. È lui che ha scritto quelle cose sul concetto di etica, superetica e potenza. E io obietto con semplicità e con pertinenza. Io oso obiettare a Severino e, "si parva licet", lo farei con chiunque se pensassi che quanto sta dicendo non è fondato.

ID67586 - 06/08/2016 17:22:19 - (Dru) -

Non credo di aver capito, ho capito, ma ti correggo.

ID67587 - 06/08/2016 17:27:54 - (Dru) -

L'eretico caro, io faccio quello che voglio e se conosco fin nelle viscere il pensiero attualmente più potente sulla terra, embè sopporta questa mia conoscenza, che ci vuoi fa. Per la questione dell'Apostolato, non mi conviene come carattere, per quanto concerne chi sceglie per la vita invece lo fa sempre per potenza, checchè tu non lo abbia ancor creduto.

ID67588 - 06/08/2016 17:33:34 - (Dru) -

Cercare di sminuire il pensiero o di sminuirmi riferendo ti ai miei studi, ę patetico, cosa credi tu che Leopardi fosse Leopardi per che cosa, per aver fatto alcune passeggiate in campagna? No. Per aver studiato gli antichi. Quindi ti dirò "siamo nani che camminano sulle spalle di giganti". Prima però bisogna salire su quelle spalle. Fai tu qualcosa che me lo fa capire, vedrai che io ti applaudito.

ID67589 - 06/08/2016 17:34:53 - (Dru) -

Mi scuso per come scrivo ma ho il cel

ID67590 - 06/08/2016 17:37:57 - (Dru) -

Criticare tanto per criticare non è criticare.

ID67591 - 06/08/2016 17:42:49 - (Dru) -

Cosa mi consigli, di far lo stupido? No, preferisco restar intelligente.

ID67592 - 06/08/2016 17:47:38 - (Dru) -

E al dunque L'eretico, credimi, non è Severino che ha scritto queste cose intorno l'etica, no! Sono io, il tuo amico.

ID67593 - 06/08/2016 18:12:40 - (Dru) -

Leggi bene e capisci l'ID67573 e smettila di invitarmi ad esser stupido. Sei presuntuoso Leretico, tutto qui la tua ragione. A meno che qualcuno non mi illumini su tal fatto, poiché fin qui non son certo rimasto abbagliato. Ciao, con simpatia.

ID67596 - 06/08/2016 19:27:45 - (Dru) -

Anche i bambini ad un certo punto della loro vita continuano a dir no, ma non è questo il senso della critica, questo è un loro modo di proporsi al mondo che li circonda per misurarlo e comprenderne i limiti, spero che i tuoi no alla ragione, se son privi di ragione, almeno ti stimolino allo stesso rapporto che i bambini instaurano con il mondo, questa è la ragione e la sua crescita, il senso del limite.

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