Di «Pievi» ce ne sono tante: come mai?

Ci sono anche altri nomi di frazioni che vengono usati in molti comuni, per indicare specifiche parti del paese.
Un Esempio? Anche il termine Montagnone è utilizzato in molti paesi, prova ne sono le innumerevoli versioni della famosa canzone “a la mòda de Montagnù”. Eppure, tra tutte, la parola “Pieve” è molto più diffusa. Vediamo perché.

Il termine deriva dal latino plebem, che significa “popolo”, e indica una popolazione di campagna che ha per centro una chiesa rurale, una sorta di parrocchia centrale per i terreni agresti.
Più tardi, il significato classico del termine si converte in quello strettamente cristiano: nel Medioevo, si chiamava anche plebana, e faceva riferimento alla comunità dei battezzati di un determinato territorio.

Dopo la caduta dell'organizzazione statale romana, le pievi ecclesiastiche passarono sotto al controllo dei vescovi: venivano erette in un punto ben preciso del paese, quello in cui vi era il quintario.
Il quintario derivava dalla centuriazione romana, che organizzava i terreni agricoli secondo un reticolo ortogonale, la cui strada più larga veniva appunto chiamata quintario.

Non solo centri religiosi: le “Pievi” erano considerate veri e propri enti amministrativi in cui il pievano teneva i registri delle nascite, i testamenti, i documenti delle compravendite e le carte concernenti i lavori del territorio.
Nelle colonie, nelle stesse “pievi”, si riscuotevano i tributi.
Spesso nelle “pievi” vi era anche l'ospedale ed il sagrato era adibito all'organizzazione del mercato.

.in foto: la Pieve a Mura Savallo in occasione del Palio.