21 Maggio 2010, 14.00
Valsabbia
Indagine Aib

Rallenta la ripresa

di red.

L’attivitŕ produttiva bresciana in aprile ha subito un lieve rallentamento, ma le prospettive a breve termine restano moderatamente favorevoli

Nel mese di aprile la produzione dell’industria bresciana ha evidenziato un modesto rallentamento, dopo due mesi consecutivi di crescita relativamente sostenuta.

Il livello complessivo di attività risulta ancora molto basso e ciò contribuisce a mantenere alto il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, che, nei primi quattro mesi del 2010, ha superato i 24 milioni di ore, in aumento dell’85% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Le prospettive a breve termine sono moderatamente positive, anche se inserite in uno scenario che presenta ancora forti incertezze, quali: il protrarsi dell’instabilità del sistema finanziario internazionale, le tensioni nell’euro e sui prezzi delle materie prime, le difficoltà di accesso al credito da parte di molte piccole e medie imprese. La recente debolezza dell’euro si presta ad una duplice interpretazione: da un lato dovrebbe dare un po’ di ossigeno ai settori maggiormente export-oriented, i quali trarrebbero vantaggio dalla riacquisita competitività delle proprie merci sui mercati internazionali; dall’altro penalizza gli importatori e gli utilizzatori di materie prime.

Queste, in sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale mensile condotta dal Centro Studi dell’AIB su un campione di 250 imprese associate.

Ritornando ai dati di aprile, la produzione è aumentata nei settori: “chimico, gomma e plastica”, “maglie e calze”, “meccanica di precisione e apparecchiature elettriche”, “tessile”; è rimasta invariata nei comparti: “calzaturiero”, “legno e mobilio”; è diminuita moderatamente nei settori: “agroalimentare e caseario”, “metallurgico e siderurgico”, “meccanica tradizionale e mezzi di trasporto”; ha registrato una forte contrazione nei comparti: “abbigliamento”, “carta e stampa”, “materiali da costruzione ed estrattive”.

L’andamento dell’attività produttiva per classi dimensionali di imprese ha evidenziato dinamiche piuttosto eterogenee: variazioni positive della produzione si segnalano per le imprese medio-grandi e maggiori; le imprese micro, piccole grandi evidenziano variazioni negative, mentre l’attività non è variata per le medio-piccole.

La produzione in aprile è aumentata per 24 imprese su 100 (33 nel mese di marzo), non è variata per 47 (55) e diminuita per 29 (12). Le imprese soddisfatte dei propri livelli di attività, in rapporto alla potenzialità aziendale, sono tuttavia solo il 4% e quelle insoddisfatte il 55%.

L’utilizzo degli impianti riflette abbastanza fedelmente l’andamento dell’attività produttiva, con una quota del 20% di imprese che dichiara di averlo aumentato, del 51% di quelle che

non lo hanno variato e del 29% di quelle che lo hanno diminuito. Il livello di utilizzo della capacità produttiva, rispetto al potenziale, è giudicato alto dal 4% delle aziende, basso dal 55% e normale dal 41%.

Le vendite sul mercato nazionale sono cresciute per il 27% delle imprese, non sono variate per il 41% e sono diminuite per il 32%.

Le vendite verso i Paesi UE sono aumentate per il 22% delle aziende, rimaste invariate per il 58% e diminuite per il 20%; quelle verso i Paesi extra UE hanno subito variazioni positive per il 17% del campione, negative per il 19%, mentre per il 64% non sono variate.

Le giacenze di prodotti finiti risultano adeguate alle esigenze per l’80% delle imprese, alte per il 13% e basse per il 7%.

Le scorte di materie prime risultano normali per l’81% delle aziende, alte per il 6% e basse per il 13%.

La manodopera è rimasta invariata per l’86%, aumentata per il 4% e diminuita per il 10%.

Le prospettive a breve termine sono per un modesto miglioramento dei livelli produttivi: il 18% delle imprese prevede di aumentare la produzione, il 7% di diminuirla e il 75% di mantenerla stabile.

L’utilizzo degli impianti è previsto in aumento dal 15% delle aziende, in diminuzione dall’8% e stabile dal 77%.

Gli ordini dal mercato interno sono previsti in aumento dal 17% delle aziende, stabili dal 65% e in diminuzione dal 18%.

Gli ordini dai Paesi dell’UE sono attesi in crescita dal 17% delle aziende, stabili dal 75% e in calo dall’8%.

Gli ordini dai Paesi extra UE sono previsti in aumento dal 18% delle imprese, stazionari dal 74% e in diminuzione dall’8%.

La manodopera è prevista stabile dall’83% delle aziende, in aumento dal 4% e in diminuzione dal 13%.



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