Fra Protezione civile e cemento

Avanti tutta con le vicende del lago d’Idro, e a vari livelli, anche se le novità più consistenti sono attese solo per la fine di aprile, quando l’Enel avrà concluso i lavori di sistemazione del canale che pesca dall’Eridio per approvvigionare la centrale idroelettrica di Carpeneda. A quel punto dovrebbe scadere anche il decreto regionale che aveva stabilito i deflusso minimo vitale dall’emissario naturale.

Sarà tempo di capire finalmente cosa accadrà ai livelli del lago: al tavolo di concertazione del Prefetto era stato stabilito che al maggio il lago deve raggiungere quota 368,50 (potrà essere 369 prevista in “casi eccezionali”), ma l’attuale regola che prevede la possibilità di svasare acqua per tre metri e mezzo lo farebbe precipitare almeno a 365,50, due metri sotto l’uscita naturale.
Vedremo.

Intanto oggi verrà presentato e discusso in consiglio provinciale il Piano di Emergenza in materia di Protezione civile che riguarda l’intera area del lago, redatto dallo staff tecnico dell’assessore Scolari in collaborazione con il Politecnico di Milano. Si tratta di un documento particolarmente complesso, il primo del suo genere a livello nazionale, che ha già ottenuto l’approvazione delle commissioni Ambiente, Territorio e Protezione civile per cui la sua approvazione non dovrebbe riservare sorprese.
Un passaggio questo necessario perchè il Registro Italiano Dighe possa rimuovere il vincolo che ha tenuto il lago a livelli da pozzanghera per alcuni lustri.

Non conosce soste nemmeno l’attività del Coordinamento delle Pro loco lacustri che per domenica primo aprile ha indetto la sua Terza pubblica assemblea con l’intenzione di fare il punto della situazione.
L’appuntamento è in piazza centrale a Crone di Idro per le 15, in caso di maltempo si sposteranno tutti al Polivalente. Per aprire la discussione interverranno il portavoce del Coordinamento Gianluca Bordiga e l’avvocato Franco Mellaia, mentre ha confermato la sua presenza l’on. Camillo Piazza, segretario della Commissione Ambiente della Camera.

I lacustri non nascondono le loro intenzioni, che potrebbero riportarli presto a dissotterrare “l’ascia di guerra”. L’idea è quella di ottenere il livello minimo vitale del lago non solo a parole, ma col cemento. Per farlo auspicano l’edificazione di uno “stramazzo” all’imbocco del canale dell’Enel (lo vorrebbero anche Comunità montana e Comuni), col compito di impedire l’uscita del lago da quella via, se il livello dovesse scendere sotto la quota necessaria a garantire il minimo vitale.

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