28 Maggio 2015, 07.38
La Grande Guerra

Trincee in Valle Sabbia

di Mirella Prandelli

I volontari degli alpini e della protezione civile hanno sistemato le retrovie, i sentieri e le trincee sul Monte Stino, in occasione dell'anniversario della Prima Guerra Mondiale. Eco come ci si viveva, durante il conflitto


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Il Monte Stino era una vera e propria frontiera tra l'Austria e l'Italia, sia in occasione delle Guerre d'Indipendenza, sia durante la Grande Guerra. Le strade di montagna assunsero un ruolo strategico per il passaggio delle truppe e il Monte Stino venne fortificato con trincee, camminamenti e strade dell'esercito, come seconda linea di difesa.

Le trincee sono uno dei principali simboli della Grande Guerra.
Quelli che si pensava dovessero essere fronti provvisori, ben presto furono scavati in centinaia di corridoi profondi circa due metri, che divennero la casa dei soldati.
La vita di trincea era estremamente difficile: si passava il tempo cercando di non essere colpiti da un cecchino e pronti per l'ordine dell'assalto. Vi erano diversi problemi.

Primo fra tutti, il problema del rifornimento di armi: molti soldati italiani non erano stati dotati di elmetto e usavano dei semplici berretti che spesso gli costavano la vita.
Altrettanto nota fu la mancanza di pinze tagliafili per la creazione di varchi nei reticoli nemici.
Le scarpe erano del tutto inadatte al fango e alla neve delle montagne, nel giro di poche settimane si trasformavano in suole di legno che procuravano molti problemi ai piedi dei soldati, da aggiungersi alla rapidità con cui si trasmettevano le malattie.

Un ulteriore problema in trincea fu l'alimentazione: anche se, a differenza di quelle austriache, le truppe italiane beneficiavano di lauti rifornimenti, cucinare e conservare pasti era pressoché impossibile.
L'esercito italiano dava ogni giorno ai soldati 600 grammi di pane, 100 grammi di carne o pasta, un quarto di vino e del caffè. Tuttavia, l'acqua potabile non superava il litro al giorno e non esistevano strumenti o modi per conservare il cibo. Prima degli assalti venivano distribuiti, liquori, cioccolato e frutta candita, confezionati in scatolame decorato con motti patriottici, per motivare i soldati.

Fortissimo nelle trincee era il sentimento religioso.
Oltre alla presenza di cappellani militari, in trincea venivano distribuite massicce quantità di santini, cartoline e libri di preghiera. Si dice che era usanza appendere all'altezza del cuore un santino con la scritta “fermati”, rivolta alla pallottola  nemica.




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