Federalismo fiscale «al barolo»

“Fra una decina di giorni saremo a Roma, con il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto e con quello per la Semplificazione Roberto Calderoli. Obiettivo: definire nei particolari come sarà possibile continuare a garantire anche per i prossimi anni gli impegni finanziari presi dallo Stato nei confronti dei Comuni di confine”.
Non molla Marco Scalvini, sindaco di Bagolino e presidente dell’AssComiConf, l’associazione dei Comuni “confinanti” con le Province autonome e gli Stati ricchi come la Svizzera: quelli che l’erba del vicino ce l’hanno più verde per davvero.

Dopo aver strappato ai Governi precedenti la “norma antisecessione” che ha previsto l’erogazione di alcune decine di milioni di euro da distribuire alle 440 municipalità coinvolte, ora “annusa” la possibilità che un’apposita norma venga inserita nella nuova legge sul federalismo fiscale.
“Già l’attuale bozza prevede una differenziazione di regime fiscale fra i Comuni confinanti di prima fascia, quelli di seconda e gli altri – precisa Scalvini -. Ora ad AssComiConf è stato chiesto di entrare a far parte della Commissione tecnica interministeriale sul federalismo fiscale e sarà l’occasione per definire bene tutto quanto, soprattutto di rendere duraturo l’impegno dello Stato nei confronti di chi versa in condizioni di disagio socio-economico”.

L’idea che va per la maggiore è quella ormai nota della “macchia di barolo”, che cadendo su una tovaglia bianca disegna aloni concentrici che divengono più chiari mano a mano si diluiscono verso la periferia.
Così dovrebbe capitare per i Comuni confinanti: quelli di “prima fascia”, cioè che confinano per davvero, dovrebbero ricevere maggiori risorse. Quelli di “seconda fascia”, più lontani dalla linea di confine, un po’ di meno e così via.

Scalvini anticipa dell’altro: “A mio parere l’applicazione di questo principio dovrebbe favorire tutti i Comuni che appartengono alle Comunità montane, non fosse altro per il fatto che al loro interno già hanno attuato sistemi di compensazione, fra il centro più ricco e le rispettive periferie”.

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