Alla lettera titolata "Nemo profeta in patria", risponde il diretto interessato: Nicola Gallinaro, direttore del Gal e presidente della Commissione che ha valutato le partecipazioni al bando
Ita 77, (che potrebbe essere con esagerato senso dell'autostima, come si evince dal commento, abbreviazione di "Italia") apostrofa chi ipoteticamente possa aver dimenticato una firma come: pressapochisti, commettitori di errori marchiani, privi di competenze. Naturalmente lo fa senza firmarsi. Le spiegazioni del dott. Gallinaro anche se scontate e formalmente corrette (i concorsi sono aperti a tutti i cittadini europei, i finanziamenti non coincidono con il territorio del Gal (Garda Vallesabbia), le valutazioni delle competenze spettano a chi le giudica e non a chi partecipa), tralasciano un punto fondamentale: come sia possibile avere approfondite conoscenze di progetto da parte di forestieri che non frequentano ne' valle ne' garda.
I criteri su cui si basera' la selezione sono i seguenti: ...b) Conoscenza del territorio di progetto.
Ehm...il nickname è ILA non ITA. Se questa è l'attenzione che mette nel leggere i bandi poi non bisogna stupirsi degli erroracci!
Sara' signora Ilaria e non signora Italia, ma il discorso non cambia. La sua supponenza le fa vedere la pagliuzza negli occhi degli altri e non la trave nei suoi. La firma non l'ha ancora messa pertanto un incompetente, un pressapochista, uno o una che commette marchiani errori.
Vedra' signora Ilaria come e' facile in Italia diventare precisi, corretti, competenti. Basta non sbagliare Ita con Ila e mettere la firma. Se pero' si hanno santi in paradiso e' consentito anche un po' di pressapochismo.
Se la lamentela verte sul fatto che non si è chiuso un occhio sulle mancanze della domanda presentata è una pretesa inutile. Se la lamentela è riferita al fatto che gli stessi errori fatti da altri sono stati valutati in modo diverso allora potete aver ragione. Ma dovete farlo presente alle autorità competenti, per far valere i vostri diritti presentando ricorso come scritto nella lettera qui sopra.
Il problema non e' aprire o chiudere gli occhi. Il problema e' come dare seguito a quell'invito "lavorare e costruire insieme progetti per il territorio della Valle Sabbia e dell'Alto Garda che e' l'essenza del Gal" espresso a parole mai concretizzato nei fatti.
Dott. Gallinaro, da quanto si evince da alcuni interventi a difesa dell'esclusione dei candidati valsabbini sembra che le firme mancanti non siano sulla domanda, ma su alcuni documenti allegati. Se cosi' fosse oltre che vergognoso sarebbe anche illegale. Il TAR del Lazio con sentenze 22 Novembre 2007 e 23 gennaio 2008, N 503 cosi' si esprime: "Salvo che sia disposto diversamente, l'amministrazione, rilevata la mancanza di determinati elementi nella documentazione presentata per la partecipazione ad una selezione pubblica, e' tenuta a richiedere l'integrazione del documento piuttosto che provvedere all'esclusione dalla procedura selettiva. E nelle motivazioni aggiunge: e' dunque ormai principio basilare dell'azione amministrativa quello secondo il quale... spetta all'amministrazione Favorire piuttosto che Penalizzare il rapporto con essa di tutti i soggetti che le si rivolgono per il soddisfacimento di un interesse giuridicamente rilevante... Bravi i nominati ancora meglio i selezionat
selezionatori, i ricorsi non interessano, e' comunque meglio non far perdere tempo a chi lavora seriamente.
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di Filippo Vanzani [Sal]
ID24621 - 07/11/2012 08:35:59 - (Ila77) -
A chi si lamentava dell'esclusione delle ditte della Valle e portava alto la competenza delle interessate, bisogna far notare che non sono state in grado di produrre una domanda completa rispetto ai canoni previsti dai bandi. Quindi mi chiedo: se una ditta va in difficoltà ancora nella fase preliminare del progetto commettendo errori marchiani, come si può pensare che possa portare avanti un lavoro fatto bene? Ci vuole più competenza e meno pressapochismo.