10 Dicembre 2010, 07.00
Valsabbia
Pensieri

I viaggi con la bestia blu

di Itu

L’autista diventava il traghettatore di posti lontani, il custode di segreti che si possono raccontare solo se subito dimenticati.

 
Non conoscevo fino a poco tempo fa lo strano rapporto che suggestiona i paesani di quei pulmann che partono ingombranti da sagrati e slarghi montani per raggiungere la valle e la città.
Non riuscivo a capire perché i miei figli arrivassero entusiasti da scuola solo per aver incontrato l’autista preferito che con una battuta faceva scordare le delusioni di compiti insufficienti.
 
Poi un giorno ho ascoltato il ricordo di miei coscritti, di quando il paese era vuoto di automobili, le strade in tutte le stagioni frenetiche di vita perché la vita è fuori dalle case.
Allora potevi guardare il campanile per conoscere l’orario e vedevi dalle curve e tornanti quel grosso e ronfante di marce sfinite animale meccanico che arrivava arrancando sulle poche strade di allora.
 
La bestia blu.
Che meraviglioso nome per i pullman che all’epoca avevano solo quel colore di cielo intenso, che trapassava i paesaggi di rami e foglie e strisce di strada grigie, passava con tutta la sua ridondanza a riportare stanchi abitanti alle case paesane.
 
L’autista diventava il traghettatore di posti lontani, il custode di segreti che si possono raccontare solo se subito dimenticati, i clienti erano pochi ed ogni giorno uguali, si facevano compagnia autisti e viaggianti diventando amici senza saperlo.
Anche per i ragazzi di scuola diventò così, e così la storia procede in quel tacito accordo di rispetto per chi ti riporta a casa, per chi sorvola sulla regola di non rivolgere la parola all’autista che invece per primo si prende cura dei suoi stanchi clienti con un saluto e la possibilità di raccontarsi.
 


Commenti:
ID5530 - 15/12/2010 07:49:42 - (Giacomino) - Rievocazioni piacevoli

quelle di Itu che mi hanno riportato agli anni 7o quando ero autiste di "corriere " nella bassa valle e poi a Brescia, Botticino, Serle, i ragazzi delle scuole che viaggiavano sulle nostre linee li conoscevo tutti e poi i pendolari e quelli che andavano al mercato o in ospedale a visitare i parenti. C'era fra noi un bel rapporto di fiducia reciproca che si poteva toccare con mano, davvero bei tempi, grazie all'autrice dell'articolo per la rievocazione.

ID5537 - 15/12/2010 12:09:00 - (Ernesto) - pensieri piacevoli..

qando era strcolma per l'austerity, ..gli operai della falck, la nonna ke si faceva il bagno. mutande e reggiseno uovi perk doveva fare una visita medica a Sal!! andare alle cooperative a vobarno per vedere cosa poteva portare s.lucia! Sempre dalla val sabbia a brescia per vedere l'upim la standa!! Quel bigliettino ke non si trovava mai e le donne lo infilavano sotto la fede per esibirlo al controllore ....e tantissimi altri ricordi piacevoli ke mi mettono un pò di nostalgia.

ID5601 - 17/12/2010 15:27:35 - (colpoincanna) -

per 34 anni ho scorazzato sulla bestia blu un p ovunque, come bigliettaio, poi da conducente e poi ancora.......Nessuna nostalgia, ma ricordi tanti, specialmente, quelli della Valle Sabbia. In questi giorni di neve e freddo ricordo le peripezie dei conducenti quando si doveva superare una frana seguendoi strade pi strette e impervie; quando la neve ti costringeva a viaggiare con le catene, con un p di coraggio e molto buon senso. Ricordo l'arrivo nei paesi con la bestia blu, controllata quale unit di misura della situazione stradale legata alla tranquillit degli abitanti (se, se, ..... la coriera l' riada) Un sollievo per tutti non sentirsi isolati

ID5650 - 18/12/2010 17:42:00 - (Giacomino) - Chi l'avrebbe detto

che l'articolo di cui sopra avrebbe suscitato questi commenti. Sono comunque dei bei ricordi ed è piacevole anche il sentire altre persone che hanno da dire cose consimili.

ID5658 - 19/12/2010 10:20:00 - (Ernesto) - serenit

mi sbaglierò, ma se per muoversi ai tempi erano peripezzie mi sembra ci fosse più serenità e meno frenetismo isterico in tutti noi!!! adesso è un continuo di fare-avere -andare-volere-sempre più dell'altro. Ma attenzione..... c'è un saggio proverbio ke dice: c'è pi tempo.... ke vita!!!! E un'altra cosa molto inportante era la.... PAROLA e nna stretta di mano, valevano più di firme-documenti-notai eccecc!!

ID5678 - 19/12/2010 21:52:49 - (Giacomino) - Si Ernesto

era proprio così e lasciamelo dire poichè anche l'autore/ice dell'articolo lo lascia intravvedere, per tante persone che salivano sui nostri autopullman l'autista era visto come una persona quasi speciale, di sicuro un poco privilegiato. Personalmente conservo dei bei ricordi. Buon Natale.

ID5726 - 21/12/2010 10:08:00 - (Ernesto) - la conta

Altro bel ricordo, finto il secondo turno di lavoro (dalle 2 alle 10) saliti sulla bescia bleu si faceva la conta per vedere ki mancava,,,,,, spesse volte per motivi di lavoro qualcuno ritardava un paio di minuti, (ke alle 10 la sera e stanki sembravano ore...) l'autista gentilmente aspettava, e quando lo vedeva arrivare con indifferenza faceva finta di partire per poi raccoglierlo 20 metri piu avanti. Questo è uno dei tanti bei esempi di armonia, simpatia skerzosita, ke regnava ai tempi!!! (da notare ke anke per l'autista era l'ultima corsa,) BUON NATALE a tutti

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