Racchette da neve o ciaspole?

Pare che il termine “ciaspole” abbia radici dialettali; in italiano standard in effetti, le ciaspole sono indicate come “racchette da neve”, binomio che nell'Italia Settentrionale, invece, si associa spontaneamente alle bacchette impugnate con le mani.

La parola “ciaspole” nasce dai dialetti delle Dolomiti, precisamente nella Val di Non, in occasione della prima gara su ciaspole.
Organizzata per la prima volta nel gennaio 1972,  presso la località Fondo, in provincia di Trento, la competizione su neve venne chiamata “Ciaspolada”.
Ben presto il termine si è diffuso nel linguaggio escursionistico corrente, per indicare un oggetto di grande utilità per le passeggiate su sentieri innevati.

Se il loro nome vanta un'età piuttosto giovane, la loro forma ha origini antichissime, come testimoniano gli studi sui costumi tradizionali di eschimesi e popoli nordici.
Venivano anche utilizzate dagli Alpini durante la Grande Guerra, grazie alla loro praticità in caso di innevamento elevato.

Originariamente erano costruite con un'intelaiatura di legno, a cui s'intrecciavano corde che andavano a formare una vera e propria rete per impedire lo sprofondamento.
Oggi sono fatte con forme e materiali innovativi, come plastica, alluminio o carbonio.

Molto popolari nell'ultimo decennio, le ciaspole sono semplici da utilizzare, adatte a tutti ed ecologiche: no agli impianti di risalita o ai ticket d'ingresso.
I prezzi sono per tutte le tasche, da quelli più accessibili, ai camminatori più esigenti.

Ciaspolare: un nuovo verbo, per un  nuovo modo di vivere le nostre montagne, magari in gruppo, combinate ad una degustazione o ad un momento di ritrovo finale.
Un nuovo modo di dire che, almeno per stavolta, non arriva dal mondo digitale.