Da Sasso di Gargnano all’eremo di San Valentino

Associazione Storico-archeologica della Riviera del Garda, con sede in via Fantoni 49, a Salò, propone per questa domenica, 21 settembre, un’escursione dalla frazione Sasso di Gargnano all’eremo di San Valentino e alla baita degli alpini a Briano, nella zona dell’Alto Garda.

Il ritrovo è a Gargnano, in piazzale Boldini (stazione autobus), per le 9, oppure direttamente a Sasso, in piazza Corsetti, alle 9.30.

Per giungere da Sasso all’eremo si impiegheranno circa 40 minuti, poi altri 50 minuti per arrivare al rifugio di Briano. Al ritorno si percorrerà la via asfaltata, passando per Formaga e Liano, senza fretta.

Da Gargnano si prende la strada provinciale per Montegargnano e la Valvestino; appena prima di Navazzo, si va a destra verso la frazione Sasso, dove si può parcheggiare. La passeggiata si svolge lungo l’itinerario n. 31. Per i primi seicento metri l’itinerario si sviluppa in piano attraverso i campi, poi entra nel bosco. Il tratto più impegnativo, di circa 500 metri, porta ai 700 metri s.l.m. Un po’ alla volta è possibile osservare un paesaggio eccezionale: tutto il basso lago, il monte Baldo di fronte e in basso Gargnano con le sue frazioni. Considerate le condizioni del fondo roccioso, si consiglia di disporre dei bastoncini per il trekking.

La tradizione racconta che buona parte degli abitanti di Gargnano per sottrarsi al flagello della peste, che nel 1630 si era propagata anche nel territorio della riviera e che aveva mietuto molte vittime, si rifugiò tra le rocce dei monti Comer e Denervo. Terminato il contagio si fabbricò una chiesetta come adempimento al voto dei superstiti. Il fabbricato comprende anche la sacrestia, due stanzette e un ripostiglio; una sorgente d'acqua scaturisce dalla roccia viva e alimenta la piccola cisterna. Nel 1842 giunse in questo luogo, provenendo da Cassone di Brenzone, Geremia Palladini, forse renitente agli obblighi militari sotto la dominazione austriaca o forse per nascondersi. Venne soprannominato “el romét de San Valentì”; la sua figura caratteristica, ritratta in un profilo del 1859, è disegnata come si vedeva passare di paese in paese, col suo bastone e la sacca, per andare alla questua. Abbandonata all'incuria del tempo, la chiesetta fu restaurata nel 1970.

Dopo la visita, si prosegue in salita per la Baita degli alpini di Gargnano, a Briano. Il rifugio dispone di fuoco e tavoli, con una stanza dove poter stare al coperto. Saranno a disposizione salamine alla griglia, pane, vino e bibite. Chi lo desidera può portarsi il pranzo al sacco.

Chi partecipa è pregato di darne comunicazione a Franco Ligasacchi (0365.643435) o a Domenico Fava (0365.954543) perché i “cuochi” possano regolarsi sugli acquisti.

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