Sono stimolato a questo articolo da alcune lacunose, ma impellenti, interrogazioni de Leretico sul tema dell'etica
Ammettiamo che tu abbia "ragione", e domani i popoli, uno su tutti, si alzi con questo nuovo concetto etico e che quindi pensi che se fa quello che fa è meno potente rispetto a quello che, secondo la tua logica del perdente, non avvenisse nel non farlo o addirittura scegliendo di fare (avere) certi comportamenti (leggi). Ora non continuo perchè dovrebbe bastarti per comprendere a quante e quali aporie incontra la tua scelta di campo. Magari quel popolo decide che, si, educare i figli alla vita è più potente, ma appunto per questo li educa alla morte, ecc. Ecc. Comunque etica ha un'accezione della comunità non dell'individualità, fatto che in sé non cambia prospettiva sulla potenza. Fai cosi, adesso scegli di non respirare, è poco utile, ma è etico. :-) quando la poesia risulta l'unica arma di difesa allora tutto è in tutto per il poeta.
E lo scegli, questo atteggiamento sul mondo, cosciente che è meno potente, non dubiti che il bello della vita più potente è migliore del bello della vita meno potente? E se scegli per il bello della vita comunque meno potente (anche se questa scelta di campo è l'impossibile scelta appunto, in quanto nessuno decide per il suo peggio sul suo meglio) non capisci che il tuo ragionamento sull'etica non comprende la ragione etica e che quindi è alquanto confuso?
Non confondere il gusto con l'etica.
Di smettere di studiare e di formarsi nello stato etico e di sciegliere per il peggio (meno potente) comportamento della bella vita, che vuoi debolezze umane.
Compragli anche una pistola se ti piace e digli di, quando vedono un posto di blocco, tirarla fuori, mentre se sei mussulmano compragli una bibbia e mandali in terra mussulmana o islamica con in braccio questa, è meno potente, ma sai che soddisfazione a comprendere che l'etica (il costume che un popolo si dà) non cerca nei popoli la potenza e che etico e utile fanno a pugni ... Ma le comprendi almeno un poco queste semplici nonsense della "tua" etica? ;-) ora risponderai che non ci pensi nemmeno, ma io ti supplico di pensare non di non pensare.
Perché quando arrivi a casa non defechi sulla porta, perché se tu lo facessi tua moglie penserebbe che sei svitato e appunto ti conformi a comportamenti e atteggiamenti etici, cioè comportamenti e atteggiamenti che sono nella norma per "poter" (potenza dello stato etico) sopravvivere nello stato etico, lo stato che indica le norme per regolare il comportamento che è naturale in esso e non innaturale, che è normale normato non violento, cioè che viola la norma. Tua moglie che ti vede defecare sulla porta si preoccuperebbe e ti segnalerebbe allo stato etico, vai tu poi a dirgi che son debolezze umane. Credo che non avresti scampo, potenza al dunque, non potresti nulla sul manicomio.
Devo continuare o hai compreso perché nessuno dell'etica e nell'etica ti permetterebbe nulla appunto in nome dell'alleanza alla massima potenza (creduta)? Alleanza che non vuole che tu la violi? Pena io manicomio, struttura etica adeguata al tuo ragionamento sopra? Che vuoi fa, son debolezze...
Rifaccio il discorso sperando (vanamente?)in una tua maggiore attenzione: "L'etica non è alleanza con la maggior potenza". Questa mia affermazione critica le base di tutto il tuo articolo e significa che il legame necessario che tu vedi tra etica e alleanza con la maggior potenza non è necessario mentre tu lo supponi tale. Il vederlo necessario è frutto di volontà, di fede (quest'ultima frase è la ragione per cui faccio l'affermazione precedente è una sua spiegazione. Vado piano per paura di essere frainteso). La non necessità di quel legame la spiego inoltre dicendo che gli individui, ma anche i popoli, non fanno sempre scelte volte all'assicurarsi la massima potenza e faccio un esempio: un popolo sceglie di non uccidere, toglie la pena di morte. Quello che indichi tu è l'"utile" ma ti piace dirlo etico per retorica, per far colpo. Tendi all'effetto estetico, vuoto, del clamore.
Tu confondi l'etico con l'utile, te l'ho già scritto. Tutto il discorso sulle leggi, quindi, e sul defecare davanti alla porta di casa non è pertinente, ma sono solo parole a vanvera, cioè non legate alla mia obiezione. Invece di indulgere in codeste soperchierie, perché eludi la questione? Per etico io, dico io per non farmi fraintendere nuovamente, intendo il risultato di una scelta. L'uomo mortale non può non volere (tesi che ho dimostrato più e più volte, inascoltato e non letto), dunque ogni suo atto è un atto etico. Anche un popolo non può non volere e quindi ogni sua decisione è una decisione etica. Quando scelgo di non uccidere lo faccio già sapendo che è una scelta meno potente, ma voglio proprio che sia così. Preferisco il bello della vita che il fascino del potere a cui troppi sono particolarmente sensibili. Quod erat demostrandum è lamapante, semplice, facile, evidente,
Ma non c'è più sordo di chi non vuol sentire, soprattutto chi dimentica, tutto preso dalla sua fede religiosa, quindi irrazionale, che e proprio chi mette in discussione le tesi che si guadagna il diritto e il di parlare di filosofia. Gli altri sono sacerdoti come tanti, troppi, che millantano di avere in mano la verità.
Quando un popolo decide di non uccidere lo fa nuovamente come scelta di potenza non di impotenza. Che poi la scelta sia un errore te l'ho insegnato io nel corso della tua difficile comprensione filosofica. Ma non uccidere per un popolo vuol dire mettere al primo posto la sacralità della vita in vista di esser miglior popolo, Etica al dunque, alleanza con la potenza. Però Leretico bisognerebbe sapere cosa significhi quest'alleanza. Cosa è la potenza? Cosa significa radicalmente potere? Non il riduttivo potere politico, imprudente Leretico, non una forma sbiadita di potenza, ma ogni forma di potenza. Se un popolo, come un individuo, decide, vuole, nell'etica vuole esser popolo, nell'individuo morale vuole esser riconosciuto come individuo, nella legge vuole esser legge. Cosa può ambire di più un popolo che esser se stesso?
La scelta etica, o alleanza con la massima potenza significa appunto questo, la "possibilità" (potenza) di sciegliere per il meglio. Poi possiamo discutere il meglio e l'errore di questa scelta, ma la discussione intorno a questi due oggetti non taglia la relazione etica con la massima potenza, chi imprudentemente lo fa sei tu e allora in nome della leggerezza, poiché è sul tenore delle tue panzane troppo leggere, che ho seguito lo stesso corso: perché da individuo domani non ti metti ad urlare in piazza o ad andare nudo in ufficio o defecare sulla porta di casa tua? Leggerezza caro, leggerezza. Ma invece io ti consiglio di leggere.
Confondi il gusto con l'etica e quindi ti inciampi.
Potresti amare il nudismo, "esser nudista", ma comunque non poter andare in ufficio nudo, ma al dunque non poter esprimere il tuo "gusto", si che non sei nudista al cospetto dell'etica, lo sei nei luoghi privati o adibiti alla tua espressione, in recinti, perché lo stato etico, più potente di te (che significa che ha più possibilità di te nella scelta) te lo impedisce. Hai compreso finalmente?
Quando il legame tra Etica e Potenza non fosse più necessario, quello che risulterebbe non sarebbe più Etica. Quando tu dovessi divorziare con tua moglie, non saresti più sposato o marito di alcunché. Non mi sembra di esser nel difficile caro L'eretico, ma sinceramente ti credevo più perspicace. Se Etica viul dir costume di un popolo, suoi usi, quando il costume e gli usi (cioè potenza) non fossero più, avremmo a che fare con un oggetto nuovo.
Dici che non sempre i popoli e gli individui scelgono per il meglio e sbagli, la scelta è sempre per il meglio, ma questo non significa che sia il meglio. Se scelgo di morire è perché voglio "esser morto", cioè lo desidero come condizione migliore del mio vivere e al rovescio, se decudovdi vivere è perché voglio "esser vivo", cioè lo desidero nuovamente come condizione migliore della morte. Anche questa parte è banale, non pensavo di dover te la scrivere, l'ho detta per mille volte. Cosa è volontà? Cosa vuole? Vuole le cose? Quindi vuol esser quelle. Per questo siamo nell'angoscia. Perché se così stanno le cose, e per la volontà così stanno, voler essere non significa essere, l'uomo volente è l'uomo morente di tutte le cose.
Le tue non sono mai cargo menta a io mi argomentate, ma semplici tesi, cioè non scandagli i significati di "Etica", "utilità", "Morale", "sintesi", "necessità", "possibilità", "contingenza", "libertà", "esser qualcosa", "voler esser qualcosa", qualcosa", "essere", "essente". Tutte parole che adoperi come tutti sanno adoperare, ma di cui non sai il significato, o se lo sai non lo utilizzi mai nell'argomentazione si che tesi tue si vuote, sono sostenute dal linguaggio non dalla loro semantica. E dici che sono retorico io? Hai un bel coraggio.
Le tue non sono mai argomentazioni argomentate. Dici di saperle ma mostri evidentemente a chi le studia tutti i santi giorni che non le conosci affatto. Poi sono tutti bravi a scendera dal Britannia per raccontare dei propri 4.000. I 4000, come le parole suddette, li trovi in ogni manuale. Ma le parole hanno significati, come le cime hanno i canaloni da superare. Dire che una cima o una tesi filosofica sia stata superata è ignobile se non peggio, quando non è assolutamente vero. Questa è la retorica L'eretico, la tua.
Se tu fossi un miglionesimo onesto lo riconosceresti.
Un milionesimo... Sempre naturalmente in amicizia e ancora con simpatia. La tua volontà di guarire il mondo L'eretico ti acceca, acceca le tue evidenti lacune.. Sei tu il retorico, io son filosofo.
Io adoperò le parole nel limite di quello che mi hanno insegnato, nel loro limite semantico, tu invece vai oltre, ma non che questo andare oltre significhi superamento e quindi vera argomentazione, vai oltre la tua conoscenza di esse, millanti al dunque, si che se di una parola il mio significato (quello che di questo conosco per studi) è 100 di quella la tua conoscenza è 10, ma vai a 20 30 40 50 senza sapere cosa significhi 20 30 40 50, o senza mai mostrare di saperlo, sei retorico.
Che tu vuoi entrare in parole che non conosci, e questo ti fa onore, è il coraggio, e quelle le vuoi argomentare, e anche questo ti fa onore, ciò che non ti fa onore è considerarle conosciute prima di conoscerle, prima di averne fatto studi approfonditi, millantando di averle già in te. Non discutono che tu abbia un bagaglio culturale pregevole: che sai di fiori, di storia e di scienza, non discutono che tu sia informato e non discuto nemmeno che ci saranno una miriade di parole in cui tu sei a 100 e io sono a 10, figuriamoci, discuto le tue pretese che non hanno fondamento.
Certo che le parole che qui scriviamo sono segni di un disegno che "vuole" esser contrassegno della realtà, e quindi in quanto volontà di realtà è errore, ma l'errore con tutti i sui contenuti, la sfinge, la torre di Pisa e tutte le opere dell'uomo appaiono e appaiono in carne ed ossa, si che negare come fai tu questo mondo meraviglioso sulla base della "verità" della "volontà" (verità della volontà che comunque ti è poco chiara) è errore nell'errore.
Lascio perdere gli insulti, che considero "fallacie" ad hominem. Mi fermo sulle affermazioni che fai sulla mia preparazione o il mio studio dicendo che le tue sono deduzioni prive di fondamento. Illazioni dettate dalla tua volontà di confutazione che non colpiscono il centro mai. Lascia perdere quindi la mia persona, preoccupati degli argomenti. Quando faccio un'affermazione tendo sempre a proporre le premesse da cui parto, questo per correttezza. Ogni affermazione è frutto di volontà, quindi nella discussione si confrontano almeno due volontà. Se non si porgono all'altro le premesse alle proprie tesi, ossia non si argomenta, diventa una lotta a chi urla di più. Non mi sembra di essere io quello che indulge all'urlo, attitudine a cui non mi presto e quindi non eccello.
La volontà appare, e il contenuto della volontà è contraddittorio perché identifica il suo essere con quanto non è. Ma la volontà "appare" si che dire "che gli uomini sono tutti centri di volontà quindi qualunque cosa si dica è una scelta" come intendi dire tu nel dire quanto sopra, è nuovamente volontà, cioè errore nell'errore. Mentre quanto indico dell'etica io, come legame (alleanza) con la potenza non sfugge mai all'etica, in quanto il presupposto legame giustapposto invece che necessario è appunto la nuova forma di potenza o tecnica, che sopra, se leggesti bene l'articolo invece di voler giungere subito alle conclusioni, troveresti. Mentre tu interpreti male la volontà che non hai ancora sviscerato, io interpreto bene l'etica all'interno del quadro storico. Leggi Destino della Necessità se vuoi davvero impegnarti sulla "volontà", o "studi di filosofia della prassi" o "il
L'urlo non toglie nulla all'argomentazione, l'inganno si.
Di quali premesse parli che non le leggo in nessun tuo discorso, ripetile per piacere. E cerca di capire invece di voler insegnare a tutti cosa dover fare. Quali premesse.
Detto questo, importando mi della questione della necessità del legame tra etica e massima potenza, ritorno a spiegarmi per la terza volta: la tua grave confusione, ma non solo la tua intendo, sta tra etico e utile. Non è vero infatti che il popolo che abolisce la pena di morte pensa che sia quello il meglio, non è vero che il popolo sceglie "necessariamente" il potente. Potrebbe scegliere il meno potente "sapendo" che è meno potente. "Sapendo" significa, per maggior chiarezza, nonostante sappia cosa sia più potente. Compreso? Ora è evidente che le tue baggianate sulla mia non conoscenza dei significati di "Etica", "utilità", "Morale", "sintesi", "necessità", "possibilità", "contingenza", "libertà", "esser qualcosa", "voler esser qualcosa", qualcosa", "essere", "essente" sono baggianate, appunto. Ma è proprio perché le conosco che critico. Orsù, stai al tema e non preoccuparti di me ma delle mie
Non è frutto di volontà. La volontà appare non è frutto di volontà L'eretico. Altrimenti come potresti dire che ogni affermazione è frutto di volontà? Ma sarebbero queste le tue premesse, ma dici davvero?
Maggior chiarezza non può (ahahahmm) non può opporsi a potenza ne è un carattere essenziale.
L'eretico, studia il significato di potenza. Non è solo il potere politico, si che la maggior chiarezza in un popolo può appunto superarlo per una sicura alleanza alla potenza.
Se l'uomo mortale e il popolo volessero la massima potenza seguirebbero l'utile. Si chiederebbero in ogni situazione di scelta: qual è il massimo utile che posso ottenere? E si risponderebbero l'alleanza con la massima potenza. Ma l'etico non è l'utile. L'etico prevede che si possa scegliere per il meno potente, ossia non ci sia legame necessario. Le mie premesse? Sono in tutto questo discorso. Non le leggi? Devo forse pensare che non riesci a distinguere tra premesse e conclusioni? Ahi la volontà che brutti scherzi tira. Ma il vero ragionare è altro.
Dimenticavo, ogni affermazione è frutto di volontà sul piano dell'uomo mortale. Ma era sottinteso. Qui lo specifico, perché noto che il tuo tentativo di confondere i due piani, terra isolata e destino, è sempre in agguato.
Dire che se l'uomo mortale e il popolo volessero la massima potenza seguirebbero l'utile, non è una premessa è una tesi che va giustificata. E non lo fai in quanto non svisceri i termini in essere, cosa d'altronde che faccio io continuamente e anche sopra ma vedo che ti scivolano addosso, a proposito del portare ascolto al tuo interlocutore. La potenza non è solo l'utile te l' scritta sopra cosa è la potenza, in poche parole e assolutamente insufficienti ma io almeno mi sforzo di farti comprendere i significati. La potenza significa poter essere. E qui di significa voler essere, poiché il potere è volere. Quindi se l'utilità significa poter essere allora anche l'utilità fa parte del contenuto di potenza.
Studia, studia diceva il professore... Questa è una tipica fallacia logica, come quella ad hominem, di parlare ex cathedra. È come dire: non riesco ad argomentare quindi dichiaro che quello che dico è vero a priori. Peggio ancora quando si portano argomenti "ad auctoritatem" cioè si fa riferimento ai vari Severino, Aristotele, ecc. Ipse dixit insomma. Ma questa non è logica, è arroganza. Dunque...
Che l'etico o stato etico preveda di esser meno potente è contraddizione del contraddittorio, poiché voler essere o potenza è etica. Voler essere meno potenti significa voler esser meno etici. Chi crede di esser più potente dell'erica ammazzando i bambini, quando ci riuscisse è più potente cioè più etico dell'etica, poiché la oltrepassa. Per questo ti ho chiesto di far un esperimento, di defecare, se non ti accade nulla il tuo defechare è etico.
Ma leggi o non leggi? Certo che è una tesi ma le premesse sono appena dopo!
Lo puoi fare, potenza. Se superi lo stato etico sei più etico, ma credo proprio che senza ammazzare bambini e con il solo defecare prove resti sulla tua pelle cosa significhi alleanza con la maggior potenza.
Vedi che tua moglie ti prenderebbe per matto... Ma in fondo non più tardi di 50 anni fa la si faceva quasi in piazza. Provaci e vedrai cosa è l'etica, non leggerezza se leggerezza significa meno potente.
"La potenza non è solo l'utile" dici. Ma io non ho mai affermato il contrario. Leggi bene ciò che scrivo. Ho affermato che tu confondi etico con utile. Ho affermato che è seguendo l'utile che l'uomo mortale e il popolo si alleerebbe con la massima potenza. Ci siamo? Non mettermi in bocca cose che non ho detto.
Gli uomini di fronte ad una scelta non si chiedono la massima utilità, non solo, ma la richiesta etica è: cosa posso fare per esser homo? E un popolo si chiede coda posso fare per esser popolo? Capisci che se non conosci la struttura della potenza tutto è inutile e le tue premesse sono prive di ogni fondamento. Cioè prive di significato.
Il perseguire le norme che un popolo si è dato è utile, ma non è detto sia etico. Lo stato nazista aveva fatto norme discriminatorie contro gli ebrei. Il cittadino tedesco credeva fosse utile seguire queste norme, ma non certo che fosse etico. Oggi 6 agosto è l'anniversario dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima. Sganciarla fu utile ma non etico. Ora, io so perfettamente che quelli che hanno vinto la guerra con la bomba atomica tentano di trasformare il concetto di utile in etico, ma in ci riescono.
Che io confonda etico con utile va giustificato. E non penso che mai ci riuscirai perche probabilmente se tu che pensi che io lo confonda e anche se continuo a dirti che l'utilità, nel pensiero moderno supera la verità, non lo capiresti, altri e profondi significati vanno prima colti.
Sto sempre parlando dell'uomo mortale nella terra isolata. Non confondiamo, mi raccomando.
La verità è la premessa sul mondo che appare, l'utilità è il mondo sulla premessa. Molto in breve, quando l'uomo comprende che la previsione non solo non comprende il mondo che ci appare, ma disegna un mondo suo che con il mondo non ha "nulla" a che fare, sceglie il mondo alla verità, l'uomo scieglie, prima nella scienza e poi nelle altre discipline, il mondo lasciando le previsioni a maghi e fattucchiere. È meglio l'utile al vero, Etica.
Cioè massima potenza e massima a tal punto che sta diventando etica del mondo intero. Cosa significa che l'Isis ci combatte? Ecc, ecc...
È proprio perché conosco bene il discorso severiniano che metto il dito nella piaga. Non vedi? Io oso criticare. Io oso usare il cervello. Opera essere è potenza, ma l'uomo mortale a volte sceglie un grado di potenza inferiore, perché? Ecco è proprio qui che cade l'obieziine e fa crollare tutte le deduzioni successive. Il bla bla bla sull'uccidere usato come mezzo per far colpo. L'uomo mortale sceglie a volte di essere meno potente. Vuole essere meno potente. Crede di essere meno potente e gli va bene così. Eppure è così semplice da capire. Invece, via con gli insulti, gli argomenti ad hominem, ex cathedra, ad auctoritatem. Non hai studiato, no hai letto "Destino della necessità". Fai presunzioni, ma sono tali sempre quelle del presuntuoso. No?
Leretico, per far filosofia bisogna distinguere i particolari dagli universali e comprenderli, solo così puoi "far" filosofia.
Dopo puoi metter la testa sotto la sabbia, ma attento che il leone non ti lascia stare per questo solo motivo.
Caro L'eretico ho premesso che avrei parlato di te e l'ho fatto con verità. :-)
Io contesto questo tuo uso del cervello e lo giustificò ogni volta che ci incontriamo qui.
È meglio l'utile al vero. Non è etica. L'uomo mortale vuole il mondo e non sceglie la verità. "Non sceglie" è scegliere. Quindi l'uomo mortale è sempre etico perché non può non scegliere. Ma quando sceglie può farlo per ciò che è meno potente, sceglie di voler essere meno potente. D'altronde non può non scegliere. Chiaro ed evidente, con premesse e conclusioni, senza argomenti ad auctoritatem, ex cathedra o ad hominem. Senza vizi logici insomma.
Hai il carattere di chi vede le cime e per il solo fatto di vederle le mette in bacheca come fatte. Io questo invece contesti di te. Prima farle le cime e poi metterle in bacheca.
La metafora delle cime non serve perché tu credi di averle fatte, ma la tua è una volontà come le altre. Tu non le hai fatte, credi di averle fatte. Tra credere e verità c'è differenza. Nessuno ha mai detto che non hai una profonda conoscenza della filosofia severiniano. Anzi sei un esperto. Ma la filosofia è utile perché è inutile. Se violi questa struttura o la deformi perché ti è utile, ne perdi magicamente la sua vera natura.
Se l'uomo mortale scieglie per il meno potente è perché crede che sia il più potente. Tu confondi i piani. Certi che il giudizio conseguente inter soggettivo può dimostrare al mortale il suo errore o la sua scelta per il meno potente, ma per dirgli che è uno stupido ad averlo fatto. Certo che l'uomo può credere nella contraddizione di aver miglior sorte che nella sua soluzione, ma la contraddizione è di qualcosa qualcosa che manca. Quindi solo l'incoscienza può far decidere per il peggio. Infine non ci è scelta, ci è scelta solo bella fede. Ma l'etica come la politica e come l'economia nascono sulla base della potenza. Eicos significa appunto riparo. Da cosa? Dall'errore, quindi la scelta è sempre per il meglio, poi che il risultato della scelta conduca a amplificare l'errore o la contraddizione, invece che risolverla, non è dovuto alla volontà etica, è dovuto alla radicalità
insito nel significato di scelta.
Con fin di poi potenza cin potere politico, riducendo a particolare un significato ben più tondo e con fondi la scelta del meno potente (impossibile) con il giudizio su quella scelta, ecc. Ecc.
E mi dai del confuso... Dimmi un po tu?
Anche il mortale che dà dello stupido ad un altro mortale per la sua scelta sbagliata è uno stupido, ma questo è un ulteriore approfondimento che non farò.
Hai scritto: "Se l'uomo mortale scieglie per il meno potente è perché crede che sia il più potente". Io invece ho scritto: "l'uomo mortale può scegliere il meno potente pur sapendo che esiste il più potente". Inoltre insisti dicendo che è impossibile che l'uomo scelga per il meno potente, affermando che lo fa pensando di non farlo. Ecco perché hai confusione. Credi di aver capito quello che ho scritto invece fai presupposizioni.
L'uomo mortale crede di aver la possibilità di scegliere anche il meno potente. La sua eticità sta nella scelta. Se sceglie il maggiormente utile, egli infatti non si esime dall'etico ossia non può non essere etico se etico è il non poter non scegliere. Adotta l'etica dell'utile insomma. Ma c'è anche l'etica dell'inutile, che tu definisci perdente, pur tuttavia esiste. È per questo fatto che l'utile non è l'etico. Solo chi adora il vincente e la potenza del suo vincere confonde l'etico con l'utile. Per una questione di fede insomma.
Non confondo potenza con potere politico. Faccio un discorso di fondamento semplicissimo. Una banalità. Ma molto profonda che fa cadere tutte le considerazioni, quelle sì banali, sull'uccidere, sul "perché non dovrei uccidere se posso farlo" eccetera. Cadet tutto il castello perché le fondamenta non reggono. L'uomo mortale non sceglie sempre per il massimamente potente, né sbaglia avendolo frainteso. A volte sceglie il meno potente sapendo, essendo consapevole, che c'è una scelta più potente. Sceglie di non uccidere pur sapendo che con l'uccidere avrebbe maggiori vantaggi. Ma non lo fa perché crede di avere un premio, ma perché tiene a quel principio della vita nonostante sappia di essere inferiore rispetto a chi non ci tiene. Questo è un discorso filosofico, non politico.
Ma non lo fa non perché crede di avere un premio, ma perché tiene a quel principio della vita nonostante sappia di essere inferiore rispetto a chi non ci tiene. Questo è un discorso filosofico, non politico.
Il mio in definitiva è un invito all'uso della ragione per non prendere pedissequamente il discorso di Severino come oro colato. L'apostolato non occorre in filosofia, la verità non ha bisogno di sacerdoti, la non -verità li necessità. So che le affermazioni che tu fai nell'articolo provengono quasi direttamente da Severino. È lui che ha scritto quelle cose sul concetto di etica, superetica e potenza. E io obietto con semplicità e con pertinenza. Io oso obiettare a Severino e, "si parva licet", lo farei con chiunque se pensassi che quanto sta dicendo non è fondato.
Non credo di aver capito, ho capito, ma ti correggo.
L'eretico caro, io faccio quello che voglio e se conosco fin nelle viscere il pensiero attualmente più potente sulla terra, embè sopporta questa mia conoscenza, che ci vuoi fa. Per la questione dell'Apostolato, non mi conviene come carattere, per quanto concerne chi sceglie per la vita invece lo fa sempre per potenza, checchè tu non lo abbia ancor creduto.
Cercare di sminuire il pensiero o di sminuirmi riferendo ti ai miei studi, ę patetico, cosa credi tu che Leopardi fosse Leopardi per che cosa, per aver fatto alcune passeggiate in campagna? No. Per aver studiato gli antichi. Quindi ti dirò "siamo nani che camminano sulle spalle di giganti". Prima però bisogna salire su quelle spalle. Fai tu qualcosa che me lo fa capire, vedrai che io ti applaudito.
Mi scuso per come scrivo ma ho il cel
Criticare tanto per criticare non è criticare.
Cosa mi consigli, di far lo stupido? No, preferisco restar intelligente.
E al dunque L'eretico, credimi, non è Severino che ha scritto queste cose intorno l'etica, no! Sono io, il tuo amico.
Leggi bene e capisci l'ID67573 e smettila di invitarmi ad esser stupido. Sei presuntuoso Leretico, tutto qui la tua ragione. A meno che qualcuno non mi illumini su tal fatto, poiché fin qui non son certo rimasto abbagliato. Ciao, con simpatia.
Anche i bambini ad un certo punto della loro vita continuano a dir no, ma non è questo il senso della critica, questo è un loro modo di proporsi al mondo che li circonda per misurarlo e comprenderne i limiti, spero che i tuoi no alla ragione, se son privi di ragione, almeno ti stimolino allo stesso rapporto che i bambini instaurano con il mondo, questa è la ragione e la sua crescita, il senso del limite.
Il pensiero, di Emanuele Severino Quando si pensa al pensiero, e agli elementi che lo compongono, molti guardano alla loro testa e se della propria testa non ci si fida, allora ci si affida a quella di chi ha più popolarità in quello specifico campo, il pensiero ed il suo studio appunto
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ID67497 - 04/08/2016 20:18:16 - (Leretico) - Etica e potenza
L'etica non è alleanza con la maggior potenza. Etico è ogni comportamento dell'uomo mortale perché figlio di una decisione. Poiché l'uomo mortale non può non volere egli è sempre etico. L'utile è l'alleanza con il più potente, ma attenzione, nel momento in cui si sceglie l'utile anche l'omicidio diventa lecito se aumenta la potenza e quindi l'utile. Confondere l'utile con l'etico è un errore grave. Infatti tra etico e utile c'è molta differenza, ma solo chi pensa che non ce ne sia crede che sia etico allearsi con la potenza massima. Io quando scelgo di non uccidere lo faccio già sapendo che è una scelta meno potente, ma voglio proprio che sia così. Preferisco il bello della vita che il fascino del potere. Che vuoi, debolezze umane.