08 Novembre 2007, 00.00
Valsabbia - C
Vecchie auto «fuorilegge»

Il danno e la beffa

Prendiamo spunto da una lettera al direttore del giornale di Brescia, per mettere in evidenza un problema reale, che investe migliaia di cittadini, nel rapporto con il loro portafogli e con la pubblica amministrazione.

Prendiamo spunto da una lettera al direttore del giornale di Brescia, per mettere in evidenza un problema reale, che investe migliaia di cittadini, nel rapporto con il loro portafogli e con la pubblica amministrazione.

Ho pensato di rivolgermi a voi, perché penso siate rimasti l’ultima spiaggia, cioè l’ultima, estrema possibilità di modificare in meglio una situazione tanto iniqua, quanto contraria all’equilibrio della vera giustizia.
Mi riferisco alla recente delibera regionale sul fermo del traffico dal 15 ottobre per i veicoli non omologati con direttive Cee, di cui vorrei schematizzare alcuni aspetti che, con mio grande stupore, passano ormai inosservati alla stragrande maggioranza dei lombardi.
Per esempio, ancor oggi è possibile fare alcune modifiche al proprio veicolo per dotarlo di un gancio di traino che deve giustamente essere omologato; dotare il veicolo di un apparato omologato per una seconda fonte di alimentazione del motore, vedi gas gpl oppure gas metano.
In analogia, mi sembrerebbe logico che si possa migliorare l’apparato preposto alla soluzione dei seguenti problemi di un veicolo: dei gas di scarico, delle polveri sottili, etc. etc. sostituendo gli stessi apparati, dei veicoli in circolazione che fossero non conformi alle nuove direttive, con apparati più aggiornati ed efficaci.
No, non è possibile. Questa delibera nemmeno contempla questa eventualità.

Mi sono consultato con numerosi meccanici di autofficine e loro stessi non sanno spiegare perché non vengano più omologate le marmitte catalitiche, i filtri particolati dei ricambisti che permetterebbero, una volta applicati sulle «vecchie» vetture, di poter circolare in linea con le nuove disposizione della Cee.
Politicamente si potrebbero obbligare le case costruttrici di veicoli con motore a scoppio, a fornire gli apparati di ricambio omologati come per gli autoveicoli nuovi.
In analogia, sarebbe come obbligare a demolire una casa con tutti i suoi mobili, costruita a norma ma ormai «vecchia» di dieci anni, solamente perché l’impianto elettrico è stato successivamente dichiarato non perfettamente corrispondente a nuove norme.
Notate che in America, gli autoveicoli, che naturalmente vengono costruiti in regola con le norme in vigore, vengono lasciati circolare fino alla loro naturale conclusione. Forse in ossequio alla regola che la legge non è retroattiva.
Da un attento esame di questa deliberazione, balza evidente una considerazione molto importante degna di essere sottolineata con cui mi sembra di ravvisare una condizione dolorosamente e decisamente sfavorevole, per tutti i cittadini della Regione Lombarda.
Infatti l’orario di fermo degli autoveicoli contemplati nella deliberazione, parte dalle ore 7.30 fino alle 19.30.
Tradotto in altri termini la vettura non serve più a niente perché ti esclude da tutte le attività legali, salvo le attività di quanti lavorano di notte e delle signorine che lavorano di notte e dei loro clienti.
Quindi ogni cittadino si sente solo contro questa tirannia.

Oltre il danno anche la beffa. Infatti nella delibera sono esclusi molti casi giustificabili, legittimati da economie private o di soccorso, ma in essa vengono contemplati anche i casi come i Corpi delle forze di polizia, i Corpi di polizia municipale, del Corpo forestale, delle autovetture targate CD e CC etc. etc. Proprio i casi di coloro che hanno applicato la delibera o che dovrebbero dare il buon esempio e che saranno tenuti a punire i trasgressori, privati cittadini, indifesi.
Un’altra considerazione nasce dal fatto che quando si deve imporre al popolo delle tasse relativamente esigue, come per esempio i ticket, allora si addolcisce la pillola con delle esenzioni legate al reddito, così da limitare poi i casi ad un numero minimo.
Quando, come in questo caso, ci sono cifre enormi da sborsare e il bersaglio (il cittadino) è solo, indifeso, allora si usa imporre la volontà politica a tutti indiscriminatamente, indipendentemente dal reddito.
Non ci sono redditi che tengano.
In nome della sanità si può mettere in ginocchio il cittadino, un’azienda, una città, una Regione, uno Stato.
Non vi sorge il dubbio che questo accanimento sia dettato più dalla pressione di interessi di parte?
La salute innanzitutto. È giusto e sacrosanto.

Ma non è giusto perseguirla senza tenere in conto i costi spropositati e ingiustificati, quando si possono ottenere gli stessi risultati con degli aggiustamenti.
Perché buttare al macero tutti i particolari organi di una vettura che non sono coinvolti nell’inquinamento come la carrozzeria, il telaio, il cambio, i sedili, lo sterzo, il circuito elettrico, quello di raffreddamento, di riscaldamento, le ruote, i vetri il motore, etc. etc. quando, fondamentalmente, sono solo i gas di scarico il vero problema e che semplicemente, dovrebbero solo essere trattati con il relativo apparato di nuova tecnologia?
Dalla foga di redentori spietati, con cui vorrebbero liberare l’umanità dalle sue colpe, essi non hanno tenuto conto di parametri oggettivi che presi in giusta considerazione potrebbero capovolgere le modalità di applicazione.
Per esempio, i Km mediamente percorsi annualmente da ciascun veicolo peraltro rilevabili con i collaudi, i dati strumentali rilevati dai collaudi stessi. Altrimenti a cosa serve che l’autoveicolo abbia superato l’esame?

Vi immaginate lo stato d’animo del cittadino che con tanti sacrifici aveva comperato la più affidabile vettura che poteva permettersi, pensando legittimamente di finire i suoi giorni senza più dovere affrontare quei sacrifici? Di chi è la colpa se l’autoveicolo invece, anche se avesse effettuato pochi chilometri, o con pochi anni di vita, viene dichiarato illegale, costruito non conforme. Allora la legge è retroattiva qui in Lombardia.
A nessuno è mai sorto il dubbio che così facendo si corre il rischio di ottenere l’effetto contrario?
I politici in più di un’occasione si sono dimostrati sprovveduti, miopi e avidi, come quando, non più di venti anni fa, seguendo una moda diffusa avevano cominciato a super tassare, con la cosiddetta «sovratassa», il bollo di circolazione delle vetture alimentate a gas gpl.
Ora finalmente, il gpl è stato riconosciuto come un carburante quasi ideale.
Il danno economico alle singole famiglie ed artigiani è stato immenso, ed in più aveva colpito le persone che avevano cercato di risparmiare sul carburante, con autoveicoli relativamente vecchi ed evidentemente quindi, fasce di cittadini più deboli, più poveri.
Ora infieriscono spietatamente sulle stesse persone. Adesso però, in modo più subdolo, tutto in nome della sanità.
Nessuno invece, vuole parlare dell’inquinamento industriale derivante dalla costruzione di ogni singolo autoveicolo, e soprattutto dallo spreco di energia per fondere o costruire tutte le parti di un veicolo, (anche quelle non coinvolte dal problema) per fare insomma tutto il ciclo industriale necessario, nonché l’energia per la distruzione del rottame, etc etc.

Già oggi, se volete per assurdo, forse sarebbe meno inquinante e si risparmierebbe molta energia obbligando tutti a tenere un’automobile molto lungamente... Oggi come oggi, i tecnici dei vari settori di competenza, mi hanno assicurato che con i materiali idonei e progetti che permettessero facilmente l’aggiornamento delle parti superate dalle tecnologie, questa idea sarebbe possibile ed auspicabile.
Questo consumismo, forzato pure dalle politiche nazionali, si rivelerà presto un boomerang.

FRANCO ESPEN
Brescia


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